Il ciclo della Kronos, di Claudio Chillemi

Quando parliamo di Claudio Chillemi, non stiamo chiacchierando di un illustre sconosciuto. O almeno così dovrebbe essere. Per quei molti che non lo sapessero, Claudio è uno dei pochi scrittori italiani (il secondo dopo Pestriniero) ad aver pubblicato su una rivista prestigiosissima come “Fantasy & Science Fiction”, l’unico a collaborare ormai quasi regolarmente con uno dei grandi della SF americana, Paul Di Filippo. Come qualcuno ricorderà, infatti, Claudio e Paul hanno già scritto insieme una novella e un romanzo breve (The Via Panisperna Boys in “Operation Harmony”–“Fantasy & Science Fiction” 2014–e Horror at Gancio Rosso–Acheron Books 2015). Non bisognerebbe dimenticare anche i numerosi premi e riconoscimenti letterari ottenuti dal nostro, fra cui spiccano numerosissimi premi “Italia” vinti in varie categorie, non solo come narratore ma anche come saggista, fra il 2006 e il 2015. Uno scrittore completo, insomma. Eppure, in quanto scrittore di fantascienza, assolutamente misconosciuto presso il grande pubblico del fandom. Ho ritenuto, quindi, giusto e doveroso dare una pur breve e schematica presentazione di questo suo ciclo fantascientifico che ha al centro la Kronos, una multinazionale priva di scrupoli, e si snoda in tre volumi pubblicati fra il 2009 e il 2015. La fantascienza italiana esiste, è ben viva e produce ottime cose, perfino in un periodo infelice come questi primi quindici anni del nuovo secolo.

1. Kronos.
Buio e silenzio. Tutto tace nella tranquillità notturna di una normale camera matrimoniale. Anche i bambini dormono e nulla lascia presagire ciò che sta per avvenire, a parte i soffici passi dell’assassino. Steve Kronenberg, ingegnere della Kronos, forse la più potente multinazionale della Terra, si ritrova in un sol colpo privato della famiglia arrivando perfino a dubitare della sua sanità mentale. Una serie incredibile di episodi che, dopo la tragedia che lo ha colpito, iniziano a minare le basi di una vita normale e tranquilla. Improvvisi vuoti di memoria, persone mai viste che asseriscono di conoscerlo, addirittura un’amante mai conosciuta prima che giura di incontrarsi con lui ormai da mesi. Troppo per Steve. Troppo anche per il tenente Ted Torres, detective di polizia impegnato nelle indagini. I sospetti di entrambi si puntano sulle ricerche sul tempo dello stesso Kronenberg, originariamente sottratte dai vertici della Kronos a uno scienziato scomparso nel nulla. Ecco che tutto inizia a ruotare attorno alla Kronos e… alla possibilità di realizzare la macchina del tempo.

Pubblicato dall’ottimo editore Della Vigna nel 2009, ma già finalista del “premio Italia”, questo romanzo inaugura l’intero ciclo. Nasce e si sviluppa come una sorta di poliziesco tecnologico, di quelli a cui ormai lo stesso premio “Urania” ci ha abituato. Eppure, a mio modestissimo avviso, si distingue per la pulizia dello stilo e per l’onestà della trama che non sembra presentare cali di ritmo o arzigogolate contorsioni più o meno surrealiste. Il romanzo si presenta al lettore a viso aperto, acciuffandone l’attenzione grazie al suo ritmo narrativo e alle interessanti speculazioni tecnologiche di cui è infarcito. In effetti, l’arma fondamentale di cui si serve Claudio è all’apparenza semplice: la messa in scena del rapporto fra tecnologia e potere economico. In questa tematica sta forse il fulcro originario che lega tutti i tre volumi della saga. Quanto possono fare una tecnologia e una conoscenza scientifica asservite al potere economico per il miglioramento del genere umano? Quanto lontano può arrivare una razza umana che mette avanti a tutto i propri scopi privati? A chi giova l’innovazione tecnologica se non è sorretta da un apparato etico più che affidabile? Questi i quesiti al centro della narrazione di un romanzo in cui le vecchie e classiche tecniche investigative si affiancano e si intrecciano a inattese meraviglie tecnologiche. Mi ha colpito per l’apparente semplicità dei sui mezzi narrativi. Una semplicità che, lungi dal tradursi in banalità, rende ancor più vivo il piacere della lettura. A voi ulteriori giudizi.

2. Il lato oscuro della Kronos.
Appropriatasi della tecnologia per navigare nel tempo, la spietata Kronos adesso insegue anche la possibilità di accedere agli infiniti universi paralleli. Per raggiungere i suoi scopi, non esita ad allearsi con una razza aliena le cui motivazioni non appaiono affatto chiare o del tutto comprensibili. Anche in questo caso Ted Torres verrà coinvolto in una serie di indagini apparentemente fuori da ogni logica. Dispositivi che permettono di sognare, armi che possono uccidere riducendo una persona a un cubetto, macchine che tolgono anni di vita a giovani donatori per trasferirli ad anziani facoltosi. Queste sono solo alcune delle interessanti invenzioni alla base delle storie che ruotano attorno alle sinistre trame tessute dalla Kronos.

Pubblicata nel 2011, sempre da Della Vigna, questa raccolta di racconti approfondisce e rende più nitido l’universo futuro in cui si muove la Kronos. La forma narrativa della raccolta di racconti permette a Claudio di spaziare in lungo e in largo per questo suo cosmo futuro. Permette soprattutto di sbizzarrirsi nell’inventare nuovi e più curiosi personaggi da affiancare o da opporre a quelli già presentati nel primo romanzo. Ne risulta un vero e proprio affresco corale, arricchito da nuove voci, situazioni e luoghi (non necessariamente terrestri). Rispetto al primo romanzo, la somma di queste storie ha un respiro galattico. Eppure, le singole storie coinvolgono singole persone mettendole spesso al centro di incubi del tutto privati. Si alza l’asticella, insomma, e si sdoppiano i piani di lettura: da una parte le trame spaziali della Kronos che mirano a destabilizzare la Terra per puro scopo privato, dall’altra le vicende personali dei protagonisti delle storie. Un vero e proprio mosaico in cui, oltre alla Kronos, il vero protagonista è il lato oscuro della tecnologia. Le innovazioni messe sul mercato dalla corporazione, infatti, si rivelano troppo spesso delle vere e proprie trappole per i malcapitati che vi si ritrovano invischiati. I miracolosi dispositivi non risolvono realmente le paure e i problemi che da sempre attanagliano l’individuo, la vecchiaia, l’incapacità di sognare, etc. Promettono ma non mantengono, oppure, come il Mefistofele di Goethe, procurano solo benefici effimeri e alla fine più che dannosi.

3. Quel che resta della Kronos.
Il patto con gli abitanti del sistema di Algheron, già avviato nel precedente volume, è arrivato alla sua conseguenza più nefasta. Il pianeta è squassato da una sanguinosa guerra globale che non sembra favorire nessuna delle parti coinvolte. A cosa mirano i dirigenti della Kronos e i loro indecifrabili alleati alieni? Chi trae beneficio dalla carneficina che si sta consumando nel mondo? Ted Torres e Steve Kronenberg sono chiamati stavolta a sbrogliare una matassa davvero complicata. Chi controlla davvero la mega corporazione? La famiglia Bean, gli alieni o qualcun altro ancora? Ormai i viaggi nel tempo e negli universi paralleli hanno aperto impensabili risorse e possibilità, ma, allo stesso tempo, anche nuovi pericoli che sembrano minacciare la sola e unicà realtà che conta: la nostra, l’unica che abbiamo.

Sebbene uscito nel 2015, questo romanzo ha una gestazione lunga e ricca di pause e cambi di rotta da parte dell’autore. Durante la stesura del romanzo, infatti, Claudio conosce e inizia a collaborare con Paul Di Filippo entrando a contatto con una nuova dimensione dello scrivere fantascienza. Lo si nota dal suo stile, più maturo e professionale in quest’ultima opera. Lo si vede dalla sicurezza con cui padroneggia la coralità dei personaggi tirandone le fila con pazienza e senza strafare. Lo si nota anche dal piacere (quasi perverso) con cui cita le serie televisive più conosciute, quasi facendosi beffe dei mostri sacri a cui qualsiasi lettore è legato. Claudio gioca con se stesso e con chi è destinato a leggere ma, al contempo, è tremendamente serio nello sperimentare. Una sperimentazione finalizzata a migliorarsi, beninteso. Il fastidio di ripetersi è sempre dietro l’angolo quando si inizia una nuova storia, è l’ossessione principale per chi scrive. Credo che, da questo punto di vista, Claudio non sia stato da meno, mettendo anche in pratica l’esperienza maturata con Di Filippo. Ne risulta un romanzone che da solo assomma il numero di pagine dei precedenti due volumi messi insieme, quindi davvero lungo e articolato. Il consueto senso della misura che ha contraddistinto i precedenti capitoli della saga qui è affiancato da un senso di disciplina sempre costante. La trama si allarga e si ingigantisce, diventa una sorta di epopea ricca di personaggi eterogenei e dotati di una propria autonomia. La narrazione è sorretta da uno stile meno descrittivo e più visivo, privo però di fronzoli a effetto. I dialoghi sono più dinamici ed essenziali, aggiungono maggiore fluidità alla trama. Ovviamente, non stiamo parlando di un capolavoro assoluto della letteratura. Questo romanzo, io credo, rappresenta una svolta nel modo di scrivere di Claudio e forse il futuro ce lo potrà confermare. Il romanzo, come gli altri volumi della saga, merita di essere letto e può soddisfare qualsiasi lettore medio. Non aspettatevi di leggere un capolavoro ma, allo stesso tempo, non approcciatevi a questa lettura con sufficienza o con pregiudizio. Potreste rimanerne sorpresi.