Che cosa si nasconde in Hypnos numero 11

Eccoci arrivati a Hypnos numero 11, la ormai celebre rivista italiana di letteratura weird e fantastica. Fino a ora sulla qualità di Hypnos non si discute, e anche questo numero non delude in tutta la sua lettura. Per una questione di sintesi, però, soffermiamoci su alcune parti a caso.

Per prima cosa va sottolineato più e più volte il racconto “Sostituti” di Lisa Tuttle, della quale le Edizioni Hypnos di Andrea Vaccaro hanno pubblicato anche l’interessantissima antologia Il profumo dell’incubo. “Sostituti” parla di piccole creature che piombano per le strade come dal nulla.

Queste creature provocano rabbia e disgusto nell’uomo protagonista, e si presume in tutti gli individui di genere maschile. Nelle donne invece, i mostriciattoli inducono un istinto materno senza condizioni, al punto da minare il rapporto di coppia tra il protagonista e la sua compagna. Le immagini evocate da questo racconto si imprimono vivide nella memoria ed è probabile che non saranno mai dimenticate. Sul serio.

Un bel colpo – un gran bel colpo – di Hypnos numero 11 è poi l’intervista che Massimiliano Ruzzante è riuscito a fare al famigerato Thomas Ligotti. Un’intervista memorabile che però, proprio perché profondamente sincera, lascia intravedere il pessimismo viscerale dello scrittore. Ligotti si definisce “una creatura di incubi” e sentirlo parlare è a tratti disturbante perché parla della sofferente condizione umana e non lascia spazio all’ottimismo. Il guaio è che potrebbe avere ragione, ma forse non del tutto. Speriamo.

Continua poi la rubrica “Una strana storia dell’arte”, nella quale Ivo Torello ci conduce in un fantomatico museo dove l’autore seleziona e descrive una serie di quadri più o meno famosi e realmente esistenti che rappresentano visioni dal sapore weird. Torello, oltre a essere un bravo scrittore di libri e racconti – si pensi ai notevoli romanzi Predatori dall’abisso e La casa delle conchiglie – sarebbe un ottimo produttore di audioguide per musei.

“Up from slavery” è invece il racconto di Victor LaValle. Si tratta di un’opera recentissima, è del 2019. E parla di un uomo che non sa di essere tutt’altra cosa. Questa tutt’altra cosa, ovviamente, la scoprirà chi avrà la temerarietà di leggere la rivista.