Cieli d’avorio, di Carmelo Barbaro

 

“Cieli d’avorio” di Carmelo Barbaro, Lettere Animate Ed., 2014.

Tre eroi e un apprendista-eroe: la trama di quest’avventura (proiettata più di mille anni avanti nel futuro ma saldamente radicata nella nostra epoca) ruota attorno a un singolare quanto affiatato quartetto di personaggi, dai talenti più unici che rari.

Miccia corta, cuore grande e un (letterale) asso nella manica, lo spericolato pilota Bolt solca lo spazio a bordo dell’avveniristica Valetudo, nave da guerra sperimentale con cui soltanto pochissime menti umane sono in grado di sincronizzarsi. Lo affiancano due personaggi altrettanto carismatici: il pirata Shark, mastodontico “monolite nero” a comando dell’altrettanto leggendaria nave fantasma che si aggira fra gli asteroidi del sistema esterno, e il flemmatico, imbattibile analista Mike, “il migliore” di tutti (a detta dei due amici). L’ultimo a unirsi al gruppo è Sear, geniale quanto inopportuno “pivello” imbarcato in un covo di filibustieri spaziali.

Muovendo pedine su una scacchiera molto più grande di loro e diventando parte di un piano vasto e antico, i quattro sono destinati a innescare un cambiamento epocale che sconvolgerà tutti i mondi e le colonie del sistema solare: insieme, cercheranno di garantire un futuro all’Umanità e di opporsi alle machiavelliche trame dell’uomo più ricco e potente della Confederazione Terrestre, un Cattivo da fumetto che compensa i centimetri di statura mancanti con chilometri di grattacielo e gli anni di troppo con organi sani sottratti a donatori non consenzienti.

“Cieli d’avorio” (titolo evocativo e appropriato) è un romanzo di avventura in senso “classico”, avvincente, con un ritmo serrato, battute azzeccate e personaggi ben caratterizzati, ognuno con le proprie motivazioni, i propri guai, le proprie fissazioni e i propri fantasmi. Lo stile è agile, dettagliato quanto basta, e i riferimenti scientifici puntuali, senza scadere troppo nel techno-babble. Gli unici aspetti migliorabili sono la presenza di errori di battitura e piccoli refusi, oltre, a momenti, a una certa confusione nella gestione dei tempi verbali, dei punti di vista e del rapporto tra fabula e intreccio, che tuttavia non pregiudica la scorrevolezza della lettura.

Il dipanarsi degli eventi è costellato di colpi di scena, soprattutto a partire dal primo, lungo flashback e dalla comparsa di tutti i personaggi principali. Alcune svolte (soprattutto verso la conclusione) sono forse più prevedibili e rientrano nel solco del tradizionale romanzo di avventura, ma il risultato è comunque apprezzabile, tanto da far rimpiangere il fatto che il finale non sia aperto, e i protagonisti non possano farci appassionare di nuovo alle loro vicende tornando in scena in un secondo volume.

Interessante la scelta di integrare nella trama una vera e propria colonna sonora, fatta “virtualmente” ascoltare al lettore attraverso SIGMA, l’AI della nave spaziale di Bolt. Un’edizione in epub3 (formato che permette di includere anche file audio) potrebbe rendere ancora più giustizia a questa scelta, questioni di copyright permettendo.

Serena Barbacetto