La guerra di Dario: War e War 2, di Dario Tonani

Alterniamo novità e classici. Oggi Fabio Centamore recensisce un breve ciclo di racconti bellici di uno degli autori di punta della fantascienza italiana, Dario Tonani. Cogliamo l’occasione per fare a Dario le congratulazioni per l’uscita di Mondo9 nel lontano Giappone.

Titolo: WAR – WAR 2

Autore: Dario Tonani

Genere: Fantascienza

Casa editrice: Mezzotints Ebook

Anno: 2014

 

Bosnia, primi anni del Duemila. Bande di cani sciolti girano per i villaggi disastrati dagli eccidi, cataste di cadaveri sconosciuti. È in atto una strana forma di “pulizia etnica”, qualcosa di mai visto. Perfino la K-FOR sembra ignorare il fenomeno. Solo Monaldi, Leclerc e gli altri cacciatori sanno bene cosa accade e cosa stanno combinando i militech fin dalla seconda guerra mondiale. Priorità adesso è catturarne uno senza che si autodistrugga (da WAR – Necroware)…

Misha e Karlo sono giovani e sbandati, vivono di espedienti. Il vecchio cantiere è abbandonato ormai da anni, si dice che i militari vi abbiano lasciato delle armi molto pericolose. Perché non andarne a prendere qualcuna? Varranno un sacco al mercato nero, ci si potrebbe mangiare per molto tempo. Certo non è facile, se le armi in questione sanno reagire secondo la tattica militare (da WAR – Poliarmoidi)…

Il motore scoppietta inondando di fumo la cabina di pilotaggio. Puzza di olio bruciato, la cloche si fa incandescente. Rudolf non la molla, anzi, la stringe con tutt’e due le mani. Non sente il dolore Rudolf, come può sentir dolore uno che è già morto? Il messershmitt s’impenna, un colpo secco e il motore smette di fumare. Anche l’elica smette di girare. Peccato, la fusoliera inizia a piegarsi in giù. Inizia a gracchiare la radio. Al centro di controllo l’hanno localizzato, magari riusciranno a spegnere Rudolf prima che si schianti al suolo (da WAR 2 – Zombiedrone)…

Novo Sarajevo 2032. La storia si ripete senza nulla imparare dal passato. Palazzi dotati di intelligenza artificiale comandano truppe di cecchini militech, nessuno è al sicuro per strada. Stavolta non basta la morte per far cessare l’incubo, morire non da diritto alla pace eterna. A meno che il cadavere non sia portato via dalle strade e distrutto. Ecco perché squadre di volontari percorrono le vie di Novo Sarajevo senza sosta (da WAR 2 – Sarajevo DUM-DUM)… 

Polvere, macerie, sudore, stanchezza, sangue, pallottole, schegge e imboscate. Non passo di Giava o papaveri rossi. Questa è la guerra di Dario Tonani, nel suo ciclo di racconti WAR, due ebook pubblicati da Mezzotints Editore. Tutto nasce da un racconto dal titolo Necroware, apparso nel 2003 nella raccolta Urania In fondo al nero e, immagino io, dall’idea dell’autore di dare una nuova veste editoriale al racconto stesso. Ecco, dunque, che il buon Dario ci riprova con WAR 2 dopo l’uscita del primo capitolo nel 2013. A differenza di WAR, in cui appariva anche un racconto tratto dall’antologia Infected files (Delos Books – 2011), in questo secondo capitolo tutte le storie si concentrano sulle terrificanti figure dei militech. Totengänger, zombiedrone o semplicemente mitech il concetto non cambia: disumana passione per le carneficine e continuo bisogno di “pezzi di ricambio” umani. Agli orrori tipici di una guerra, insomma, Tonani combina lo shock di una tecnologia dall’origine sconosciuta e totalmente priva di uno scopo razionale, semplicemente orientata a trasformare qualsiasi cadavere in una macchina da guerra. Nessuna sensibilità, nessuna visione o disegno d’insieme. Null’altro che meccanica esigenza di perpetuare la propria specie. Una tecnologia del tutto fuori controllo, perfino a se stessa. Nemmeno i militech, del resto, conoscono lo scopo delle proprie azioni. Le gerarchie mlitari per loro sono ormai pura forma privata del senso originario, unico scopo infiltrarsi fra le linee e nel mezzo dei combattimenti per “bonificare” il mondo dalla razza umana. Tutto ciò è sostenuto da uno stile narrativo molto dinamico, pregno di continui cambiamenti di punti di vista. Tutto intriso di suoni, odori, sensazioni che esplodono all’improvviso. Il nuovo terrore, insomma, corre fra gli impulsi elettrici dei microchip e delle nanotecnologie impossibili da decifrare e tira in ballo uno fra gli incubi peggiori: l’impossibilità del controllo, l’inarrestabilità del caos. A ben vedere, non sono tanto le azioni abiette, o la natura sordida, dei militech a provocare il moto di terrore. Non quanto l’assoluta caoticità delle loro imprese. L’assenza di umanità si declina anche così, attraverso la caoticità fine a se stessa. Questo si riverbera anche nei singoli episodi che, pur ambientati nei conflitti storicamente avvenuti, non rappresentano alcuna strategia bellica. Anche le azioni dei soldati umani, insomma, sembrano scollegate dalle ferree logiche militari. Una guerra che assomiglia più ad una somma di azioni singole.