Brandelli d’Italia, di Marco Crescizz

Alfredo tagliuzzava e sgozzava, avido del senso di dominio che esercitava su quegli esseri deboli e inferiori. Li calpestava e si sentiva potente. Il suo cervello ne godeva, avviluppato dalle spire di quella piovra nera che lo tormentava nei suoi incubi, e lui proseguiva la marcia con un sorriso gagliardo sul volto. Alfredo il frullatore vivente. Alfredo la trebbiatrice umana, Alfredo il dispensatore di dolore.

 

Dalla presentazione Delos Digital: Dopo una guerra nucleare che ha sconvolto il pianeta, L’Italia è diventata un’isola ed è governata da un dittatore ecclesiastico chiamato Papa Cesare. Alfredo, insieme all’amico Dario e a un ragazzo ritardato di nome Tibbuth, sopravvive in queste lande aride portando in tour un violento show di torture. La precaria stabilità che Alfredo si è costruito però vacilla nel momento in cui scopre che Tibbuth è un androide inviato da qualcuno per spiarlo. Questa nuova realtà darà il via a una catena di eventi che spingerà Alfredo a indagare i recessi di un’Italia ridotta a brandelli, guidandolo attraverso villaggi sommersi dalla giungla, fosse infestate da cannibali, strani robot, pericolose spogliarelliste e improbabili personaggi storici.

 

Un torturatore da circo, tormentato da incubi e alla ricerca di se stesso, è il protagonista perfetto di questo esuberante Brandelli d’Italia, romanzo d’esordio di Marco Crescizz (classe 1983) che si è già messo in luce nel 2015 con la novella Alieni coprofagi dallo spazio profondo.

Grazie a una storia ben congegnata, che nello stile vuole avvicinarsi a Joe R. Lansdale e Victor Gischler, Crescizz dipinge il quadro di un mondo imbarbarito e delirante dove si aggirano pontefici in esoscheletro, suore guerriere, androidi ritardati e orde di cannibali mutanti. E non mancano provocanti spogliarelliste, decise a tutto pur di liberarsi dal giogo di un’Italia teocratica e maschilista, ridotta, dopo un olocausto nucleare, a un’isoletta con al centro i resti di quella che un tempo era stata la città di Roma.

Chi scrive, da romano campanilista, ha trovato carente l’ambientazione ed è rimasto deluso che i riferimenti alla Città eterna, ai suoi quartieri, ai suoi monumenti siano praticamente assenti. Da questo punto di vista i personaggi avrebbero potuto muoversi tra le rovine di qualsiasi altro centro urbano, Los Angeles, Valencia o Rotterdam. Scenografia a parte, il romanzo ha il pregio di essere scorrevole e con rare pause, tanto è serrata l’azione e grazie a non pochi, spiazzanti colpi di scena. Soprattutto Brandelli d’Italia non lesina al lettore le scene sanguinolente: un fanta-horror volutamente spregiudicato e cattivo, che con le sue esagerazioni strizza l’occhio alla bizarro fiction, indirizzato a un pubblico che non si tira indietro davanti all’estremo realismo del genere splatterpunk.

 

Marco CRESCIZZ, BRANDELLI D’ITALIA, Delos Digital, collana Odissea Digital Fantascienza, 398 pp. circa, 2017, prezzo 2,99 €.