Ferro Sette, di Francesco Troccoli

“Quando l’umanità fece della produzione la sua legge fondamentale, la rovina ebbe inizio.”

 

Dalla seconda di copertina:

Futuro remoto: l’umanità ha smarrito le basi della sua stessa natura. Due vecchi commilitoni si ritrovano, nemici. Il primo, Tobruk Ramarren, è un’ignara pedina di un potere occulto; il secondo, seguendo un’antica intuizione, si ribella a quella che sembra l’unica vita possibile. Nelle viscere di un piccolo pianeta minerario, ai confini dell’Alleanza, il protagonista s’imbatterà in una sorprendente comunità di reietti, custodi del segreto che li rende liberi. Lo scontro tra i Dominatori e lo sparuto gruppo di rivoluzionari è inevitabile, così come la sorpresa di Tobruk Ramarren di fronte alla scoperta che gli cambierà la vita.
Una sorprendente visione di un possibile futuro della civiltà del nostro tempo, e di una ribellione che scaturisce dalla natura più segreta e preziosa dell’essere umano
“.

 

Nel mare magnum della fantascienza molte opere di successo si sviluppano attorno ad un’unica, geniale idea: è il caso di capolavori come “Universo incostante” (A Fire Upon the Deep, 1992) di Vernor Vinge o “I figli degli uomini” (The Children of Men, 1992) di P.D. James, per non citare la maggior parte dei racconti di P.K. Dick.

In questa categoria rientra a pieno titolo anche FERRO SETTE di Francesco Troccoli (romano, classe 1969). A partire da una “modifica evolutiva sostanziale” (di più non si può e non si deve svelare…), prende vita un intero universo letterario, incredibilmente complesso ma verosimile. In questa cornice si svolge la storia narrata in prima persona dal protagonista, Tobruk Ramarren. Ex militare e cacciatore di taglie, Tobruk è un personaggio tormentato, ricco di luci quanto di ombre, che in passato ha compiuto atti non proprio edificanti ma che, con il procedere della narrazione, conosce un’evoluzione, cambia e diventa una persona diversa, padrona del proprio destino e decisa a cambiare le sorti dell’umanità intera.

Se vi appassionano i romanzi di fantascienza avventurosa divertenti, originali ma, allo stesso tempo, ricchi di elementi classici della Space Opera, come mondi alieni, astronavi sfreccianti, combattimenti ad alta tecnologia, FERRO SETTE fa per voi.

Troccoli è uno scrittore che si è fatto le ossa con decine di racconti, vincendo premi in giro per l’Italia, prima di affrontare un’opera così impegnativa. Ha impiegato tre anni a scrivere il suo romanzo d’esordio. Anni fruttuosi e ben spesi, poiché ha partorito non un buono bensì un ottimo romanzo.

Pubblicato dalla Armando Curcio Editore (gradita sorpresa vedere una casa editrice importante impegnarsi con una storia di genere), FERRO SETTE introduce il lettore in un universo originale, unico, sebbene debitore verso i grandi maestri. Molte sono le influenze riscontrabili, da Heinlein alla Le Guin passando per le opere di Herbert, “Dune” in primis.

Ciò non vuol dire che FERRO SETTE non sia altro che una riuscita opera di collage, tutt’altro.

In un contesto che possiamo definire asimoviano, ovvero una galassia colonizzata dalla razza umana con una miriade di pianeti terraformati, si inserisce un elemento (lo scoprirete solo leggendo il libro!) che dischiude un inedito, immenso orizzonte, foriero di ulteriori sviluppi.

Quindi, le giuste dosi di azione, novità e soprattutto ambizione, come non sempre si riscontra nei romanzi italiani di genere fantascientifico, fanno sì che quest’opera soddisfi tutti i lettori, compresi quelli che prediligono le produzioni di stampo anglosassone.

Una curiosità: la laurea in Farmacia dell’autore, nonché una lunga esperienza lavorativa nel campo della farmaceutica, rendono precise e verosimili le numerose descrizioni di stimolanti, droghe e sostanze di vario genere.

 

Francesco TROCCOLI, FERRO SETTE, Armando Curcio Editore, collana ELECTI, 319 pp., 2012.