Ebrei contro zombi, la genialata di Lavie Tidhar e Rebecca Levene

Genialata, sì. Perché l’antologia a cura di Lavie Tidhar e Rebecca Leven cattura già dal titolo l’attenzione del pubblico, o almeno un certo tipo di pubblico. I curatori si sono posti una domanda che nessuno si era mai chiesto prima d’ora: che cosa succede quando il popolo eletto incontra il morto vivente?

Diciamolo subito, Ebrei contro zombi non è un libro per tutti, almeno all’apparenza. Il titolo farebbe pensare a una sorta di guerra tra gli ebrei e gli zombi, dove le due categorie si massacrano a vicenda per la gioia dei lettori in una specie di Colosseo letterario. In realtà non è così, perché gli otto racconti, scritti da altrettanti otto scrittori e scrittrici di origine ebraica, narrano storie molto variegate e niente affatto scontate, cioè lontano dai cliché sugli zombi ai quali il cinema ci ha abituato.

Alcuni racconti hanno persino una vena umoristica. È il caso di “La fabbrica del capro espiatorio”, un racconto che rimanda ironicamente alla storica messa al bando degli ebrei, alla loro eterna persecuzione esplosa drammaticamente nell’ultima guerra mondiale. Una nota umoristica si percepisce anche in “La gente del venerdì”, dove un gruppo di giovani spera di ereditare le proprietà di alcuni vecchiacci che però si dimostrano stranamente longevi.

Senza elencare tutte le storie, merita una menzione speciale il primo racconto dell’antologia, “Ascesa”. Chi lo avrebbe mai detto che una storia di zombi potesse risultare poetica o che, addirittura, potesse rappresentare un inno alla vita e all’amore? Eppure, miracolosamente, la scrittrice Rena Rossner è riuscita nell’intento.