La ragazza meccanica, di Paolo Bacigalupi

In attesa dell’arrivo di nuovi romanzi importanti come L’arca della redenzione (Alastair Reynolds, Urania Jumbo) e Ancillary Justice (Ann Leckie, premio Nebula; sorry, di questo non posso rivelare l’editore), godiamoci l’uscita de La ragazza meccanica (The Wind-up Girl) di Paolo Bacigalupi, che fece incetta dei maggiori premi del 2010 e che viene portato nel nostro paese per iniziativa meritoria della Multiplayer. L’amico Fabio F. Centamore, che ne ha curato anche la revisione, ce ne parla diffusamente.

 

Titolo: La ragazza meccanica

Autore: Paolo Bacigalupi

Traduzione: Massimo Gardella

Genere: Fantascienza

Casa editrice: Multiplayer Editrice

Anno: 2014

 

Un nuovo frutto, ngaw. È apparso dal nulla ed ora invade tutti i mercati di Bangkok, Anderson Lake non riesce a capire da dove possa essere arrivato. Deve prenderne atto, il regno di Thailandia ha fatto notevoli passi avanti nell’ingegneria genetica. Il nuovo frutto è resistente alla cibiscosi, alla micoruggine, a qualsiasi parassita da genemodifica. Vale moltissimo per i suoi capi e datori di lavoro della AgriGen, una fra le più potenti compagnie della Terra con sede a Des Moines. Lo pagano per quello, per infiltrarsi nel regno di Thailandia e scoprire da dove arriva l’improvviso know how mostrato nella manipolazione genetica. Anderson potrebbe sembrare uno dei tanti imprenditori stranieri nel sud est asiatico, trapiantato lì per dirigere una fabbrica di kino molle innovative. Ha tutto dell’uomo d’affari: duro con i dipendenti locali, ossequioso con la corrotta burocrazia, attento con il suo braccio destro cinese. Nessuno però può immaginare cosa si agita in fondo ai suoi occhi fin troppo azzurri e indecifrabili…

Romanzo d’esordio per Paolo Bacigalupi, scrittore americano di chiare origini italiane, ma già vincitore di numerosi premi e riconoscimenti fin dalla sua prima pubblicazione (2009). Si tratta sicuramente di una fra le più importanti opere letterarie mai pubblicate negli ultimi dieci anni, inclusa la fantascienza. Non a caso, è stato fra l’altro vincitore nel 2010 dei premi “Hugo” (ex aequo con un altro capolavoro, il romanzo La Città e la Città di China Miéville) e “Nebula” come miglior romanzo dell’anno. In uno stile diretto e realistico, vagamente introspettivo grazie al buon utilizzo del presente narrativo, Bacigalupi affronta uno dei temi fondamentali del pensiero umano più che della fantascienza: l’attività umana è da considerarsi parte della stessa natura o ne sovverte irrimediabilmente l’operato? Il netto riferimento è all’impatto diretto dell’ingegneria genetica nell’equilibrio dell’ecosistema. La diffusione di nuove forme di vita create in laboratorio altera in profondità il sistema di vita umano. Non solo il clima e l’ambiente ne risultano sconvolti ma anche la politica e l’economia. I nuovi equilibri sono fragili, basta una casuale scintilla a scatenare il caos e sconvolgere ogni sofisticato calcolo. L’umanità di questo vicino futuro viene rappresentata come alla ricerca di nuovi equilibri di potenza. Le continue crisi energetiche, lungi dall’aver ridisegnato l’economia del mondo, ne hanno profondamente sconvolto gli equilibri e minato le sicurezze. Molti sono gli aspiranti al ruolo di nuova potenza, ostacolati dalle vecchie potenze decadute decise a riprendersi il ruolo. Grintose e rampanti i primi, striscianti e subdoli i secondi. Un quadro di estrema fragilità, dunque. Reso ancor più precario dalla costante e continua ossessione per le epidemie e dalla paura dei nuovi agenti patogeni risultanti dagli esperimenti di ingegneria genetica. Da una parte, dunque, abbiamo una natura alterata e trasformata fino a diventare imprevedibile e bizzosa. Dall’altra la ricerca dell’equilibrio, della chiave che possa far tornare l’uomo a padroneggiare i fenomeni naturali. Il risultato di questa contrapposizione è perdente. Qualsiasi forma di equilibrio è sempre precaria e traballante, basata sulla difensiva, sull’erezione di barricate e nuovi sistemi di difesa alla fine sempre non del tutto adeguati. L’uomo non geneticamente modificato può resistere ai colpi sempre più duri di una natura ormai trasformata? Se le nuove forme di vita, sebbene create artificialmente, ormai sembrano più adatte alla sopravvivenza, può l’uomo stesso sopravvivere senza modificarsi? Questo il dubbio sotterraneo che Bacigalupi instilla nella mente del lettore. Un dubbio a cui non è minimamente interessato a rispondere, si badi bene. Più che a offrire risposte, l’autore sembra molto più interessato a sollevare dubbi, ad esaltare contraddizioni e mostrare tutte le crepe e le incrinature di un sistema attuale ormai prossimo allo sbando. Sì, perché a ben vedere il mondo rappresentato in questo romanzo è già in parte il nostro presente, più che una descrizione di un possibile futuro. Facendo qualche ricerca on line, ad esempio, potrete facilmente osservare come alcune multinazionali della biotecnologia producano sementi geneticamente modificate in modo da produrre piante sterili. Tutto ciò per obbligare gli agricoltori a ricomprare annualmente i semi senza poter utilizzare quelli prodotti dalle stesse piante. Il futuro è già adesso, almeno in parte. Forse anche la fantascienza si avvia a diventare letteratura del presente, più che del futuro.