Desolation road, di Ian McDonald

Desolation Road non dovrebbe esistere: una fermata non prevista lungo i binari della Ferrovia Bethlehem Ares, nata per errore, cresciuta ostinata come i suoi abitanti. È una parentesi nella Storia, nell’attesa che si compia il suo destino.
A Desolation Road non conta il passato e il presente è un’incognita polverosa: che si viaggi nel tempo all’inseguimento del futuro o si percorrano le sue strade a bordo di un risciò.
A Desolation Road ci sono solo due regole: si bussa prima di entrare e non si disturba durante la siesta.
Tra angeli meccanici e locomotive nucleari, matrimoni poliamorosi e spettacoli itineranti, gli abitanti di Desolation Road nascono, crescono, si innamorano, muoiono. Uccidono, a volte.
Desolation Road è una storia di frontiera in cui le suggestioni marziane di Ray Bradbury si fondono con il senso del magico e dell’ineluttabilità del destino di Gabriel García Márquez – mescolate con una buona dose d’ironia pop – per creare un tessuto narrativo fatto di personaggi, storie e luoghi che si intrecciano, si perdono e si ritrovano, dando vita a un romanzo indimenticabile.

Considerato ormai uno dei migliori scrittori di fantascienza viventi, e appartenente alla nutrita pattuglia britannica che oggi è davvero leader nel genere e comprende autori come Alastair Reynolds, Paul McAuley, Ian R.Mcleod, Ken MacLeod, e lo scomparso Iain Banks, Ian McDonald è nato nel 1960 a Manchester, in Inghilterra, ma si è trasferito da piccolo con la famiglia a Belfast, nell’Irlanda del Nord, dove oggi risiede. Ian McDonald iniziò a pubblicare fantascienza con «The Islands of the Dead», uscito sulla rivista Extro nel 1982. Questo racconto, insieme ad altri raccolti in Empire Dreams, del 1988, e ai suoi primi romanzi, sempre di quell’epoca, dimostrarono subito la sua passione per ambientazioni complesse e raffinate e per una ricerca narrativa molto elaborata dal punto di vista stilistico e di costruzione della vicenda.

Il suo primo romanzo è proprio questo Desolation Road, che la nuova casa editrice Zona42 (fondata dall’appassionato modenese Giorgio Raffaelli) porta ora in Italia e ha scelto per inaugurare la sua collana di fantascienza, dedicata alle novità più interessanti del settore e a tutti quei romanzi e autori che l’editoria italiana ha colpevolmente trascurato negli ultimi vent’anni. Desolation Road è apparso negli usa nel 1988 (guarda caso proprio in una collana dedicata agli autori più innovativi e ai romanzi più stimolanti), ed è stato definito come un incrocio tra le Cronache Marziane di Bradbury e il realismo magico di Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez.

Più che scrivere ‘pastiches’ di autori classici, si può dire che McDonald mostri la loro influenza in un’intelligente appropriazione di certe angolazioni narrative: tali appropriazioni sono necessarie per far risaltare in maniera fortemente emotiva le implicazioni psicologiche delle trasformazioni ambientali causate dal processo di ‘terraforming’ di Marte, o della trasposizione in cyborg del fisico umano.

Desolation Road è la storia epica e complessa della città omonima, fondata su Marte nel momento in cui il dottor Alimantado si allontana nel deserto verso un misterioso incontro alieno, e cresciuta attorno a un eccentrico gruppo di rifugiati e pionieri che si sono radunati presso l’oasi di Alimantado.

McDonald non si fa scrupoli nel creare un Marte pieno di prodigi tecnologici: macchinari intelligentemente avanzati sono attivi nell’opera di ‘terraforming’ e di controllo meteorologico del pianeta, e fanno parte di un bizzarro pantheon dominato da arcangeli meccanici ben integrati nelle vite dei mistici della città marziana.

I sogni dei memorabili protagonisti di Desolation Road sono mitici o razionali, alcuni colmi di odio, altri avidi di meraviglie. Essi attraggono sempre più gente nella città marziana; sempre più uomini e donne con ideali contrastanti, finché un Neo Feudalesimo verrà a regnare sopra ideali diversi come la solidarietà dei lavoratori, la rivoluzione nichilista e la religione delle macchine.

Desolation Road è un romanzo di fantascienza ma anche di realismo magico, Nel romanzo tutto ha un senso narrativo e tecnologico, come nelle buone opere di fantascienza, ma la prosa lirica e raffinata di McDonald dà all’opera un tocco fantastico che si può riscontrare in pochi romanzi di sf. Soprattutto, in poche opere l’autore riesce a mantenere la storia in un equilibrio così difficile e precario senza cadere nelle trappole del fantasy.

Ma McDonald dimostra già in questa sua prima impresa di essere autore di prim’ordine, come verrà poi confermato dai suoi romanzi successivi, come Necroville, I confini dell’evoluzione, e soprattutto il grandioso e affascinante Il fiume del dèi.

Per correttezza va detto che Ian McDonald non è mai uno scrittore facile: ogni suo romanzo richiede un impegno intellettuale che non tutti i lettori vogliono fare, ma le ricompense, per chi ama la buona fantascienza e le buone letture in genere, sono sempre assai superiori agli sforzi spesi.

Concludo ricordando l’ottima traduzione di Chiara Reali, a suo agio con una prosa quanto mai complessa, lirica e di alto livello qualitativo come quella di McDonald, e invitando tutti i veri appassionati  a non lasciarsi sfuggire questo piccolo gioiello.

Ah, certo: ancora un enorme “in bocca al lupo” a Zona42, una ventata di freschezza in questo triste panorama editoriale, nella speranza che riesca a portare presto in Italia qualche altro titolo di valore.