La casa di Bernardo, di James Patrick Kelly – Intervista a Francesco Verso

Quest’oggi parleremo di un racconto uscito per la prima volta nel 2003 sulla rivista Asimov’s e candidato ai premi Nebula e Hugo nel 2004. Stiamo parlando di “La Casa di Bernardo“, racconto domotico inedito in Italia e scritto dal pluripremiato James Patrick Kelly che ha inaugurato, con la traduzione del Premio Urania Francesco Verso, la prima uscita della collana Future Fiction della Deleyva.

“La Casa di Bernardo“, come da sinossi, è “un’opera domotica, una casa senziente che parla e manifesta, attraverso gli oggetti di cui è popolata, il suo bisogno di essere abitata, di essere eternamente posseduta da un inquilino. Preparatevi a un insolito soggiorno ne “La casa di Bernardo”, dove il tema della domotica s’intreccia in maniera indissolubile a quello dell’Intelligenza Artificiale: cosa accadrebbe se una casa del genere perdesse il suo “amato inquilino? E se, al posto suo, con una visita del tutto inaspettata arrivasse una figura sconosciuta? Un’incognita per la casa che metterà in dubbio ogni sua certezza esistenziale”. Il racconto è caratterizzato da un insieme di elementi sapientemente equilibrati, un mix di domotica e Intelligenza Artificiale brillante e coinvolgente, con un innesco dai toni thriller che fin dalla prima pagina insinua nel lettore una domanda dalla quale non si potrà sfuggire: “dov’è Bernardo?”. Ma ne “La Casa di Bernardo“, nonostante le poche pagine, non c’è solo il thrilling: c’è la scoperta, la sofferenza, l’attesa, la crescita personale, lo scoprirsi umani nel non essere umani e una buona dose di eros domotico rievocato anche dal recente film Her (che consigliamo a tutti di vedere); in questo racconto c’è la storia di due donne che riescono a lenirsi vicendevolmente le ferite dell’anima, scoprendo il calore umano passando attraverso la propria solitudine e la condizione di “diversi”.

Per chi non lo conoscesse Kelly ha vinto il premio Hugo per due volte, nel 1996 con il racconto lungo “Think like a Dinosaur” (Pensare da Dinosauri, in “I Premi Hugo 1995-1998”, Editrice Nord, 1999) e nel 2000 con “Ten to the Sixteenth to One” (1 x 10^-16 in “Il meglio della SF / II, Mondadori, 2009), inoltre come se non bastasse nel 2007 ha vinto il premio Nebula con la novella “Burn” (L’Utopia di Walden, Delos, 2008). Avendo scritto romanzi, racconti, saggi, recensioni, poesie e sceneggiature, Kelly può essere ritenuto un autore eclettico. E’ tradotto in oltre una dozzina di lingue, conduce una rubrica sulla Asimov’s Science Fiction (versione elettronica), è membro dello Stonecoast Creative Writing Program (Università del Southern Maine) ed è Vice Presidente della Fondazione che gestisce il Clarion SF Writers Workshop (Università della California di San Diego).

 

Noi di Cronache di un Sole Lontano abbiamo la fortuna di avere intervistato il traduttore e curatore Francesco Verso che meglio di chiunque altro può esaurire alcuni nostri quesiti:

 

Ciao Francesco, quali sono state le motivazioni che ti hanno spinto verso la selezione del presente racconto?

 

Un paio di anni fa, Sandro Pergameno mi ha segnalato i racconti di James Patrick Kelly per la collana Future Fiction che stavo costruendo. Cercavo racconti che esplorassero le applicazioni psico-sociologiche delle nuove tecnologie, narrazioni sul futuro prossimo che ne illustrassero le potenzialità come pure le possibili derive. La Casa di Bernardo rientra in pieno in queste tematiche, presentando conflitti e questioni di natura “domotica” e affettiva in maniera molto originale. Così ho contattato l’autore che è stato molto felice di vedere ripubblicata questa storia sia in inglese che in italiano.

 

Quali sono gli obiettivi della nuova collana Future Fiction della Deleyva?

 

Gli obiettivi sono due: 1) portare in Italia racconti provenienti sia da paesi anglofoni che non: racconti che trattino del futuro nella sua accezione più ampia, narrazioni “potenziate” che esplorino le relazioni, spesso ambigue, tra gli esseri umani e la tecnologia, le trasformazioni dell’identità personale e dell’organizzazione sociale, l’incontro tra l’umanità e la scarsità oppure l’abbondanza di risorse: visioni che scrutino in ogni futuro possibile.

2) trasformare le narrazioni più adatte in un progetto crossmediale che vada dalle performance teatrali alle installazioni, dalle webseries a qualsiasi altro mezzo di comunicazione per diffondere il “meme” del futuro. La Casa di Bernardo, per esempio, verrà portato in scena a dicembre al Teatro TordiNona dalla stessa compagnia teatrale con cui ho già collaborato per lo spettacolo di fantascienza “The Milky Way” (Katiuscia Magliarisi, Chiara Condrò e Simone de Filippis), mentre Flush è diventato un’installazione audio-video durante l’ultima festa di Fabrique du Cinema grazie alla new media agency BCAA.

 

Puoi fornirci qualche anticipazione, cos’altro ci dobbiamo aspettare in futuro se questi sono gli ottimi presupposti?

 

Durante l’estate usciranno due racconti di Cristian Teodorescu, uno dei massimi autori di fantascienza rumena: “Big Bang Larissa” e “Caso 74”. Seguiranno poi le pubblicazioni di “An Eligible Boy” di Ian McDonald dall’Irlanda del Nord e di “Guerre Genetiche” e “Rocket Boy” scritte dall’inglese Paul McAuley. In autunno-inverno 2014 toccherà a Efe Okogu dalla Nigeria con “Proposition 23”, a David Marusek, autore americano residente in Alaska con “We were out of our minds with joy” e all’italiano Giovanni de Matteo con “Riti di passaggio”.

 

… scrittore, curatore, traduttore e non solo. Quali sono i tuoi progetti futuri?

 

Tra poche settimane uscirà la versione inglese di Livido per la casa editrice australiana Xoum. Ci abbiamo lavorato tutto l’inverno e speriamo di presentarlo alla prossima WorldCon di Londra ad agosto.

E poi continuare a portare i temi della fantascienza dove pochi li conoscono tramite la Future Fiction Factory, un gruppo di artisti che utilizzano i nuovi media e le tecnologie emergenti per raccontare tanti possibili domani, che poi sono spesso più vicini di quanto crediamo. Perché in fondo anche domani accade oggi…

 

 Buona lettura da Marc Welder