I riti dell’infinito, di Michael Moorcock

Il Millemondi Urania numero 68 uscito in questa strana estate ben poco calda e molto piovosa racchiude tre opere brevi complete di Michael Moorcock, inserite nel volume seguendo l’ordine cronologico di pubblicazione. I romanzi di cui stiamo parlando sono Il Veliero dei Ghiacci (The Ice Schooner), Il Campione Eterno (The Eternal Champion) e I Riti dell’Infinito (The Rituals of Infinity). Sono stati pubblicati originariamente negli anni 1966, 1970 e 1971.

Per quanto riguarda la pubblicazione italiana si tratta di tre ristampe scelte accuratamente. Non è certo un caso se sono state proposte le edizioni tradotte da tre fra i personaggi più rilevanti del panorama fantascientifico italiano. Il Veliero dei Ghiacci riporta la traduzione di Roberta Rambelli, Il Campione Eterno quella di Riccardo Valla e I Riti dell’Infinito quella di Vittorio Curtoni. Questo Millemondi è un degno omaggio a tre persone che hanno dato molto alla fantascienza in Italia e che purtroppo non ci sono più, le cui traduzioni erano peraltro fra le migliori in circolazione.

Il Veliero dei Ghiacci è un tipo di fantascienza che racchiude in sé sia l’ambientazione delle opere post-apocalittiche sia i toni e le sfumature della narrativa eroica. Siamo in un futuro lontanissimo succeduto ad un’era glaciale di proporzioni catastrofiche verificatasi sulla Terra qualche migliaio di anni prima. Il passato è stato dimenticato e gli esseri umani che vivono in questo pianeta ormai congelato in ogni suo anfratto hanno dimenticato il loro passato. Vivono suddivisi in Città Stato dominate gerarchicamente da famiglie nobili che si fanno la guerra tra loro sulla scia di navi da guerra portentose che slittano sul ghiaccio ad altissima velocità. Arflane è un capitano di navi che, accolto in una città straniera, sarà incaricato di raggiungere la misteriosa New York, metropoli antica come il mondo dentro la quale si vocifera che si nasconda la Madre del Ghiaccio, entità soprannaturale che gli uomini hanno elevato a divinità nella loro nuova religione monoteista.

Si tratta di un romanzo mascolino, assai ricco di combattimenti corpo a corpo e di codici di comportamento militareschi, di donne bellissime e pericolose, di intrighi di palazzo. Con l’adeguata attenzione si riescono a vedere le gocce di sangue e di sudore che schizzano al di fuori del libro.

Non ci sono veri e propri cattivi, piuttosto vengono disprezzate le figure deboli, vigliacche e mollaccione. Il male del mondo è l’inerzia, il bivaccamento, l’indebolimento dello spirito e del corpo. Il sopraggiungere del caldo dopo millenni di glaciazione viene visto come una sventura che indebolirà l’uomo fino al midollo portandolo alla rovina.

Il Campione Eterno è un romanzo particolare, anch’esso ambientato nel futuro. Un condottiero del passato di nome Erekose viene risvegliato dagli uomini di questo mondo del futuro per guidarli contro i tremendi e ripugnanti Eldren, a detta di coloro che hanno voluto la sua reincarnazione. Erekose, combattente contro volontà perché non può sottratrsi alla sua natura, guiderà una campagna di pulizia etnica nei confronti dei nemici dei suoi padroni. Ma non sarà un compito tanto semplice, e a scoprirlo a loro spese saranno gli stessi artefici della sua evocazione.

Il romanzo breve si riaggancia in maniera vaga ma indiscutibile a Il Veliero dei Ghiacci citando, in una frase inserita a tradimento da Michael Moorcock, il nome di Arflane, protagonista di quello stesso libro. Un vero rompicapo da risolvere.

A rendere Il Campione Eternonettamente diverso dagli altri due romanzi presenti in questo Millemondi è invece l’impostazione mitologica, fatta di grandi passioni e maestose battaglie, di atti infinitamente nobili e di azioni feroci oltre ogni immaginazione.

I Riti dell’Infinito è il romanzo breve che chiude e dà il titolo al volume, ed è l’opera migliore delle tre. Permeato da un’ironia sottile sottile, sconvolge la realtà dando voce alle peggiori paure esistenzial-paranoiche che mente umana possa concepire.

Se vi siete domandati diverse volte perché esistiamo, da dove veniamo e dove andremo a finire; se avete formulato con l’immaginazione teorie new age che vi sono costate un fortissimo mal di testa e un effetto lisergico autoprodotto, scoprirete che una chiacchierata con Michael Moorcock vi avrebbe decuplicato gli effetti. Perché in questo piccolo romanzetto di poco più di cento pagine gli universi nascono e muoiono come tante bolle di sapone e le nostre vite durano quanto il battito di ciglia degli dèi. Meno male che nella realtà le cose vanno diversamente.