Evermen. L’incantatrice, di James Maxwell

Nato in Nuova Zelanda e tuttora residente a Londra, James Maxwell è prolifico autore di libri fantasy. Appassionato di viaggi e terre lontane, è stato proprio mentre si trovava in Thailandia che ha dato vita a “L’Incantatrice” (Fanucci editore, 2016), il primo di quattro titoli della Saga internazionale che l’ha fatto conoscere al grande pubblico e che lo ha consacrato autore apprezzato in tutto il mondo.

I protagonisti della Saga sono Ella e Miro, due orfani di umili origini che desiderano fare qualcosa per il loro mondo, salvarlo dalle forze oscure che lo minacciano. Per questo motivo, Miro vuole diventare un importante guerriero di spada ed Ella andare a studiare all’Accademia degli Incantatori. Tuttavia, l’Accademia costa molto e occorre una raccomandazione da persone altolocate, cosa assai improbabile per la fanciulla. Così Ella comincia a vendere fiori e a studiare tutto ciò che può nel tempo libero. Quando il fratello parte per il fronte, nella sua vita entra un personaggio misterioso, Killian, un uomo che nasconde segreti da cui dipende il destino delle loro terre.

“L’Incantatrice” inaugura una Saga fantasy epica, un mondo in cui la magia è un fattore dominante, quotidiano, ma non un dono innato o retaggio di pochi individui dai poteri straordinari: è infatti un Sapere da apprendere e da studiare, a patto che si abbiano soldi e conoscenze importanti che possano agire da garanti per il futuro apprendista. Segnati con simboli e rune attraverso l’Essenza e attivati dalla Voce di un Incantatore, anche oggetti inanimati e anonimi possono diventare mezzi portentosi di salvezza e trasformazione di aspetti spiacevoli della realtà: “Ohr-ahn. Tal-ihn. Tal-seh. Sussurrò. Mentre Katherine parlava, l’oggetto prese vita. Apparvero colori sgargianti, e un suono, come di migliaia di uccelli stridenti, si propagò per tutto il mercato. Le guardie si coprirono le orecchie con le mani, facendo smorfie di dolore. Ci fu una grande ressa, i compratori cercavano di scappare da quella cacofonia.”

Ed è proprio l’Essenza a permettere i sortilegi: una sostanza magica vitale per la terra di Merralya; fatale al tatto, deve venire diluita e controllata dalla parola per poter essere usata senza conseguenze nefaste: “Ella non poteva credere ai propri occhi. Non aveva mai visto tanta essenza in un posto solo, né ne aveva mai sentito parlare. E adesso era lì, in una semplice fiaschetta d’acqua, abbastanza essenza da incantare un centinaio di armature di seta!”. Il concetto di sortilegio è quindi qualcosa di concreto, diretto e immediato. Ne deriva una grande naturalezza dell’elemento magico in tutto il corso del libro: è anch’esso una “macchia di essenza” che regala alla narrazione una particolare attrattiva, fatta di un piacevole miscuglio tra ordinario e straordinario, reale e irreale, semplice e complesso. La magia è evocativa come una parola e accessibile come un oggetto quotidiano, una sapienza che si può trovare nelle pagine di un libro alla portata di tutti. È a disposizione di ogni uomo. Allo stesso modo, tutta la struttura narrativa è basata sul reale: tutto avviene sul piano del visibile. Merralya è un luogo fantastico dove personaggi veri possono vivere tranquillamente, dove c’è spazio per l’assurdo se analizzato con sguardo metafisico, tenendo un occhio sul possibile e uno sull’improbabile, mettendo a fuoco così un mondo naturale dove il tempo è sempre quello presente.

Lo stile è semplice ma non banale, raffinato ma non lezioso, molto scorrevole, pieno, ma non pomposo. L’uso della parola è ricercato, la storia ben intrecciata, interessante, ricca di avvenimenti e mai prevedibile. La struttura è leggera e ben congeniata.

I protagonisti hanno grandi qualità pur non essendo degli “eletti” e i loro punti di vista sono chiari e riconoscibili; la storia risulta così ben bilanciata, così come l’alternanza tra azione e descrizioni. La narrazione è fluida e scorrevole, non ci sono tempi morti e il lettore può avere un’ampia visione di ciò che succede, riuscendo ad intuire i vari stati d’animo che muovono i personaggi.

A mio parere l’elemento sentimentale non dà sufficiente sapore alla lettura. Poteva essere reso più carico, più coinvolgente e più significativo, senza naturalmente cadere nello sdolcinato e nel mediocre; c’è, ma è profumo che non impregna, vento che soffia ma non travolge.

Sebbene non ci sia spazio per l’estremo, passioni violente, sensazioni ed emozioni sconvolgenti, stereotipi limite, situazioni che frastornano l’animo, “L’incantatrice” trascina e attrae, suggestiona e affascina, sparge essenza fatata nella mente del lettore e lo accende con la voce allettante della magia.

Titolo: Evermen – L’incantatrice

Autore: James Maxwell

Editore: Fanucci editore

Collana: Collezione immaginario fantasy

Anno pubblicazione: 2016

Pagine: pagg. 566 versione cartacea

Prezzo: cartaceo €9,90 (Ebook €4,99)