I centomila regni, di N. K. Jemisin

Non sono più quella che ero una volta. Mi hanno fatto subire di tutto, mi hanno aperto e strappato via il cuore. Non so più chi sono.

Devo provare a ricordare.

(trad. di Serena Maccotta)

 

Dalla seconda di copertina:
Yeine Darr è un’esiliata del barbaro Nord. Quando sua madre muore in circostanze misteriose, viene convocata nella maestosa città di Sky, sede della famiglia dominante Arameri. Lì è nominata erede del re, e la notizia la sconvolge. Ma il trono dei Centomila Regni non è facile da conquistare, e Yeine si ritrova coinvolta in una brutale lotta per il potere contro due cugini che non sapeva nemmeno di avere. Mentre combatte per la vita, si avvicina sempre di più alla verità sulla morte di sua madre e sulla storia di sangue della sua famiglia. Con le sorti del mondo in precario equilibrio, Yeine imparerà quanto pericoloso possa essere vivere in una situazione in cui amore e odio, dèi e comuni mortali, si ritrovano inestricabilmente legati.

 

Romanzo d’esordio della statunitense Nora K. Jemisin e pubblicato ora dalla Gargoyle, I Centomila Regni (The Hundred Thousand Kingdoms, 2009) è un’opera ambiziosa, di pregevole esecuzione e di indubbio fascino.

Primo capitolo della serie The Inheritance Trilogy, il libro si può leggere autonomamente, senza la paura di ritrovarsi davanti a trame lasciate in sospeso. Allontanandosi dal classico epic fantasy, incentrato sulla battaglia campale fra Bene e Male, introduce il lettore in un mondo mitologico originale e complesso, a tratti ambiguo, ancora non del tutto maturo ma ricco di ammiccamenti. Un mondo dove le divinità perdenti di un’antica guerra celeste sono costrette a dimorare nel palazzo sospeso di Sky e a sottostare, con le proprie capacità, al volere, per non dire al capriccio, della dinastia umana degli Arameri. Forti di questo potere, i sovrani Arameri tiranneggiano i Centomila Regni, punendo crudelmente coloro che osano sfidarli. Ma le lotte all’interno della famiglia dominante e le cospirazioni sono all’ordine del giorno e gli dèi tentano di riguadagnare sotto la guida di Nahadoth, Signore della Notte, l’antica libertà perduta a causa di Itempas, Signore Lucente e patrono degli Arameri. Nell’anima della giovane Yeine, nipote del sovrano e voce narrante della storia, risiede la chiave del loro riscatto. La ragazza, trascinata suo malgrado in una spietata lotta per la successione, ha pochi giorni a disposizione, non solo per difendersi dalle macchinazioni che le ruotano intorno ma anche per scoprire il mistero che si nasconde dietro l’assassinio della madre.

Questo libro è debitore nei confronti della produzione di Tanith Lee e specialmente dello splendido ciclo dei racconti della Terra Piatta. Molti i punti di contatto fra le due autrici: anche la Jemisin sa evocare magistralmente mondi fantastici, possiede il senso della narrazione e uno stile indiscutibile (seppure le vette liriche della scrittrice londinese siano ancora distanti). La storia narrata in I Centomila Regni, al pari di quelle della corposa serie della Lee, è caratterizzata da atmosfere magiche, dall’interazione fra creature terrene e soprannaturali, da evocazioni oniriche, nonché da una persistente tensione erotica che avvicina uomini e divinità. E come non notare nel Signore della Notte Nahadoth la somiglianza, di aspetto e di personalità, con Azhrarn, Principe dei Demoni della Terra Piatta e a sua volta Signore della Notte.

Tutti i personaggi creati dalla Jemisin, umani e no, sono complessi, credibili, ciascuno con un proprio fardello di problemi e dubbi. Sullo sfondo poi c’è uno scenario degno delle grandi opere del genere fantasy che suscita curiosità, domande, nonché impazienza di leggere anche gli altri volumi della trilogia.

I Centomila Regni affascinerà i lettori, anche quelli non abituati a leggere una favola. Perché il libro della Jemisin, che oltre ad aver vinto il Locus Award come miglior romanzo d’esordio nel 2011 si è guadagnato anche nominations per lo Hugo, il Nebula e il World Fantasy Award, altro non è che una favola moderna, contenente tutte le suggestioni che rimandano alla favola classica. Una favola per adulti, ricca di allusioni, di verità e di emozioni come raramente è dato leggere in libri di questo genere. La già citata Tanith Lee, Marion Zimmer Bradley o Ursula K. Le Guin hanno regalato agli appassionati esempi simili di letteratura.

Le condizioni per la permanenza stabile di Nora K. Jemisin nell’Olimpo degli autori del genere fantasy ci sono tutte. 

 

Nora K. JEMISIN, I CENTOMILA REGNI (The Hundred Thousand Kingdoms, 2009), trad. di Serena Maccotta, Gargoyle, collana Gargoyle Extra, 382 pp., 2014, prezzo 18,00 €.