Il segno dell’alleanza, di Lois McMaster Bujold

Rish incrociò le braccia e lo osservò. “Devo ammetterlo, questi barrayarani sono carini quando dormono. Smettono di parlare.” Inclinò la testa. “Sbava perfino in modo grazioso.”

“Non sta sbavando!” Tej sorrise suo malgrado.

“Non ti affezionare, cucciola” la ammonì Rish. “Questo tipo è pericoloso.”

(trad. di Stefano Ternavasio)

 

Quarta di copertina:

Il capitano Ivan Vorpatril è il cugino del già noto Miles Vorkosigan. Scapolo incallito, si gode la vita su Komarr, lontano dagli intrighi di corte. Ma la sua natura di impavido cavaliere non può restare indifferente, se una fanciulla è in pericolo. E così viene reclutato per proteggere l’affascinante Tej, che sembra avere un segreto di cui neanche lei pare essere a conoscenza e… il pericolo e l’avventura ritrovano il capitano Vorpatril!

 

Tra le (poche) cose piacevoli da ricordare del 2020 il sottoscritto elenca l’uscita del romanzo Il segno dell’alleanza (Captain Vorpatril’s Alliance, 2012), ennesimo capitolo del ciclo dei Vor che dovrebbe  collocarsi, nella cronologia interna alla serie, tra Immunità diplomatica e La criocamera dei Vorkosigan. Il libro conferma le doti stilistiche e affabulatorie della talentuosa ed esperta scrittrice statunitense Lois McMaster Bujold. Infatti la storia scorre fino alla fine piacevolmente, sebbene senza grandi scossoni, divertendo e gratificando l’appassionato di lunga data di questa sterminata serie.

Il problema, se tale lo vogliamo definire, è proprio questo: il romanzo sembra pensato dall’autrice esclusivamente a vantaggio del lettore che segue dall’inizio le vicende della famiglia Vorkosigan (e parenti stretti) o che comunque ha una buona conoscenza di questo ricco universo letterario, noto per la miscela ben riuscita di space opera, avventura e romanzo rosa.

Non che un neofita non possa affrontarne la lettura, ovviamente, ma di sicuro non coglierebbe i numerosi riferimenti alle opere precedenti e, soprattutto, non apprezzerebbe la maggior parte dell’ironia presente in ogni pagina o quasi. Tra i punti di forza della storia vi sono proprio le battute pronunciate dal simpatico protagonista.

Da segnalare inoltre che l’azione e i colpi di scena non sono propriamente al centro della trama, salendo alla ribalta solo nella parte finale del libro: in questa occasione la brava Lois si è concentrata sulle vicende sentimentali del galante ma scansafatiche Ivan, cugino del più noto Miles, riuscendo finalmente ad accasarlo dopo decenni di vita più e meno dissoluta. Gli aspetti romantici dominano ma, grazie all’abilità della scrittrice originaria dell’Ohio, sono sempre innestati su robusti elementi fantascientifici (con particolare attenzione alla manipolazione genetica).

Non resta che aspettare l’ultimo romanzo della serie che ancora manca all’appello in italiano, Gentleman Jole and the Red Queen (2016).

Buona lettura!

ps. Captain Vorpatril’s Alliance si è aggiudicato il secondo posto allo Hugo Award for Best Novel del 2013…

 

Lois McMASTER BUJOLD, IL SEGNO DELL’ALLEANZA (Captain Vorpatril’s Alliance, 2012), trad. di Stefano Ternavasio, Mondadori Libri, collana Urania Jumbo (#14), 471 pp., 2020, prezzo di copertina 9,90 € (ebook 7,99)

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