La saga di Fafhrd e del Gray Mouser di Fritz Leiber

Questo è il primo libro della Saga di Fafhrd e del Gray Mouser, i due più grandi spadaccini che mai esisteranno in questo o in qualunque altro universo della realtà o della fantasia, maestri della lama più abili di Cyrano de Bergerac, Scar Gordon, Conan, John Carter, D’Artagnan, Brandoch Daha e Anra Devadoris. Compagni fino alla morte e commedianti neri per tutta l’eternità, donnaioli, rissosi, sbevazzatori, fantasiosi, romantici, terreni, ladri, sardonici, spiritosi, perpetuamente alla ricerca d’avventure per tutto il vasto mondo, eternamente destinati a scontrarsi con gli avversari più tremendi, i nemici più perfidi, le donne più deliziose e i più terribili stregoni e belve sovrannaturali e altri personaggi.”

(dall’introduzione dell’autore al volume SPADE E DIAVOLERIE, libro primo delle Cronache di Nehwon, trad. di Roberta Rambelli)

 

Fritz Reuter Leiber jr. (1910-1992) è stato uno scrittore statunitense che ha saputo muoversi con successo sia nel campo della fantascienza – basti citare due capolavori come IL GRANDE TEMPO (The Big Time, 1958) e NOVILUNIO (The Wanderer, 1964) – sia in quello dell’Heroic Fantasy. Anzi fu proprio in questo genere che Leiber mosse i suoi primi passi da scrittore, dando vita negli anni Trenta ad una coppia di spadaccini destinata a fama duratura: il gigantesco, collerico e (non sempre) onesto Fafhrd e il piccolo, astuto e machiavellico Gray Mouser (“L’acchiappatopi grigio”).

Probabilmente senza Conan il Cimmero, di Robert E. Howard (1906-1936), e Tarzan, di E.R. Burroughs (1875-1950), le figure del Gray Mouser e, soprattutto, di Fafhrd non sarebbero nate. Ma senza l’opera di Leiber, intrisa di cinismo e autoironia sino ad allora inusuali, il genere Fantasy e, più esattamente, il prolifico Sword & Sorcery (termine che parrebbe inventato da Leiber stesso) non avrebbe conosciuto un’ulteriore evoluzione. E oggi non potremmo apprezzare le gesta di Elric di Melniboné di Michael Moorcock, o Vazkor di Tanith Lee, personaggi ben più complessi e tormentati degli archetipi del Fantasy.

Come avvenne la genesi di questa importante serie?

Leiber partorì l’idea durante uno scambio epistolare con un amico dell’università, Harry Otto Fischer (1910-1986). Fu proprio Fischer che nel 1934 ideò i personaggi di Fafhrd e del Gray Mouser. Come rivelò lo stesso Leiber, Fischer prese a modello l’amico, alto e imponente, per l’aitante Fafhrd, mentre per il più mingherlino Gray Mouser s’ispirò a se stesso.

Entrambi gli autori lavorarono alternativamente, ampliando e arricchendo quello che sarebbe diventato Nehwon, uno degli universi più complessi e variopinti del Fantasy. Fischer fu pure il creatore di Lankhmar, principale metropoli di Nehwon e scenario della maggior parte delle storie. Nonostante gli apporti iniziali di Fischer, fu Leiber a scrivere la quasi totalità dei racconti nei decenni a seguire. A partire dal 1939, con l’uscita del primo racconto “Le gemme nella foresta” (Two Sought Adventure) sulla rivista Unknown, Leiber non avrebbe più smesso di dedicarsi ai due eroi, tranne una parentesi tra il 1953 e il 1959, sino al conclusivo “Il Mouser sottoterra” (Mouser Goes Below) del 1988. Il principale apporto di Fischer furono circa 10.000 parole nel racconto “I signori di Quarmall” (The Lords of Quarmall), completato da Leiber nel 1964.

Con il tempo la serie si sviluppò da un coacervo di storie in un ciclo organico, composto da decine di racconti e un solo romanzo vero e proprio, LE SPADE DI LANKHMAR (The Sword of Lankhmar, 1968), ampliamento del racconto Scylla’s Daughter del 1963.

Le atmosfere sono molto varie; non mancano momenti introspettivi, dove i nostri eroi sono alle prese con veri e propri problemi esistenziali, che si alternano a rocambolesche avventure condite da umorismo e talvolta da un acceso erotismo. Quest’ultimo aspetto è particolarmente accentuato nelle opere dell’ultimo periodo, raccolte nell’antologia IL CAVALIERE E IL FANTE DI SPADE (The Knight and Knave of Swords, 1988). Elemento sempre presente è l’ampia gamma di trovate immaginifiche e originali.

Sfondo prediletto da Leiber è Lankhmar, città antica, nebbiosa e corrotta, della quale sono descritti minuziosamente i quartieri, i templi, i mercati, le taverne, specie quelle più malfamate. Non sono trascurati neppure i meandri della Lankhmar sotterranea, regno di una schiatta di topi dall’intelligenza umana, probabile fonte d’ispirazione per la scrittrice Mary Gentle e del suo bizzarro fantasy IL TRAMONTO DEGLI DEI (Rats and Gargoyles, 1990).

Ma i due esuberanti e controversi protagonisti non disdegnano, nel corso degli anni, di visitare le varie terre che costituiscono il mondo di Nehwon, nome ottenuto anagrammando la parola nowhen, “in nessun tempo”. Le coste del misterioso continente occidentale e i burrascosi oceani equatoriali non soddisfano lo spirito d’avventura di Fafhrd e del Gray Mouser, che arrivano a spingersi fin nel dominio polare della Morte e addirittura nel nostro mondo, come nel racconto “Il gambetto dell’adepto” (Adept’s Gambit, 1947) in cui la coppia si ritrova nel Vicino Oriente di epoca seleucide (III sec. a.C. circa). La visita viene anche ricambiata e nel romanzo LE SPADE DI LANKHMAR incontriamo su Nehwon uno scienziato del nostro universo, un tedesco, in viaggio tra le dimensioni.

Spesso a spingere la coppia nelle imprese più rischiose sono due imperscrutabili stregoni, Ningauble dai Sette Occhi (Ningauble of the Seven Eyes) protettore di Fafhrad, e Sheelba dal Volto Senza Occhi (Sheelba of the Eyeless Face) protettore (o protettrice, il genere nel suo caso sembra incerto) del Gray Mouser. Compagne inseparabili in ogni vicenda sono le armi: per Fafhrad, oltre al pugnale Hearthsekeer, la spada Astagrigia (Graywand) e una grossa ascia senza nome, mentre il Gray Mouser si affida a Cesello (Scalpel) e a un pugnale chiamato Zampino (Cat’s Claw).

Per creare il mondo di Nehwon e i suoi popoli, Leiber ha attinto a piene mani dal proprio bagaglio culturale: dalla mitologia classica alle saghe nordiche, dall’opera di Shakespeare (Leiber era figlio di attori) sino ad arrivare alle fiabe slave – la capanna di Shelba dal Volto Senza Occhi si muove su cinque pilastri mobili esattamente come la capanna della Baba Yaga della tradizione russa -. Non meno importante fu l’influenza dei pulp magazines dell’epoca: nel processo creativo ebbero il loro peso non solo R.E. Howard e E.R. Burroughs ma anche Clark Ashton Smith (1893-1961) e soprattutto H.P. Lovecraft (1890-1937), in particolare con le sue storie del cosiddetto ciclo dei sogni di Randolph Carter.

Come conigli dal cilindro di un prestigiatore, sgorgano dalle pagine di Leiber draghi, creature invisibili, abitanti mostruosi di mondi sotterranei e sottomarini, ghoul divoratori di cadaveri, perfide divinità, tiranni crudeli e soprattutto belle fanciulle in gran quantità che, di volta in volta, vanno ad affiancare in avventure indimenticabili i due spadaccini.

A differenza del mondo hyboriano di Conan, che contiene molti elementi facilmente collegabili alle culture del mondo reale, Nehwon è una creazione più surreale ed eccentrica. Il cennopiù ovvio alla nostra Terra riguardai feroci nomadi Mingol, che ricalcano negli usi e costumi i mongoli. Ma, in linea di massima, i popoli e i luoghi che Fafhrd e il Gray Mouser incontrano non hanno analoghi sulla Terra. Rispetto alla creazione di Howard, in Nehwon c’è anche più magia. Sotto questo punto di vista la similitudine con l’universo di Melniboné di Moorcock è evidente. Il Gray Mouser sfoggia una certa abilità magica eanche le donne del clan nordico, da cuiFafhrd proviene, praticano sortilegi. Inoltre i due eroi utilizzano, a più riprese, oggetti incantati, tra cui una pozione che permette di ridursi alle dimensionidi un ratto e un fischietto che chiama in aiuto schiere di gatti guerrieri.

Tutte queste storie conservano ancora oggi, dopo decenni, una freschezza e un’originalità tali da porre Fritz Leiber nell’Olimpo riservato ai maestri del genere.

 

L’insieme dei lavori fu riordinato dallo stesso  Leiber e raccolto in sette volumi, editi in Italia dalla Editrice Nord, che vanno a formare il corpus delle Cronache di Nehwon:

 

SPADE E DIAVOLERIE (Swords and Deviltry, 1970), trad. di Roberta Rambelli:

Induzione (Induction, 1970)

Le donne delle nevi (The Snow Women, 1970)

L’empio Graal (The Unholy Grail,1962)

Brutto incontro a Lankhmar (Ill Met in Lankhmar, 1970), l’unica storia dell’intera saga ad aggiudicarsi il Nebula Award for Best Novella nel 1970, e lo Hugo Award for Best Novella nel 1971.

 

SPADE CONTRO LA MORTE (Swords Against Dead, 1970), trad. di Roberta Rambelli:

La maledizione ciclica (The Circle Curse, 1970)

Le gemme nella foresta (Two Sought Adventure – The Jewels in the Forest, 1939)

La casa dei ladri (Thieves’ House, 1943)

L’approdo desolato (The Bleak Shore, 1940)

La torre che ululava (The Howling Tower, 1941)

La terra sprofondata (The Sunken Land, 1942)

I sette sacerdoti neri (The Seven Black Priests, 1953)

Artigli nella notte (Claws from the Night, 1951)

Il prezzo del sollievo (The Price of Pain-Ease, 1970)

Il bazaar del bizzarro (Bazaar of the Bizarre, 1963)

 

SPADE NELLA NEBBIA (Swords in the Mist, 1968), trad. di Roberta Rambelli:

La nube d’odio (The Cloud of Hate, 1963)

Tempi magri a Lankhmar (Lean Times in Lankhmar, 1959)

Il loro amore: il mare (Their Mistress, the Sea, 1968)

Quando il re del mari è assente (When the Sea-King’s Away, 1960)

La diramazione sbagliata (The Wrong Branch, 1968)

Il gambetto dell’adepto (Adept’s Gambit, 1947)

 

SPADE CONTRO LA MAGIA (Swords Against Wizardry, 1968), trad. di Roberta Rambelli:

Nella tenda della strega (In the Witch’s Tent, 1968)

La rampa delle stelle (Stardock, 1965)

I due migliori ladri di Lankhmar (The Two Best Thieves of Lankhmar, 1968)

I signori di Quarmall (The Lords of Quarmall, 1964)

 

LE SPADE DI LANKHMAR (Swords of Lankhmar, 1968), trad. di Roberta Rambelli

 

SPADE TRA I GHIACCHI (Swords and Ice Magic, 1977), trad. di Roberta Rambelli:

La tristezza del carnefice (The Sadness of the Executioner, 1973)

La bella e le bestie (Beauty and the Beasts, 1974)

Prigionieri nella terra delle ombre (Trapped in the Shadowland, 1973)

L’esca (The Bait, 1973)

Sotto i pollici degli dei (Under the Thumbs of the Gods, 1975)

Prigionieri del Mare delle Stelle (Trapped in the Sea of Stars, 1975)

La Mostreme di ghiaccio (The Frost Monstreme, 1976)

L’isola della brina (Rime Isle 1977)

 

IL CAVALIERE E IL FANTE DI SPADE (The Knight and Knave of Swords, 1988), trad. di Carla della Casa:

La magia del mare (Sea Magic, 1977)

La sirena (The Mer She, 1983)

La maledizione delle piccole cose e delle stelle (The Curse of the Smalls and the Stars, 1983)

Il Mouser sottoterra (Mouser Goes Below, 1988)

 

Per un elenco esaustivo delle edizioni italiane dell’opera omniadi Fritz Leiber si può consultare il catalogo Vegetti: http://www.fantascienza.com/catalogo/autori/NILF13134/fritz-leiber