La nave di Teseo, di J. J. Abrams e Doug Dorst

Ciò che inizia sull’acqua, sull’acqua finisce, e ciò che finisce lì ricomincerà. Le parole sono un dono per i morti e un avvertimento per i vivi.

Questo libro è stato l’evento editoriale italiano di fine 2014, l’oggetto del desiderio per molti (IL LIBRO) e un gadget per altri, ottimo probabilmente come raffinato regalo di Natale, da tenere in libreria e sfoggiare, preferibilmente senza leggerlo. Senz’altro colpisce subito il suo aspetto poco usuale come concezione: cofanetto scuro con sigillo, aspetto consunto da libro anni ’40, con pagine ingiallite dal tempo, tra queste, cartoline, mappe, lettere scritte a mano, fotografie, articoli. E, naturalmente, le fitte annotazioni a due mani che percorrono e si inseriscono a forza nei margini di quasi tutte le pagine. Solamente prenderlo in mano è un’esperienza diversa dal solito, intrigante e curiosa. E’ un vero trionfo della carta, un mezzo monomediale che diventa paradossalmente multimediale, ma la storia narrata nel libro è basata sui paradossi, quindi perfetto. Esiste anche la versione in ebook, ma dopo aver dato anche solo un’occhiata al volume si capisce subito che in questo caso è un’assurdità, si perderebbe tutto. Persino i due autori non la consigliano, è un vero omaggio dichiarato alla scrittura su carta e come tale va letto. Singolare che un regista tecnologico come J.J. Abrams abbia fatto una simile proposta di questi tempi. Penso che non ci sia bisogno di grandi presentazioni per J.J.. Tra le sue tante cose, Lost, Star Trek, Super 8 e il prossimo Star Wars: Episodio VII, parlano da soli. Abrams è quello che ha concepito l’aspetto del libro, l’autore materiale è invece Doug Dorst, scrittore ed insegnante di scrittura creativa all’Università del Texas.

E fin qui siamo alla pura e semplice “visione” dell’oggetto. Ma cosa succede quando si passa alla fase lettura? Prima di scrivere questo articolo, finito il libro (non volevo farmi influenzare da altri) ho voluto provare a dare un’occhiata in rete per vedere come i lettori avessero interpretato il testo, o i testi per meglio dire. E’ vero che è uscito da poco, ma la curiosa impressione è che ben pochi l’avessero effettivamente letto, ma quasi tutti si fossero in realtà fermati al semplice sfogliare, per veder che bel balocco fosse. Nessun vero commento, solo riferimenti a quello che c’è scritto sul retro del cofanetto… Per cui avrete solo le mie impressioni, forse anche incomplete e non sempre esatte, perché il libro è in ogni caso di lettura abbastanza complessa e non voglio neppure dire troppo per non togliere piacere e sorprese ai futuri lettori. Tenete presente che a me ha dato comunque l’impressione di un libro che più che dare risposte tende a porre domande (e non è una brutta cosa), quindi alla fine vedrete un po’ voi come vi sentirete. Appena finito ho ripreso in mano le prime pagine ed ho capito cose che allora non avevo afferrato. Ma rileggermelo tutto da capo… non ora almeno.

Il romanzo è un’opera immaginaria di tale V.M.Straka, pubblicato nel 1949. All’inizio è riportata anche la ricca bibliografia dell’autore e nel testo sono numerosi i riferimenti alle sue altre opere. Una giovane studentessa, Jen, che sta preparando faticosamente la tesi di laurea ed un ricercatore, Eric, si incontrano per caso tra le pagine del volume preso in biblioteca ed iniziano un fitto scambio di commenti che riguardano la decifrazione del testo (ci sono codici nascosti), la misteriosa identità (forse multipla) di Straka e quello che succede loro nella vita reale, nella loro conoscenza reciproca, con contorno di strani personaggi e strane associazioni sullo sfondo. I messaggi che si scambiano, pur essendo su carta per ragioni di segretezza, ricordano curiosamente una conversazione su Facebook, la mancanza di contatto fisico del web, il passato ed il presente si intrecciano sovente da queste parti.

Intanto vediamo un po’ che cosa sia questa Nave di Teseo, perché il titolo non è assolutamente casuale.

La Nave di Teseo è un paradosso che esprime la questione metafisica dell’effettiva persistenza dell’identità originaria, per una entità le cui parti cambiano nel tempo. Un tutto unico rimane davvero sé stesso (oppure no) dopo che, col passare del tempo, tutti i suoi pezzi componenti sono cambiati (con altri uguali o simili)? Il riferimento è alla storia della nave in legno dell’eroe greco Teseo, che venne conservata intatta nel corso degli anni, sostituendone le parti che di volta in volta si deterioravano. Fino al momento in cui tutte le parti con cui era stata originariamente costituita risultarono sostituite, restando peraltro la nave nella sua forma d’origine. Quindi se la nave ha subito una completa sostituzione di parti, ma contemporaneamente è pur sempre rimasta la stessa nave, possiamo ancora affermare l’effettiva conservazione della Nave di Teseo oppure no? E’ rimasta la stessa entità, pur cambiando nella sua sostanza, ma non nella forma? Oppure possiamo solo parlare di somiglianza? il paradosso può anche trovare riferimento quando si parla dei mutamenti dell’identità di una persona che avvengono col passare degli anni. Una persona sembra restare sempre la stessa anche se cambia in modo considerevole nel corso della sua vita.

Nel romanzo troviamo sia la Nave che cambia (vedere il capitolo sull’isola di ossidiana, con tutte le immagini della Nave in trasformazione) fino a diventare un vero e proprio patchwork di parti raffazzonate, fino a morire più volte e rinascere, sia le persone che cambiano, in una continua evoluzione fisica e mentale. Il Tempo e lo Spazio nella narrazione scorrono in modo strano e particolare. La storia di S., la misteriosa figura che seguiamo dalle prime pagine fino alla fine, appartiene senz’altro al genere fantastico, con quella strana nave e il suo ancor più strano equipaggio, con quelle città a metà strada tra città reali e città immaginate, i graffiti nelle grotte e le grandi figure di antiche civiltà, i fabbricanti di armi e le loro armi micidiali. In una noterella ai margini, ad un certo punto, Straka viene curiosamente definito come un possibile precursore del genere fantastico. La vicenda serpeggia dentro e fuori la realtà, nel (vano?) inseguimento di S. alla ricerca della verità sul suo conto. Rivoluzioni, politica, assassini e assassinati, lotte di potere si mischiano in continuazione e si spostano dalle pagine del libro ad eventi del passato reale, a quanto si apprende dai commenti dei due protagonisti “esterni”. Commenti che non sono scritti nello stesso tempo, ma volte si intersecano con altri più vecchi, i colori sfumano e variano in modi differenti.

Ma è anche (o soprattutto?) un continuo intrecciarsi di tre storie d’amore: da quella della storia vera e propria di S. con Sola, altra enigmatica figura, questa volta femminile, che compare a partire dalle prime pagine e poi riappare più volte in seguito, anche con nomi diversi, anche lei mutando come la Nave di Teseo nel corso della narrazione, dalla storia dell’amore vano di Filomela, la curatrice e autrice delle note a piè di pagina, per V.M.Straka, che forse non è mai neppure esistito, novello Shakespeare, e che mai riuscirà ad incontrare, fino al crescente amore di Jen ed Eric, i due annotatori, che impiegheranno molto tempo prima di incontrarsi al di fuori delle pagine del libro, spesso intimoriti da quello che li circonda, da avvenimenti della loro infanzia/adolescenza che verranno svelati nelle pagine che troviamo inserite nel libro e da come tenteranno di superare tutto. Tutti ricostruendo parti del loro essere con altre nuove, cambiando in continuazione, ma mantenendosi sostanzialmente sempre uguali.

Fino alla fine. Ma è una fine? Credo che ogni lettore dovrà dare la sua risposta. Tenete presente che quella che vi troverete tra le mani è prima di tutto una dichiarazione d’amore verso la scrittura e i libri e di questi tempi va molto apprezzata. Una lettura non facile, come, se non vi ci siete ancora cimentati, avrete intuito. Le prime pagine sono spiazzanti, faticose, con tutte quelle righe tra cui districarsi, poi vi trovate assorbiti nelle narrazioni, quindi verso i tre quarti del libro subentra un po’ di stanchezza e infine vi ritrovate alla conclusione che… vedrete per conto vostro. Quando l’ho terminato non sono riuscito subito a dare una valutazione finale e definitiva, mi ha ricordato la sensazione provata vedendo il film Inland Empire di David Lynch, stupito, ma preso tra il sottile, fondamentale dubbio: capolavoro di profondità o sublime presa in giro di nulla? Eppure, con tutte le perplessità e le difficoltà di lettura vi dico solo un’ultima cosa: leggetelo, siamo tutti Navi di Teseo.

 

LA NAVE DI TESEO – (S. – The Ship of Teseus – 2013) J.J. Abrams e Doug Dorst – Rizzoli Lizard 2014 € 35.00