I misteri del sacro bosco di Bomarzo, di Valentina Evangelista e Emanuele Carosi

Con questo libro, appartenente alla collana “ Terre Incantate” edito dalla casa editrice Scienze e Lettere, ci immergiamo in un cammino di fruizione e scoperta di luoghi magici e misteriosi custoditi dalla nostra splendida penisola.

“I misteri del Sacro Bosco di Bomarzo” (2014, pp. 108, € 15,00) è rivolto ad un pubblico di lettori dai 7 ai 12 anni e si propone di esaltare le meraviglie di molti dei luoghi italiani ricchi di storia e di fascino leggendario, incrementando così non solo il turismo, ma soprattutto la consapevolezza delle ricchezze artistiche in cui viviamo.

L’autrice, Valentina Evangelista, e l’illustratore, Emanuele Carosi, ci conducono in un mondo di storia, arte, simboli e colori con la grazia di chi sa parlare al cuore semplice e ricettivo dei bambini, senza passare inosservati ad un universo di adulti appassionati di fantasia e di mistero.

Il libro nasce dall’indelebile ricordo che l’autrice preserva nel cuore di una visita al Sacro Bosco di Bomarzo, in provincia di Viterbo, quando aveva solo 7 anni.

Il Parco dei Mostri fu commissionato nel 1552 a Pirro Ligorio dal principe Pier Francesco Orsini, detto Vicino, per commemorare la moglie Giulia Farnese, morta in giovane età. La struttura del giardino è assai insolita per i canoni dell’epoca per un utilizzo innovatore di proporzioni, prospettive e geometrie, e costituisce quindi un esempio unico nel suo genere nel panorama artistico mondiale.

La storia comincia con la presentazione dei due protagonisti principali, Aldo e Fiammetta, fratello e sorella di 10 e 6 anni, che dopo la scuola vanno a trovare il nonno pittore. E’ nella soffitta del nonno che avviene la scoperta di un quadro splendido e insolito, che ritrae un cavallo e un elefante su trampoli alti e sottilissimi, ma che subito dopo cambia forme e colori, aprendosi in un bosco pieno di statue.

La magia spigionata dal quadro si impadronisce di Fiammetta, risucchiandola e celandola agli occhi sbalorditi di Aldo. Sarà il desiderio di riportare indietro la sorellina a indurre Aldo ad affrontare un cammino misterioso e ricco di pericoli nel Bosco Sacro.

Sette sono le tappe che scandiscono il viaggio di Aldo nel Parco dei Mostri, come ogni statua che lo orna viene considerata da molti studiosi una tappa simbolica in un percorso di trasformazione, un processo che implica coraggio e che avviene attraverso la guida dei simboli, qui impersonati da eroi e dèi del passato, come Ercole, Plutone, Narciso, o dal riferimento a miti quali il vaso di Pandora, o ancora da figure mitologiche come Cerbero.

Ciò che permea il cammino intrapreso è la magia, quel qualcosa in più che rende un piccolo ragazzo coraggioso più forte di Ercole, più potente di Plutone e più scaltro di Asmodeo, l’anitieroe per eccellenza che per invidia e per paura nei confronti del proprio padrone, il principe Orsini, getta un incantesimo sulle statue del bosco, rendendole seminatrici di terrore. Da qui il nome di Parco dei Mostri.

La magia diventa, così, un indispensabile ingrediente perché tutti gli sforzi compiuti da un animo puro e volonteroso come quello di Aldo, possa trascendere la propria limitatezza e raggiungere lo scopo del proprio agire. Essa diviene paradossalmente un sostrato ordinario, conosciuto e controllato solo da coloro che prendono possesso dei propri desideri, sublimandone la natura per renderli consciamente vivida realtà.

E’ per questo che campeggia a grandi lettere rosse la scritta “ Ogni pensiero vola”, frase incisa sull’enorme bocca dell’orco, una sorta di soglia immaginaria attraverso cui avviene la trasformazione in vita di ogni giorno della magia che avvolge l’esistenza di grandi e piccini. Ed è soprattutto nella mente illimitata e feconda dei bambini che tutto ciò succede nel modo più spontaneo possibile, senza i costrutti artificiosi degli adulti, dove l’incantesimo del desiderio è spogliato del suo potere, rimanendo a rivestire l’ineffabile veste del sogno nel suo significato più inerme; una mente che non si lascia guidare da sentimenti di odio propri di alcuni, che lo esternano senza ritegno ma che non ne sanno spiegare l’origine: “Ma perché vi accanite così per far trionfare il male? Il Principe Orsini vi ha sognate, disegnate e fatte costruire con grande amore, dedicandovi tempo e dedizione: perché volete distruggere questo posto meraviglioso di cui voi statue siete le protagoniste?”.

E’ in questo modo che “I misteri del Sacro Bosco di Bomarzo” deve essere letto, con il candore di cuore proprio dei piccoli, che non concepiscono come realtà possibile, né desiderabile, la malvagità che conduce alla distruzione e all’autodistruzione.