Il vagabondo dello spazio, di Fredric Brown

Forse Il vagabondo dello spazio (Rogue in Space, 1957) non è il romanzo più famoso di Fredric Brown, scrittore meglio noto per libri come Assurdo universo e Marziani, andate a casaMa stiamo comunque parlando di un romanzo niente affatto da buttare, che, come per altre opere dell’autore, arriva subito al sodo, fa alzare ogni tanto gli occhi dalle pagine pensando “ma che assurdità sto leggendo?”, ed è dannatamente breve ma ricco di singolari eventi e interessanti particolari.

Protagonista della vicenda è un contrabbandiere di nome Crag, un vero duro ma non uno spaccone. Diciamo che adora le risse e il pericolo ma tende a farsi i fatti suoi. Sfortuna vuole che un bel giorno qualcuno lo incastra, rifilandogli un pacchetto di sigarette che in realtà contiene un certo quantitativo di una pericolosissima droga chiamata nephtin. Da quel momento si scatenano curiosi accadimenti che si incrociano, stranamente, con un asteroide intelligente catapultato nel Sistema solare dopo che ha percorso miliardi di anni luce.

Ebbene, va detto chiaramente e senza vergogna che Il vagabondo dello spazio è un libro di pura evasione. Ovviamente come per tutte le cose vi si possono estrapolare significati più o meno profondi ma rimane essenzialmente un romanzo di intrattenimento. C’è del male in questo? Assolutamente no, anzi il divertimento è spesso la più pura manifestazione della creatività. E Brown ne sapeva regalare tanto, di divertimento, un fatto valido anche per il caso in questione.

Protagonista, abbiamo detto, è un certo Crag. Un uomo disadattato, in conflitto con il mondo, che ha una specie di superpotere: una mano bionica. Nonostante abbia questa mano di metallo con la quale potrebbe stendere chiunque, e malgrado la mano possa essere sparata come un proiettile, Crag non la usa praticamente mai per non dare nell’occhio. Del resto, sarebbe troppo facile risolvere i problemi in quel modo e la storia risulterebbe poco interessante.

Ora, che cosa c’entra Crag con un asteroide intelligente lo può sapere solo chi ha letto o leggerà il libro. Ma una cosa è certa: tra viaggi interplanetari, incontri bizzarri e futuristiche invenzioni, trafficando nei peggiori bar del Sistema solare e facendo volentieri una scazzottata, si muove un personaggio che avrebbe potuto anche dare vita a una serie di romanzi a lui dedicata. Invece Fredric Brown gli ha dedicato un solo libro, il meno famoso, forse, magari anche il meno riuscito tra i libri di fantascienza scritti dall’autore (solo cinque). Ma forse lo stesso Crag, se esistesse davvero, avrebbe preferito così. Avrebbe cioè preferito starsene lontano dai riflettori, lontano da un’umanità corrotta e vile, nel suo piccolo mondo circoscritto e solitario ma a suo modo perfetto.