Calasperio, di Fabio Larcher

Un mercenario non dovrebbe mai porsi troppe domande. Dovrebbe occuparsi di portare a termine i compiti per i quali viene ingaggiato e tornare, se possibile, tutto intero a casa, a riscuotere il proprio compenso. Eppure la stranezza della situazione turbò Calasperio. Qualcosa gli sfuggiva. Anzi, ebbe la sensazione di essere finito in una sorta di trappola.

 

Dalla seconda di copertina:

1907, ventidue anni dopo la Prima invasione marziana, narrata del libro di HG Wells. Una spedizione italiana (fortemente voluta da re Vittorio Emanuele III), guidata dall’etnologo Anton Pavolo Tausteklis, e alla quale partecipano il famoso avventuriero Giovanni Calasperio e i suoi fedeli compagni, deve raggiungere Marte, attraverso un tunnel-spaziale. Lo scopo ufficiale della missione è quello di raccogliere informazioni sui marziani e reperire materiale bellico. Ma una volta giunti sul pianeta rosso Calasperio avrà una serie di sorprese a dir poco sorprendenti. E sarà arduo portare a casa la pelle. Un romanzo di fantascienza avventurosa e dal sapore decisamente steampunk, che recupera l’innocenza e l’esotismo della letteratura “coloniale” del primo Novecento.

 

Con Calasperio, romanzo breve ma intenso, l’eclettico Fabio Larcher (classe 1974) rende omaggio alle pietre miliari della sua formazione letteraria.

La storia è ricca di spunti e se nella prima parte prevalgono le suggestioni salgariane, con gli eroi alla scoperta di una regione europea remota e popolata da genti esotiche, nella seconda parte il lettore si ritrova scaraventato in atmosfere più squisitamente fantascientifiche, con un trionfo di tematiche care a E. R. Burroughs e soprattutto a H. G. Wells, come il conflitto con gli alieni e la manipolazione genetica: infatti Calasperio presenta una storia che si svolge nello stesso universo del celeberrimo La guerra dei mondi (The War of the Worlds, 1907), arricchito però da oculati inserti appartenenti all’immaginario steampunk.

Lo stile, volutamente vintage, è piacevole e scorrevole, e l’autore si distingue per le doti tecniche, perfette non solo per mantenere il ritmo della narrazione serrato ma anche per dare voce ai vari protagonisti. Non meno importanti dell’avventuriero Giovanni Calasperio sono figure come quella dell’enigmatico scienziato Anton Pavolo Tausteklis, della bella Kirkas e soprattutto del “bombarolo” Giangiacomo Schildkröte, un personaggio cinico e spregiudicato al limite della follia, che rivela inaspettate profondità psicologiche e sa accattivarsi le simpatie di chi legge.

In sintesi Calasperio si può etichettare come un new weird che rilancia in grande stile, almeno nel panorama italiano, l’avventura al di là di ogni limite realistico, dal sapore “retrò e coloniale” e ricca di eroismi adolescenziali. Consigliato a chi ama gli spensierati romanzi d’azione di un secolo fa o poco più.

 

Fabio LARCHER, CALASPERIO, 128 pp., 2016.