La signora delle tempeste, di Marion Zimmer Bradley

Nel tuono c’era qualcosa di innaturale.

Donal non avrebbe saputo esprimerlo in modo diverso: Qualcosa di innaturale. Era piena estate nelle montagne chiamate gli Hellers, e in quella stagione non si prevedevano tempeste, a parte le tormente di neve che velavano le cime lontane, al di sopra della zona degli alberi; solo nelle colline ai loro piedi, qualche raro e violento temporale percuoteva le valli, lasciando sulla scia dei suoi lampi molti tronchi spezzati e talvolta un incendio.

(trad. di Riccardo Valla)

 

Quarta di copertina:

Dagli elfi gli uomini di Darkover ebbero la magia e i talismani che rafforzavano la loro forza e le loro capacità mentali. Molto tempo dopo, in un’epoca oscura dominata dalla tirannide, la ricerca di magie sempre più grandi rischiava di precipitare la civiltà nel caos… In uno di questi momenti cruciali per la Terra di Darkover si svolse la storia della SIGNORA DELLE TEMPESTE.

 

Pubblicato nel giugno del 1978, LA SIGNORA DELLE TEMPESTE (Stormqueen!) è il dodicesimo volume scritto da Marion Zimmer Bradley (1930-1999) della serie di Darkover. Come tutti i libri di questo ciclo monumentale, il romanzo si può leggere in maniera autonoma e cronologicamente si colloca un migliaio di anni dopo i fatti narrati in “Naufragio sul pianeta Darkover” (Darkover Landfall, 1972), durante le cosiddette Età del Caos. Agli albori dell’impero hasturiano, questo è un periodo in cui le casate nobili, i Comyn, si combattono ferocemente, e con ogni mezzo, per estendere il proprio dominio sulle pianure centrali e i monti Hellers. Grazie al lavoro di selezione svolto con perizia e costanza dai Sapienti delle Torri, i “Poteri” – cioè le facoltà soprannaturali – delle grandi famiglie si fanno più forti a ogni generazione e le Pietre Matrici, dono degli “elfi” ai primi coloni umani, ne moltiplicano l’efficacia. Unici a non aver bisogno dei magici cristalli per utilizzare i propri poteri mentali sono gli Hastur, non a caso la famiglia più potente dell’intero pianeta.

Nulla è impossibile agli aristocratici. Mentre la grande massa della popolazione vive una semplice vita contadina, i membri delle casate viaggiano su carrozze volanti, trasmettono i propri pensieri a migliaia di chilometri di distanza, leggono il pensiero, estraggono i metalli dal sottosuolo, manipolano i geni degli animali e delle razze autoctone di Darkover per creare ibridi da usare come schiavi. Soprattutto forgiano armi capaci di disseminare morte e distruzione, in misura altrimenti impossibile su un mondo per altri aspetti ancora fermo a una tecnologia medievale.

Ma c’è un prezzo da pagare: molti dei giovani portatori di Poteri, giunti alla pubertà, muoiono del “mal della soglia”.

Su uno sfondo di lotte dinastiche e intrighi di corte, s’intrecciano varie storie, dove non mancano vicende passionali tanto intense quanto tragiche. Tutti i protagonisti, maschili e femminili, con lo svolgersi della trama vanno incontro a una serie di cambiamenti, non solo fisici ma anche mentali, che li porterà – in primis la principessa Dorilys, signora delle tempeste suo malgrado – ad assumersi grandi responsabilità, in un mondo dominato da regole ferree e un rigido codice d’onore. Difficilmente i personaggi della Bradley sfuggono al proprio destino.

Notevole il lavoro di worldbuilding compiuto dalla scrittrice americana: religione, usi e costumi (anche sessuali) della classe sociale più elevata di Darkover vengono descritti con una ricchezza di particolari degna di un saggio antropologico.

Gli amanti della magia rimarranno altresì colpiti dall’importanza che questa riveste nell’economia della storia. Memorabile a proposito è l’assedio al Castello di Aldaran: una battaglia cruenta, combattuta quasi esclusivamente con i Poteri. Incantesimi e contro-incantesimi, illusioni e malìe di vario genere pongono queste pagine tra le più genuinamente fantasydell’intero ciclo. Un ciclo al cui interno non mancano elementi squisitamente fantascientifici, a tal punto che tanti appassionati ancora oggi discutono se etichettarlo fantasy, science fiction o science fantasy.

Sebbene il lettore debba aspettarsi un libro scorrevole, scritto con il consueto stile piacevole della Bradley, questo non significa che al suo interno manchino perle di ragionamento e critica (specie sulla condizione femminile). Ci si ritrova in un mondo che sembra reale, tanto egregiamente sono descritti i paesaggi e le atmosfere. A tale proposito è importante anche la terminologia che la scrittrice crea ad hoc per questo universo letterario, e che indubbiamente consente al lettore di calarsi nel ricco contesto di Darkover. Tutto pare realistico e dietro le parole della Bradley spesso si coglie la vastità e la complessità sociale del pianeta dal sole rosso. Si consiglia di leggere questo romanzo con tutta l’attenzione di cui si dispone, perché ogni singola parola ha un suo significato ed è stata collocata con un intento ben preciso.

L’autrice aveva previsto anche un seguito diretto, dal titolo Thunderlord!, che forse sarà realizzato dal gruppo di scrittrici che ha raccolto l’eredità di Darkover.

 

Edizioni italiane:

LA SIGNORA DELLE TEMPESTE (Stormqueen!, 1978), trad. di Riccardo Valla, Editori Associati, collana TEADue (n. 19), pp. 396, 1989.

LA SIGNORA DELLE TEMPESTE, trad. di Riccardo Valla, R.L. Libri, collana Superpocket. Bestseller (n. 111), pp. 410, 2000.