Il pianeta dei venti, di George R.R. Martin e Lisa Tuttle

E dopo Alastair Reynolds inzia ora una breve serie di tre post dedicati all’opera di George R.R. Martin, e in particolare ai suoi romanzi del periodo pre-Westeros, quando ancora non era così ricco e famoso (in realtà nel campo fantascientifico era comunque famoso, e aveva anche vinto numerosi premi Hugo e Nebula per i suoi favolosi racconti e romanzi brevi). Stefano Sacchini, dopo averci raccontato l’avventurosa vicenda de In fondo al buio, ci porta ora sul Pianeta dei venti, altro bel romanzo del primo Martin, scritto in collaborazione con Lisa Tuttle e ristampato recentemente da Mondadori negli Oscar Bestsellers.

“Compì un ultimo passaggio elegante sulla spiaggia, ad ali spiegate, dieci braccia sopra la sua testa. La bambina si fermò a guardare, con gli occhi sgranati. Poi, piuttosto lontano sopra l’acqua, si inclinò: un’ala argentea si abbassò e l’altra si alzò, e al’improvviso si avvicinò con un ampio cerchio. Poi si raddrizzò e avanzò, scendendo armoniosamente, e toccò appena la sabbia nell’atterraggio.”

 

Dalla quarta di copertina

Il Pianeta dei Venti è abitato dai lontani discendenti di astronauti terrestri naufragati secoli addietro. Sparsi sulle miriadi di isole che costituiscono le terre emerse del pianeta, comunicano grazie a dei marchingegni costruiti con i rottami della nave spaziale, ali meccaniche che permettono loro di planare sulle correnti ventose che spazzano continuamente la superficie del pianeta. Con il tempo si è costituita una classe sociale a sé stante che detiene il potere di volare e le ali stesse, tramandate di padre in figlio. Maris non appartiene alla classe eletta, è un’orfana, figlia di pescatori, che vive raccogliendo conchiglie sulla spiaggia, ma ha un sogno: diventare una “volatrice”. E quando un volatore approda proprio sulla spiaggia vicino alla casupola di Maris, forse quel sogno diventa realtà.”

La prima edizione italiana de IL PIANETA DEI VENTI (Windhaven) è del 1983 (nella collana della Nord Narrativa d’Anticipazione, n. 38, a cura di Sandro Pergameno) ma, nonostante alcune ristampe Nord, da anni il volume era difficile da trovare, specie per i fan, sempre più numerosi, di George R.R. Martin. Sulla scia dell’enorme successo, letterario e televisivo, dalle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, la Mondadori ha deciso di riproporre ai lettori questo romanzo, opera a quattro mani di Martin e Lisa Tuttle, il cui nome sulla copertina è messo in secondo piano per sparire del tutto dal dorso del volume.

Il romanzo fu pubblicato nel 1981 e nasce dalla fusione di tre racconti distinti, scritti da Martin e dalla Tuttle a partire dal 1975, con l’aggiunta di un prologo e un epilogo.

La storia segue la vita della protagonista Maris, dall’infanzia sino agli ultimi istanti della sua lunga esistenza. Le sue fatiche, coronate da successo, per entrare a far parte della casta dei volatori provocano una rivoluzione sociale che, nel giro di pochi anni, trasforma la società planetaria, con frizioni che si fermano a un passo appena dalla guerra civile.

Coloro che hanno dimestichezza con i Sette Regni di Martin, troveranno molte similitudini fra gli arcipelaghi del Pianeta dei Venti e le varie isole e fortezze insulari di Westeros: oltre alla toponomastica, stesse atmosfere cupe, grigie, opprimenti, dominate da freddo, umidità e, ovviamente, vento. Attribuibile a Martin è anche l’accuratezza con la quale sono descritti cibi e bevande.

La storia, che si può ascrivere al genere della fantascienza antropologica in salsa fantasy, scorre in maniera piacevole seppure senza colpi di scena eclatanti, e si conclude in maniera prevedibile sin dalle prime battute del libro. I personaggi, a partire dall’indomita Maris che in alcuni passaggi brilla per una poco simpatica testardaggine, pur essendo ben delineati lasciano il lettore abbastanza indifferente. Manca cioè quell’intensità emotiva che si percepisce non solo nei protagonisti delle Cronache ma anche nel primissimo romanzo di Martin, l’ottimo Dying of the Light (1977). Insomma un’opera ben scritta e scorrevole, ma che non sfrutta tutte le potenzialità insite nella trama e non rappresenta la miglior produzione di Martin, sicuramente, e della Tuttle, quasi certamente.

George R.R. MARTIN – Lisa TUTTLE, IL PIANETA DEI VENTI(Windhaven, 1981), trad. di Roberta Rambelli, Arnoldo Mondadori Editore, collana Grandi Bestsellers, 385 pp., 2012, fantascienza.