Gli ultimi giorni della nuova Parigi, di China Miéville

All’imbrunire i combattenti erano saliti sui tetti, le loro armi caricate con munizioni sardonicamente benedette. A Parigi bisognava essere pronti per combattere gli esseri d’arte e i demoni, per non parlare dei nazisti, quindi cercavano di avere armi per qualsiasi eventualità.

(trad. di Pierluigi Fazzini)

 

Presentazione della Fanucci Editore:

1941. A Marsiglia nel caos della guerra, l’ingegnere americano e discepolo occulto Jack Parsons cerca di catturare e incanalare il potere immaginativo dei surrealisti, al fine di sconfiggere il Reich. Il suo esperimento cambierà il corso della guerra – e il volto della città – per sempre.

1950. Il surrealista Thibaut, cammina per le vie di una nuova e allucinogena Parigi, dove i nazisti e la Resistenza sono intrappolati in un conflitto senza fine, e dove le strade sono infestate da immagini e testi viventi – e dalle forze dell’inferno. Per fuggire dalla città, Thibaut dovrà unire le forze con Sam, un fotografo americano intento a documentare le atrocità del conflitto. Ma quando Sam viene cacciato, emergeranno nuovi e inquietanti segreti che metteranno alla prova tutte le loro convinzioni sulla lealtà dell’uno verso l’altro, sulla vecchia e la nuova Parigi, e sulla realtà stessa che li circonda.

Gli ultimi giorni della nuova Parigi (The Last Days of New Paris, 2016) è un romanzo dalla lettura impegnativa, in primis per lo sforzo immaginifico che China Miéville impone al lettore. L’autore inglese pesca a piene mani dall’universo surrealista, contrapponendo creazioni più o meno assurde (a partire dal “cadavere eccellente” che decora la copertina) all’esercito nazista che occupa Parigi durante la II Guerra mondiale. Come se non bastasse i tedeschi, in difficoltà contro gli eccentrici nemici, ricorrono all’evocazione di demoni. I quali si rivelano pericolosi per entrambi gli schieramenti.
A complicare ulteriormente la trama, Miéville attinge pure dal mondo dell’occultismo (con numerosi riferimenti all’esoterista inglese Alesteir Crowley) e inserisce il tutto in un contesto ucronico, con salti temporali (tra il 1941 e il 1950) e spaziali (tra Marsiglia e la capitale francese). Non mancano alcuni inquietanti “cammei” di personaggi tristemente famosi.
A sorpresa compare persino un terzo incomodo (quanto mai inaspettato) tra la Resistenza parigina e le forze d’occupazione e, lungi dall’illuminare uno sprovveduto lettore, concludono il libro una postfazione, a dir poco spiazzante, e una corposa sezione ricca di note.
Al di là della storia, il lavoro si rivela un vero e proprio inno al movimento surrealista, una celebrazione del suo messaggio rivoluzionario, un omaggio ai poeti e ai pittori che hanno dato sostanza al sogno e all’inconscio. L’amore che Miéville prova per questa corrente artistica si era già manifestato in opere precedenti – basti pensare agli esseri umani “rifatti” presenti in Perdido Street Station (2000) – ma con questo romanzo, seppur breve, si arriva a un’esaltazione senza precedenti nell’autore dell’assurdo e della critica estrema alla razionalità.
Gli ultimi giorni della nuova Parigi è cronologicamente l’ultimo lavoro importante pubblicato dallo scrittore nativo di Norwich ma, idealmente, si può collocare all’inizio della sua carriera letteraria: la devastante “bomba S”, che scatena l’uragano surrealista su Parigi, può considerarsi il primo passo di un lungo cammino che, tra leggi della fisica stravolte e incarnazioni di creature finora confinate nei meandri dell’immaginazione, conduce infine a New Crobuzon e ad Armada, la città delle navi. L’alfa e l’omega della produzione fantastica dell’esuberante China Miéville.
Non resta che aspettare il suo prossimo lavoro che, chi scrive ne è certo, si rivelerà qualcosa di completamente diverso.
China MIEVILLE, GLI ULTIMI GIORNI DELLA NUOVA PARIGI (The Last Days of New Paris, 2016), traduzione di Pierluigi Fazzini, Fanucci Editore, collana Narrativa, 181 pp., 2020, prezzo di copertina 14,00.