La caldera della buona sorte, di Robert Reed

Nel bene o nel male, il nostro universo non è altro che una bella immagine, gremita fino allo stremo. Il Creato è un’illustrazione appesa nel salotto di qualcuno.

(trad. di Alberto Meletto)

 

Presentazione della Delos: 

Il romanzo breve che qui presentiamo ci riporta ancora una volta all’ambiente ciclopico e affascinante della Grande Nave e ai suoi popoli bizzarri e curiosi, che spesso ci hanno fatto tornare alla mente le magnifiche creazioni planetarie del grande Jack Vance. Crockett è uno dei giovani fortunati che vivono nel villaggio senza nome che sorge alle pendici della caldera della “buona sorte”. Rincantucciata in una valle dalle pareti scoscese, la minuscola comunità è circondata da tre lati da roccia solida e antica, ma è famosa in tutta la Nave per la “caldera” vulcanica, popolata da miliardi di creature intelligenti di grandezza infinitesimale denominate “Fortunati” . Ogni anno milioni di turisti si recano al villaggio per assistere alle incredibili creazioni dei “Fortunati”, che hanno modificato l’ambiente secondo le loro esigenze, e alle straordinarie eruzioni del vulcano, ma le due affascinanti fanciulle di cui si è incautamente invaghito Crockett nascondono più di un segreto e la sua ricerca di un facile divertimento con le belle turiste si tramuterà presto in una terribile lotta per la sopravvivenza.

 

Un numero elevato di pagine in un romanzo non sempre è sinonimo di qualità. Racconti e novelle trasmettono spesso emozioni in quantità pari se non superiore a opere più corpose.

E’ il caso de “La caldera della buona sorte” (The Caldera of Good Fortune, 2007) dello statunitense Robert Reed (classe 1956), già vincitore di uno Hugo Award for Best Novella con lo splendido “Un miliardo di donne come Eva” (A Billion Eves, 2006).

Reed, scrittore che predilige la forma breve, con questo racconto ritorna nell’universo della Grande Nave (Great Ship Universe), di cui la Delos Digital ha già pubblicato altri titoli come “La notte del tempo” (Night of Time, 2003) e “Falsa identità” (Camouflage, 2005). Utilizzando l’idea sempre affascinante dell’immensa astronave generazionale, l’autore nativo del Nebraska popola questo mondo itinerante con migliaia di razze aliene che affiancano umani e IA, dipingendo un quadro quanto mai stimolante per il lettore. Qua e là si possono cogliere echi di R. A. Heinlein, di Jack Williamson o di Jack Vance, di tutti i grandi maestri del miglior sense of wonder.

Campione della sinteticità, Reed con poche frasi riesce a calare il lettore, anche quello digiuno della serie, in una vicenda apparentemente semplice ma che apre una finestra su una realtà ricca e complessa, terreno fertile per innumerevoli storie.

Con “La caldera della buona sorte” continua anche l’avventura della collana digitale “Biblioteca di un Sole Lontano”, nata dalla collaborazione di Silvio Sosio e Sandro Pergameno, e arricchita dal contributo grafico dell’artista Tiziano Cremonini. 

 

Robert REED, LA CALDERA DELLA BUONA SORTE (The Caldera of Good Fortune, 2007), trad. di Alberto Meletto, Delos Digital, collana Biblioteca di un Sole Lontano, 2016, pubblicazione digitale (prezzo 1,99 €).