Extasia, di Silvio Donà

Oggi viene ufficialmente pubblicato Extasia, il nuovo romanzo di Silvio Donà, quello stesso scrittore che aveva già deliziato il pubblico con il suo Pinocchio.2112, piccolo manoscritto tramandato di bocca in bocca attraverso un incredibile passaparola.

Tecnicamente Silvio Donà non appartiene alla cerchia degli scrittori di fantascienza anche se trae le maggiori ispirazioni proprio da quel genere letterario. Dal 2009 a oggi la sua posta elettronica sarà stata invasa da una valanga di messaggi di invito a scrivere un nuovo romanzo di fantascienza e con quest’ultima fatica le suppliche sono state finalmente esaudite.

Nel futuro di Extasia il mondo sta affrontando la sfida più dura che abbia conosciuto. Una serie di disastri globali ha messo il pianeta in ginocchio e, come se non bastasse, mezza popolazione mondiale è stata uccisa da una pandemia di probabile origine artificiale: il Morbo. La malattia colpisce tutti indifferentemente, ricchi e poveri, non esiste cura e non c’è modo di sfuggirgli se non pagando a caro prezzo con la perdita delle gambe, delle braccia, o trovandosi il volto sfigurato come quello del giovanissimo protagonista di nome Dany.

La faccia del ragazzino è ricostruita per metà con del materiale plastico, e una benda ricopre l’orbita di un occhio mancante. Non ha nemmeno quindici anni ma ha imparato da tempo come districarsi in un mondo violento e pericoloso, per questo se ne va in giro con una vecchia Beretta infilata nei pantaloni. La sua ragione di vita è la sorellina Eva, e per lei si metterà in un guaio senza fine.

I due fratelli incontreranno nel loro cammino un adulto dal cuore d’oro, il Dott. Coelo, un ex medico che non si è fatto contaminare dalla catastrofe sociale e culturale iniziata un paio di generazioni prima. «Quello in cui viviamo è un mondo di bestie. Ma proprio per questo noi dobbiamo essere diversi. Abbiamo il dovere di esserlo, di fare di tutto per farlo diventare un po’ meglio di come l’abbiamo trovato» dirà il Dott. Coelo nelle righe più importanti dell’intero romanzo, che in sostanza riepilogano tutto il significato dell’opera e lo spirito di chi le ha dato vita.

In una trama dai contorni semplici e forti, ben delineati, non può mancare l’antagonista malvagio che riveste i panni del mostro. Il compito di dare una pennellata di malvagità alla storia viene affidato al perfido padre dei due ragazzini, un genio della chimica votatosi al male, produttore della droga più potente mai generata, extasia, dalla bizzarra consistenza a metà tra liquido e gas. Se il Male potesse avere una definizione chiara e netta, si plasmerebbe sulla figura del chimico più cattivo del reame: privo di empatia, incapace di amare.

Ambientando le sue storie nello spazio urbano, con un numero esiguo di personaggi, Silvio Donà riduce ogni cosa all’essenziale e le sue narrazioni conducono ad una profonda semplicità. Dedicandosi in larghissima parte a sottolineare valori come l’amicizia, l’affetto e la rivalsa individuale contro i mali del mondo, nel costruire la trama si limita a riprodurre schemi tutto sommato classici.

Malgrado sia disseminato da elementi non sempre originali, Extasia riporta su di sé l’indistinguibile timbro di un autore dalla prosa inconfondibile, in grado di elevare, con spiccato senso del divertimento, i sentimenti più nobili di cui dispone l’animo umano.