Gli dei di Mosca, di Michael Swanwick

Tanto tempo fa, Baikonur era stata una sfavillante gemma dell’ambizione umana, un luogo dal quale gli antichi eroi partivano per raggiungere il cielo, cavalcando le loro portentose macchine. Adesso era un avamposto dell’Inferno. Il sole era tramontato e la città era soffocata dal fumo, ma il bagliore rosso delle fornaci e le improvvise vampate di gas illuminavano a sprazzi dettagli delle incomprensibili strutture che erano cresciute intorno alle rovine risalenti all’era spaziale. Solo uno spirito maligno avrebbe potuto apprezzare il loro aspetto orribile.”

 

 Presentazione della casa editrice:

In un futuro post apocalittico dal sapore ottocentesco, in cui Internet non esiste più…
Darger e Surplus sono due truffatori gentiluomini: Darger è un malinconico amante dei libri antichi; Surplus un cane geneticamente modificato per comportarsi come un uomo. Con l’inganno si sono uniti alla carovana dell’ambasciatore di Bisanzio per raggiungere sani e salvi Mosca, dove intendono dare vita a una truffa ai danni del Duca. Però il Duca non è un personaggio così facile da avvicinare, nonostante il dono che gli stanno portando: sette donne bellissime, create solo per soddisfarlo.

Darger e Surplus si troveranno nel mezzo di una rete di intrighi tra fanatici religiosi, politici affamati di potere, macchine viventi che odiano il genere umano e perfino Lenin ritornato ad arringare le folle. Riusciranno i due truffatori gentiluomini a cavarsela?

 

Michael Swanwick (classe 1950) è un affermato scrittore statunitense di fantascienza e fantasy, con una spiccata preferenza per i generi cyberpunk, steampunk e new weird. Tra i suoi successi ricordiamo “Ossa della Terra” (Bones of the Earth, 2002) e la saga dei Draghi del Ferro e del Fuoco, il secondo capitolo della quale, “I draghi di Babele” (The Dragons of Babel, 2008), si è aggiudicato il Premio Alex nel 2009.

Con GLI DEI DI MOSCA (Dancing with Bears, 2011) l’autore dedica un romanzo alla singolare coppia di impostori Surplus e Darger, già protagonisti di alcuni racconti, primo dei quali nel 2001 fu “The Dog Said Bow-Wow”, vincitore di un premio Hugo.

Gli elementi per un’opera di successo ci sarebbero tutti: trama dal ritmo veloce con numerosi colpi di scena, un variegato insieme di personaggi, tra cui intelligenze artificiali assetate di vendetta, emuli di Rasputin, spie fascinose, nerboruti neandertaliani e vergini aspiranti ninfomani. E soprattutto uno scenario intrigante, ovvero la città di Mosca in un futuro post-apocalittico, dove mutazioni genetiche partorite dalle vasche di clonazione, come il cane umanizzato Surplus, convivono con una tecnologia altrimenti di livello ottocentesco.

Le atmosfere bizzarre e farsesche a volte ricordano quelle di Neil Gaiman e China Mièville, e una sottile vena di umorismo permea l’intero romanzo, altresì caratterizzato da tematiche come l’antimilitarismo e il nichilismo. La storia è godibile e il sottosuolo moscovita, con la sua fantasiosa popolazione, non si discosta molto da quello londinese di “Nessun dove” (Neverwhere, 1996) di Gaiman. Peccato che molte domande, che sorgono spontanee nel lettore, siano lasciate senza risposta.

Il duo Surplus e Darger è debitore, secondo l’opinione di chi scrive, nei confronti del Cugel di Jack Vance e, in misura minore, della premiata ditta Fafhrd & Gray Mouser, scaturita dalla penna di Fritz Leiber, senza però quella carica di simpatia prorompente, tipica degli archetipi menzionati, indispensabile a coinvolgere il lettore. Probabilmente i personaggi più riusciti sono alcune figure secondarie, come l’ingenuo Arkady, il teppista Kyril, la letale Anya o il misterioso Duca, le uniche che intraprendono un percorso di maturazione o di cambiamento, riservando alla fine non poche sorprese.

Lettura tanto scorrevole quanto piacevole, in definitiva GLI DEI DI MOSCA è un buon romanzo che ha mancato l’eccellenza per un soffio, forse per scarso coraggio da parte dell’autore che, spingendo sull’acceleratore, avrebbe potuto immortalare il granducato della Moscovia “post-Utopia” al fianco dell’America delle divinità decadute di Gaiman o del Bas-Lag di Miéville.

Mi auguro che l’opera di Swanwick contribuisca al successo della nuova collana Vaporteppa, dedicata ai libri di fantascienza in formato digitale.

 

 Michael SWANWICK, GLI DEI DI MOSCA (Dancing with Bears, 2011), trad. di Emilio Zanchi, Antonio Tombolini editore, collana Vaporteppa, 388 pp. (circa), 2014, prezzo ebook 4,99 €.