La Terra morente, di Jack Vance

Domenica è morto Jack Vance, nella sua casa di Oakland, dove ha passato gli ultimi decenni della sua lunga vita. Aveva  96 anni e da tempo ormai non vedeva più. Le sue ultime opere, Lurulu e Fuga nei mondi perduti, risalgono a più di dieci anni fa’. Era uno dei mie scrittori preferiti (forse il prediletto in assoluto, assieme a Bob Silverberg), e avevo avuto il piacere di corrispondere con lui negli anni ottanta, quando proposi a Gianfranco Viviani di fare un’antologia di inediti del grande Jack. Vance mi rispose subito, aderendo con entusiasmo all’idea e mandandomi le fotocopie (all’epoca non c’era internet) di alcuni suoi racconti e romanzi brevi apparsi sulle riviste pulps degli anni cinquanta e mai raccolti in volume. Nacque così La terra di Ern (Cosmo Oro Nord), una magnifica raccolta dove sono riunite alcune delle gemme più fulgide prodotte da Vance. Ma sarebbe troppo lungo citare tutti i capolavori composti da Jack nella sua lunghissima carriera, a partire dal ciclo dei Principi demoni, per passare a quello di Tschai, a Big Planet, alla serie fantasy di Lyonesse, a quella di Cadwal. No, ci vorrebbe troppo tempo. Altri hanno già scritto ottimi profili e necrologi: vi rimando a Locus o Fantascienza.com  per articoli più completi. Sono molto scosso da questa notizia. Colgo l’occasione per ricordare Vance con una recensione di quello che è forse il suo ciclo più famoso, quello della Terra Morente, scritta da Massimo Luciani. Avrei voluto presentare questo pezzo in un’altra circostanza, quella dell’uscita del ciclo completo nella bella collana della Fanucci dedicata alle serie più importanti della sf/fantasy. Ma credo che Fanucci abbia abbandonato l’idea e allora è giusto proporlo oggi, come doveroso omaggio a uno dei massimi autori della letteratura fantastica.

Il romanzo “La Terra morente“, conosciuto anche come “Crepuscolo della Terra” (“The Dying Earth”, noto anche come “Mazirian the Magician”) di Jack Vance è stato pubblicato per la prima volta come libro nel 1950, dopo che i racconti che lo compongono erano usciti in precedenza su rivista. È il primo romanzo del ciclo della Terra morente. Nel 2001 è stato finalista al Premio Retro Hugo, la versione retroattiva di 50 anni del Premio Hugo, come miglior romanzo dell’anno. In Italia è stato pubblicato con il titolo “Crepuscolo della Terra” da Ponzoni Editore nel n. 127 della collana “Cosmo” e nel n. 63 della collana “Cosmo. I Capolavori della fantascienza”; con il titolo “La Terra morente” è stato ristampato da Fanucci Editore all’interno n. IV della collana “Orizzonti. Capolavori di Fantasia e Fantascienza” e dall’Editrice Nord all’interno del n. 138 della collana “Cosmo Oro”. Singole storie che fanno parte di questo romanzo sono state pubblicate in altri libri.

Nel lontanissimo futuro il Sole è ormai vicino alla fine della sua vita ma sulla Terra vivono ancora esseri umani assieme ad altre specie oggi sconosciute. Molte civiltà sono nate e cadute e le ormai decadenti scienze e tecnologie sono ormai indistinguibili dalla magia.

Sulla Terra ma anche su Embelyon, un luogo da essa separato, vari personaggi cercano avventure oppure conoscenza tra pericoli nuovi e antichissimi affrontando maghi e strane creature.

Pur essendo stato pubblicato come romanzo, “La Terra morente” è chiaramente una raccolta di racconti. Alcuni personaggi appaiono in più di una storia ma un paio di esse sono totalmente scollegate dalle altre. In comune c’è l’ambientazione in un futuro così lontano che ormai il Sole sta per morire. In sostanza, più che un romanzo va considerato un’antologia nella quale qualche personaggio appare in più di un racconto.

Sulla Terra di questo  futuro ci sono ancora esseri umani che vivono in mezzo a rovine di civiltà a volte antichissime. La decadenza riguarda anche la conoscenza: uno dei modi per acquisire potere è la capacità di usare la magia ma ci sono accenni al fatto che gli incantesimi sono stati creati usando antiche conoscenze come la matematica. Occasionalmente appaiono nelle varie storie anche antichissime macchine ma nessuno conosce i loro principi di funzionamento e tutti danno per scontato che si tratti di incantesimi andati perduti.

In questa Terra in molte zone ormai fredda e desolata vivono varie specie mostruose, forse evolutesi spontaneamente o forse create tramite ingegneria genetica, una delle forme di magia conosciute nel lontano futuro.

Queste caratteristiche fanno sì che queste storie abbiano un sapore assolutamente fantasy pur avendo una base fantascientifica. Jack Vance non è stato il primo a descrivere un possibile futuro in cui tecnologie avanzate vengono scambiate per magia ma in “La Terra morente” questo concetto viene portato all’estremo.

I racconti che formano “La Terra morente” vennero scritti durante i primi anni della carriera di Jack Vance come scrittore ma contengono già i suoi elementi tipici, in particolare la sua capacià di descrivere terre e genti lontane, in questo caso nel tempo.

All’epoca Jack Vance doveva limitare la lunghezza dei suoi racconti a causa delle esigenze editoriali, eppure riusciva comunque a descrivere con ricchezza quella Terra morente. Vance ci fa provare malinconia nell’esplorare quel mondo così decadente con i suoi antichi edifici spesso in rovina, le strane creature che ci vivono e i vari popoli che ancora la abitano con i loro variegati usi e costumi.

Oggi le trame dei racconti che compongono “La Terra morente” possono sembrarci scontate e anche la sua ambientazione tutt’altro che originale. Questo succede anche perché negli anni successivi Jack Vance scrisse altre storie ambientate in quello stesso lontanissimo futuro e il ciclo che ne risultò divenne un tale classico da ispirare altri scrittori.

Oggi esiste un intero sottogenere della fantascienza e del fantasy dedicato a storie ambientate su una Terra morente. Certo, storie del genere esistevano anche prima che Jack Vance cominciasse a scrivere i suoi racconti ma la sua influenza è stata notevole sugli autori successivi.

L’influenza di Jack Vance va oltre la letteratura. Infatti, i creatori originale del gioco di ruolo “Dungeons & Dragons” incorporarono vari aspetti del ciclo della Terra morente nel gioco. Altri giochi di ruolo hanno incluso elementi presi dal ciclo della Terra Morente e ad un certo punto ne è stato creato uno ufficialmente ambientato in quell’universo narrativo.

Oggi “La Terra morente” è probabilmente più adatto ai gusti dei lettori di fantasy ma un’opera di Jack Vance merita sempre di essere letta, in particolare un classico come questo.

Massimo Luciani