Gli eredi di Hammerfell, di Marion Zimmer Bradley

Erano già a un’altezza più che rispettabile, quando Alester vide una sorta di strada fra i rami, costituita di passerelle di legno, che correva da un albero all’altro. In fondo c’era una sorta di capanna, costruita piegando ad arte i rami più piccoli e intrecciandoli tra loro: una sola stanza, ma spaziosa e con sul pavimento un paio di grossi cuscini di stoffa spessa. L’omino si lasciò cadere su uno dei cuscini e fece segno ad Alester di accomodarsi sull’altro. Il giovane si sedette e si accorse che era abbastanza comodo: dal fruscio e dall’odore di prato che aveva, capì che era pieno di erba secca.
Il nano prese un bastone lungo e sottile e gli diede un pizzicotto sulla punta: subito vi si accese un piccolo fuoco, che illuminò debolmente l’interno della camera. Lo piantò in terra, in modo che facesse da candeliere, e disse:
“Allora, gli indovinelli. La prossima volta che mi riunirò con i miei fratelli attorno al fuoco, voglio averne uno nuovo da sfoggiare!”
(trad. di Riccardo Valla)

 

Quarta di copertina: 

Un antico conflitto tra i clan di Hammerfell e Storn insanguina ancora la terra di Darkover. In una notte fatale, i destini dei due gemelli Alester e Conn, eredi del trono di Hammerfell, vengono brutalmente separati…

 

GLI EREDI DI HAMMERFELL (The Heirs of Hammerfell) fu pubblicato nel dicembre del 1989, dopo alcuni anni in cui Marion Zimmer Bradley (1930-1999) si era dedicata ad altri progetti letterari, ed è l’ultimo romanzo della serie di Darkover, tra quelli scritti esclusivamente dall’autrice di Albany (NY), a svolgersi durante gli anni sanguinosi dei Cento Regni. Come ben sanno gli appassionati, nella cronologia darkoverana è questo il periodo immediatamente precedente la “riscoperta” del pianeta dal sole rosso da parte delle astronavi terrestri, dopo millenni in cui la società umana locale si è sviluppata autonomamente.
Il romanzo apre una finestra sulla società dei Comyn, gli aristocratici che governano la civiltà feudale di Darkover, colta nel momento del suo massimo splendore. Ogni famiglia Comyn si distingue per uno specifico Potere, il cosiddetto laran, esercitato grazie all’uso delle Pietre Matrici. Queste sono cristalli magici, donati agli umani agli albori della colonizzazione planetaria dai Chieri, noti anche come elfi di Darkover. Tra i monti Hellers, non lontano dai ghiacci eterni che circondano le terre abitate dagli esseri umani, due minuscoli feudi, quello degli Hammerfell e quello limitrofo degli Storn, si combattono tra loro, trascinandosi in una faida vecchia di generazioni. Protagonisti principali sono i fratelli gemelli Alester e Conn, ultimi rampolli del signore di Hammerfell. Separati da piccoli, dopo la presa del proprio castello da parte dell’armata Storn, si riuniranno in età ormai adulta e lotteranno, insieme, per riconquistare l’eredità paterna. In realtà, più che la lotta contro gli Storn, a catalizzare l’attenzione del lettore è la riunione e lo scontro tra le differenti personalità dei due protagonisti. Alester è cresciuto, assieme alla madre, alla corte del re Hastur, nella ricca e raffinata città di Thendara; Conn, rimasto sugli Hellers assieme allo scudiero Markos e a lungo creduto morto, è stato allevato tra umili montanari e nonostante sia dotato di un laranmaggiore, non è l’erede ufficiale alla signoria, essendo nato venti minuti dopo il fratello. Due personalità in forte contrasto: colto, galantuomo, sprezzante verso le classi più basse l’uno, semplice, pratico e generoso verso il prossimo l’altro.
Il romanzo, scritto con lo stile scorrevole cui ha abituato l’autrice statunitense, non presenta grandi colpi di scena e la trama procede, piacevolmente e con una concisione tipica del racconto fiabesco, verso un finale privo di sorprese stravolgenti. La singolarità, per chi è avvezzo a questa immensa saga che conta decine di titoli, è l’incontro di Alester con un “uomo delle foreste”, esponente della razza umanoide che vive sui grandi alberi di Darkover. Infatti, dopo l’arrivo degli umani in seguito a un naufragio (vicenda descritta nel romanzo “Naufragio sul pianeta Darkover“), le specie aborigene si sono ritirate in luoghi isolati e impervi, lontano dagli insediamenti umani in espansione, e raramente compaiono nei romanzi e nei racconti che Marion Zimmer Bradley fa svolgere nei primi periodi, l’età del Caos e i Cento Regni.
Non meno importante, nell’economia della storia, è l’aspetto sentimentale: come in ogni romanzo che si rispetti della Zimmer Bradley, i travagli amorosi sono centrali nella trama e a volte offrono al lettore più pathos di battaglie e duelli.
Un libro science-fantasydove l’aspetto fantasyprevale nettamente, consigliato a chi è già innamorato delle atmosfere e dei panorami del mondo dal sole rosso.

GLI EREDI DI HAMMERFELL (The Heirs of Hammerfell, 1889), trad. di Riccardo Valla, Editori Associati, collana TEADue, pp. 243, 1992.