Il ciclo di Artù, di Kevin Crossley-Holland

È una pura immersione nell’Inghilterra del tredicesimo secolo quella che Kevin Crossley-Holland ci propone con il Ciclo di Artù.

Scrittore, traduttore e poeta inglese, nasce a Mursley il 7 febbraio 1941 e acquista fama soprattutto grazie alla rivisitazione delle leggende arturiane di questo ciclo per ragazzi, The Arthur Trilogy, pubblicato tra il 2000 e il 2003, con il quale ha vinto il premio Smarties Prize e Children’s Book of the year. Scrive anche saghe vichinghe, Bracelet of Bones (2011) e Scramasax(2012), antologie di miti norreni, The Penguin Book of Norse Myths, e racconti popolari inglesi e irlandesi, The Magic Lands: Folk Tales of Britain and Ireland, oltre ad essere autore di una celebre traduzione di Beowulf, il più lungo poema anglosassone.

Il Ciclo di Artù, in Italia edito da Salani, comprende: La Pietra delle Visioni (The Seeing Stone, 2000), Al Crocevia dei Mondi (At the Crossing Places, 2001) e Il Re che fu e sarà(King of the Middle March, 2003).

La pietra della Visioni ci introduce nel mondo di Artù di Caldicot, un ragazzo di tredici anni che vive sul confine tra Inghilterra e Galles nel 1199. Nel suo diario scrive non solo la sua grande voglia di diventare scudiero, ma che la vita che conduce, i suoi sentimenti, le persone che lo circondano, le sue avventure, e inventa canzoni e poemi. Un giorno un uomo saggio, Merlino, gli dona una pietra del tutto singolare, un’ossidiana nera, che da una parte è ruvida e irregolare e dall’altra è liscia come uno specchio. È proprio da quella magnifica superficie che entra in contatto con un altro Artù, il mitico re leggendario, diverso e allo stesso tempo simile a lui. Le loro esistenze si intrecciano rapidamente, mutando in maniera imprevedibile la vita e il mondo di Artù di Caldicot.

Al Crocevia dei Mondi presenta Artù di Caldicot come un giovane scudiero che si prepara a seguire Lord Stephen di Holt nella Quarta Crociata. È il 1200 e al castello del Lord avviene un omicidio. La narrazione si arricchisce di numerosi personaggi, come Gatty, amica di Artù fin dall’infanzia, lo stesso Lord Stephen, Winnie di Verdon che Artù salverà dalle fiamme, e molte altre figure d’impatto, tra cui Sir William de Gortanore, suo padre. Lo sguardo costante dell’ossidiana lo accompagna, rendendolo partecipe delle avvincenti avventure che il giovane re Artù dovrà affrontare: l’Istituzione della Tavola Rotonda, l’incontro con i grandi cavalieri che popoleranno la leggenda e la grandezza di Camelot.

Il Re che fu e che sarà porta lo sguardo del lettore sui preparativi per la Quarta Crociata.

Venezia è affollata di cavalieri provenienti da tutta Europa, pronti a partire per la Terrasanta e difendere la Cristianità dall’insidia dell’Islam. Artù di Caldicot ha sedici anni e sta per essere nominato cavaliere. Quello cui assistiamo è uno scontro di sentimenti, eccitazione per la grande impresa che sta per intraprendere ed esitazione per la consapevolezza dell’assurdità di una tragedia come quella della guerra. L’ossidiana lo rende partecipe della terribile realtà generata da un conflitto di quelle proporzioni. La Crociata assume, infatti, sotto i suoi occhi, risvolti crudeli e insensati, deviando su crudeltà gratuite all’interno degli stessi schieramenti. Artù però dovrà affrontare anche altre prove: Sir William de Gortanore, suo padre, minaccia di sottrargli la fidanzata Winnie e rischierà di perdere l’affetto della madre Mair, l’amicizia di Gatty, nonché l’affetto di Lord Stephen.

Ciò che subito colpisce dello stile di Crossley- Holland è l’uso di frasi semplici, brevi, rapide che giungono al lettore come messaggi immediati, vivi. La sensazione è quella di essere spettatore in prima persona di ciò che Artù di Caldicot comunica nel suo diario, perché è proprio di un diario che si tratta, diviso in capitoli brevissimi che fungono da istantanea di sentimenti, riflessioni, emozioni o frammenti di vita quotidiana. Ogni capitolo è più introspezione che azione, sebbene lo spirito avventuriero del ragazzo affiori da ogni parola. Interessante, in effetti la questione della parola, che nell’autore assume un ruolo di dardo: deve colpire, arrivare dritto al punto, e ciò avviene tramite un lavoro estenuante sul dettaglio in modo da riassumere in una prosa brillante ed energica l’informazione che deve essere trasmessa “Non hai bisogno di parole lunghe quando è possibile utilizzare vocaboli forti, puliti, brevi”.

In tutto questo appare l’influenza del lavoro di librettista: i capitoli sono dunque “arie”, cioè sensazioni, percezioni e desideri pindarici propri di un ragazzo di tredici anni, ma anche estremamente reali, perché scaturiti da eventi quotidiani.

La narrazione in prima persona, al passato prossimo, rende l’insieme molto vicino, a portata di mano, efficace, e ciò si nota in particolare nei discorsi diretti.

Accanto alla figura del ragazzo, appare di fondamentale importanza quella di Merlino, presente nelle due vite di Artù; è una presenza costante che si muove nel tempo e nello spazio con la leggerezza del tramite tra il reale e il possibile, tra il vicino e il lontano. È un punto di incontro tra credenze diverse per certi versi inconciliabili. In lui, essere magico e umano, il complesso diventa semplice e il rifiuto diventa accettazione; è lui che dona la pietra delle visioni ad Artù, dando vita all’incontro di due mondi distanti, quello del re leggendario e quello di un ragazzo adolescente cresciuto in un contesto agreste medievale.

Le leggende arturiane trascendono la limitatezza del singolo, a livello umano, storico, geografico, perché toccano con la loro universalità ogni aspetto della vita: affetti, spensieratezza, intraprendenza, avidità, crudeltà, ingiustizia, prevaricazione, nei loro picchi più alti e in quelli più infimi, e proprio per questo continuano a suscitare interesse e curiosità in ogni epoca e ad ogni età. Sono uno specchio in cui tutti possono trovare il loro riflesso.

È proprio in quest’ottica che Il Ciclo di Artù si inserisce: è un sapiente misto tra immaginazione e ricerca storica, una visione rinnovata di qualcosa che appartiene alla storia dell’umanità, sia dal punto di vista letterario che esperienziale.

La lettura è adatta ad un pubblico giovane, ma non è solo rivolta ad un target circoscritto: comunica un vissuto dalle sfumature molto varie con un’immediatezza che rapisce anche l’adulto, a cui trasmette una parte di realtà che a lui corrisponde e che al lettore adolescente può passare inosservato.

Da leggere, soprattutto per chi non ama perdersi in sogni e divagazioni, ma anche per chi desidera tuffarsi in un’atmosfera medievale d’intensità viva e pulsante.

Autore: Kevin Crossley-Holland

Editore: Salani

La Pietra delle Visioni, pagg. 355, €14,50

Al Crocevia dei Mondi, pagg. 413, €15,00

Il Re che fu e sarà, pagg. 445, €15,00