Doctor Who: La notte degli umani, di David Llewellyn

I motori del TARDIS ora tacevano e dall’esterno non arrivava alcun suono, ma l’interno era ancora saturato dal beep! spaccatimpani.

“Quindi è una specie di richiesta di soccorso?” chiese Amy.

Il Dottore annuì. “E’ esattamente una richiesta di soccorso. Quel che è strano è che si tratta di una richiesta di soccorso trans-temporale.

“Che… detto in parole povere?”

“Un segnale che attraversa il tempo…”

(trad. di Luca Tarenzi)

 

Dalla terza di copertina:

Un cumulo di detriti che fluttua nello spazio da 250.000 anni è la dimora dei naufraghi Sittuun, dei carnivori Sollog e, ancora peggio, degli Umani. Il Dottore e Amy arrivano sul corpo celeste 556/C, chiamato il Gorgo, nel bel mezzo di una guerra senza frontiere fra i Sittuum e gli Umani mentre, in cielo, una cometa è in rotta di collisione. Ma, quando il Dottore viene rapito, sarà compito di Amy e dell’avventuroso spaziale Dirk Slipstream prendere in mano la situzione. Ma chi è davvero Slipstream? E quali sono le sue vere intenzioni?

Gli appassionati della serie di fantascienza più longeva della televisione non possono perdersi LA NOTTE DEGLI UMANI (The Night of the Humans, 2010), primo romanzo di questo universo pubblicato in italiano (e ringraziamo la casa editrice Asengard che, dal 2013 ad oggi, ha dato alle stampe altri episodi). Protagonista è l’undicesima incarnazione del Dottore, interpretato sullo schermo da Matt Smith, affiancato dalla companionAmy, al secolo Karen Gillan.

L’autore è lo scrittore e sceneggiatore gallese David Llewellyn (classe 1978) che, al suo attivo, ha già un’altra avventura con protagonista il Dottore (The Taking of Chelsea 426, 2009) e un paio di romanzi dello spin-off Torchwood. Se da un lato Llewellyn farcisce la storia con molti, forse troppi cliché fantascientifici (dal cimitero di astronavi ai naufraghi umani regrediti a un livello animalesco, senza trascurare la reliquia di una civiltà scomparsa che dona un potere illimitato a colui che la possiede), dall’altra fa un ottimo lavoro con i dialoghi e i personaggi, punto di forza di tutto il libro. Il Dottore e Amysono presentati abilmente e dopo poche battute risultano subito simpatici, anche ai non conoscitori della serie. I “delfinoidi” Sittuun, la principale razza aliena presente nella storia, sono l’elemento più originale e intrigante; purtroppole potenzialità non sono sfruttate appieno, causa anche la mole non eccessiva del libro. Il criminale e fanfarone Dirk Slipstream è magistralmente antipatico e, come tutti i cattivi che si rispettino, non si riesce a eliminarlo facilmente, dando filo da torcere al Dottore sino alle ultime pagine.

Da segnalare che LA NOTTE DEGLI UMANI è una storia originale e inedita, non la novelizationdi un episodio già trasmesso. Non ci sono agganci diretti con altre avventure del Signore del Tempo, se non il riferimento al pianeta prigione Volag-Noc, che s’incontra nella serie animata del 2007 The Infinite Quest, che vede il Dottore con le fattezze di David Tennant.

Un romanzo divertente, scorrevole, facile, con qualche ingenuità qua e là ma assolutamente godibile. Per il lettore casuale il romanzo può rivelarsi una finestra interessante sull’intricato e variopinto mondo di questo personaggio che entusiasma generazioni di spettatori (e lettori) dal lontano 1963.

David LLEWELLYN, LA NOTTE DEGLI UMANI (The Night of the Humans, 2010), trad. di Luca Tarenzi, Asengard Edizioni, 2013, 218 pp., prezzo 12,50 €.