Cronache di Mondo9, di Dario Tonani

“In fondo forse è sempre stato così: l’umanità ha creato gli dei, specchio delle proprie aspirazioni e speranze, di nobili ideali ma anche delle proprie debolezze, paure, perversioni e malvagità. Li ha illuminati con le tenebre della propria anima trasformandoli in demoni della peggior specie. Li ha resi sostanza e perfino materia vivente, da essi si è fatta soggiogare fino alla schiavitù, pronta o rassegnata all’estremo sacrificio.”

Con Toxica, L’Algoritmo Bianco e Picta Muore, Dario Tonani ci aveva già svelato alcuni aspetti del suo lato oscuro, pennellando abilmente, con parole di inchiostro nero e senza stelle, le stesse inquietudini monocromatiche di Edvard Munch, affidandoci un messaggio di angoscia per un’umanità logora, stolidamente approdata in massa a tutti i gironi dell’inferno senza nemmeno aver avuto la buona creanza di attendere l’apocalisse e il giudizio universale. Ma lo aveva fatto ambientando le sue intuizioni originali in un degrado (già visto e già letto molte volte) di squallide e decadenti periferie urbane, fabbriche e centri commerciali in disuso, baraccopoli piene di umanità dolente, iconici e arrugginiti rottami su quattro ruote. Insomma, qualcosa diventato in qualche modo familiare e quindi paradossalmente quasi rassicurante, al punto da attenuare l’effetto dirompente dei suoi incubi di cartone animati o di programmi informatici letali, moderne droghe proditoriamente inoculate nelle menti umane.

Poi, un’ispirazione all’apparenza stravagante: scegliere come protagonisti immense navi deambulanti su decine, centinaia di ruote; creazioni di una civiltà che sembra non conoscere l’elettricità ma che, con la carpenteria e la meccanica di precisione, ha raggiunto vette eccelse. Mercantili che solcano, sfidandolo, un deserto sterminato e sterminatore su un remoto e non meglio precisato pianeta. Metalliche moltitudini, costruite per il commercio fra comunità umane le cui città altro non sono che oasi o, se preferite, atolli disseminati in un insidioso oceano di sabbia e di ghiaccio.

Non si sa bene come, questi bastimenti si sono evoluti, sono diventati esseri viventi e senzienti, autentici dominatori del pianeta, ciascuno col proprio carattere: spietati e demoniaci, ma anche vulnerabili o timorosi. Gli esseri umani hanno poca voce in capitolo. Tentano di sopravvivere in un ambiente oltremodo ostile, ma il loro destino è segnato: se non sarà il Morbo che infesta il pianeta a trasformarli in metallo vivente, ci penseranno le navi che, per sopravvivere, si nutriranno dei propri equipaggi o di chiunque capiti a tiro.

Ecco quindi servito un incubo tutto nuovo, fatto di ruggine, metallo putrescente, carne da macello, sangue emulsionato con olio lubrificante, in un’ambientazione di contrasti assoluti, dove agli abbaglianti deserti di sabbia o ghiaccio fanno da contrappunto le tenebrose viscere di metalliche creature semoventi. È un mondo costruito con immagini potenti e incisive che evocano le inquietudini di Dino Buzzati con il suo Deserto, i suoi racconti ed il suo Poema a Fumetti, le ossessioni di Stephen King, ça va sans dire, lo scabroso Metallo Urlante di Valerio Evangelisti e infine, forse per rievocare l’approdo a una dimensione più umana e rassicurante insieme ad un sentiero narrativo finalmente tracciato (o forse solo per provocatorio divertimento) Frank Baum. Dicevamo, dunque, un mondo di immagini potenti e incisive che Dario Tonani, con maestria, assembla sapientemente e dispensa con martellante profusione, più interessato, nella concisione intrinseca dei racconti di cui sono costituite le singole Cronache, a sovraccaricare virtualmente i cinque sensi del lettore per coinvolgerlo senza scampo nella narrazione, e non tanto a offrire spiegazioni e costruire un’epica.

 

Cronache di Mondo9 raccoglie e vuole dare coerenza, integrandolo con raccordi redatti per l’occasione (gli Interludi), a un mondo di 9 racconti che si sviluppano nel tempo, con primi 4 (Cardanica, Robredo, Chatarra, Afritania) concepiti tra il 2010 e il 2012 e poi raccolti in “Mondo9” (Delos Books) e i 5 successivi, scritti (dopo un intervallo di tempo in cui Tonani si dedica ad altri progetti) tra il 2013 e il 2014 (Mechardionica, Abradabad, Coriolano, Bastian e Miserable) e pubblicati in formato digitale (Delos Digital). Un mondo che ha anche potuto beneficiare e arricchirsi dell’apporto entusiasta di altri scrittori che hanno proposto i propri spin off in un’antologia a essi dedicata (Tutti i Mondi di Mondo9 – Delos Digital) e del contributo di diversi illustratori, tra cui spicca Franco Brambilla che, rapito dalle visioni di Tonani, ha dapprima realizzato e raccolto (in The Art of Mondo9) una serie di mirabili illustrazioni che ancor più impressionano dopo aver letto le Cronache, e poi partecipato al progetto di Millemondidisegnando non solo la copertina ma anche i 9 bastimenti che, incastonati nella narrazione, impreziosiscono quest’edizione.

 

Le differenze tra il primo e secondo gruppo di racconti sono evidenti, tanto che il Millemondiè suddiviso in 2 parti: la prima, MONDO9, comprende Cardanica, Robredo, Chatarra e Afritania, mentre la seconda, MECHARDIONICA, raggruppa Mechardionica, Abradabad, Coriolano, Bastian e Miserable.

Nei quattro racconti di MONDO9 prevale l’intento descrittivo sulla narrazione. È chiaro come essi non siano stati pianificati in un quadro organico, ma traggano la loro efficacia dalla potenza evocativa delle immagini, cifra stilistica propria di Tonani, e dalla volontà quasi esasperata di suscitare stupore e turbamento, presentando nel suo divenire un mondo alieno e ostile e i suoi scandalosi protagonisti: le famigerate navi.

I 5 racconti successivi, contenuti in MECHARDIONICA, rivelano l’acquisita consapevolezza delle ulteriori potenzialità di questo Mondo; la narrazione risulta pertanto più curata e gli esseri umani (con relative degenerazioni o evoluzioni), da deboli comprimari o semplici comparse che erano nella prima parte, assurgono al ruolo di coprotagonisti, le cui caratterizzazioni e vicende diventano un filo narrativo robusto quanto basta per poter iniziare a ipotizzare un potenziale planetary romance.

 

Tutto bene, dunque?

Cronache di Mondo9 potrebbe non piacere a chi predilige una narrazione agile e veloce in cui le descrizioni siano dispensate con una certa moderazione e caratterizzino con discrezione ma compiutamente luoghi e personaggi. Ciononostante l’abilità scrittoria di Dario Tonani potrebbe farvi cambiare opinione, almeno questa volta.

Potrebbe inoltre non convincere il tentativo (e mi riferisco soprattutto alla prima parte) di raccordare e rendere coerenti i 4 racconti, che tutto sommato potrebbero tranquillamente rimanere svincolati per costituire, senza interludi, un’antologia di per sé compiuta.

Infine, molte sono le cose non spiegate o spiegate a metà: cosa sia Mondo9, da dove provengano gli esseri umani che lo abitano e quale sia la natura delle loro strutture sociali, come abbiano potuto le navi diventare vive e senzienti, come si ibridino con la materia organica e come possano trasformare gli uomini in figure eteree e servirsene e così via. Ho trovato questa indeterminatezza alquanto difficile da giustificare, e c’è un solo  rimedio a questo, ovvero che Tonani pubblichi al più presto seguiti, preludi e prodromi a completamento del (è il caso di dirlo) panorama mondonoviano, così da costruire un planetary romance compiuto e appagante.