La via della collera, di Antoine Rouaud

Nato nel 1979 in Francia e tutt’ora residente a Nantes, Antoine Rouaud ha raggiunto un notevole successo con La via della collera (La voie de la colère, 2013), primo volume della trilogia fantasy “Il libro e la spada”, divenuto un bestseller in Francia e tradotto successivamente in numerosi Paesi nel mondo. Amante da sempre di atmosfere fantastiche e di mondi immaginari, trovò fin da piccolo stimolo e ispirazione per questa sua passione dai film di Lucas e Spielberg o da scrittori di vari generi come Morcoock, Tolkien o Stephen King, rimanendo un lettore appassionato ed eclettico. 

La via della collera ha una trama varia, intessuta di frequenti flashback che danno colore e movimento alla narrazione; il personaggio principale è Dun-Cadal, ex sommo generale dell’Impero ormai caduto della famiglia Reyes, che dopo esser stato un eroe di guerra si è ridotto all’ombra devastata di se stesso. Schiavo della bottiglia e perso nel rimpianto di un tempo glorioso svanito nel nulla, un giorno conosce una giovane storica, Viola, che è alla ricerca della Spada dell’Impero, simbolo scomparso del potere imperiale. In seguito a questo incontro, cominciano a verificarsi strani omicidi: i vecchi compagni di Dun-Cadal vengono uccisi ad uno ad uno e per lui arriva il momento di riaffrontare un passato accantonato e di tirare fuori il coraggio che lo aveva spesso dipinto a tinte leggendarie.

Questo primo volume è il risultato di una rielaborazione di scritti precedenti che non erano stati pubblicati perché non sufficientemente maturi; nel quadro della trilogia, a detta dello stesso autore, ognuno dei tre libri sembra dover rappresentare una sorta di passaggio, di rito di iniziazione che conduce dall’adolescenza ad una dimensione psicologica e interiore via via più matura. I tradimenti, il coraggio, la vendetta sono tutti temi affrontati con consapevolezza del loro potere attuale in ogni ambito sociologico ed esistenziale.

Nulla di quanto è trattato è lasciato al caso. Il tormento interiore che caratterizza Dun-Cadal all’inizio della storia è intenzionalmente reso manifesto, facendo capire quanto l’orgoglio che colma ancora il petto del generale lo renda una vittima di se stesso, del suo celebre vissuto. È a tratti un personaggio scomodo, che non attira la simpatia del lettore sia per il suo modo arrogante di porsi, sia per i compromessi cui ha dovuto sottostare per raggiungere il prestigio di cui si è gloriato; ma nel muro freddo e spesso della sua protervia vi è uno spiraglio di luce, rappresentato dal rimorso per il male compiuto e da un sottile desiderio di riscatto morale. In quest’ottica vi è gioco di antitesi sul concetto di colpa e di redenzione; Dun-Cadal è comunque un personaggio sempre e profondamente umano, imprigionato dal rimpianto del passato e aperto al richiamo del destino.

Il tema della scelta e del destino sono punti chiave che si sviluppano in questo primo volume ma che sembra essere catapultato in avanti, per fare da filo conduttore tra fatti e personaggi: le trame del destino sono già scritte o devono essere costruite istante dopo istante con la nostra volontà? Da qui scaturiscono interessanti meditazioni sul potere e sulla corruzione legate anche alla questione della fede religiosa che caratterizza, sostenendole o condannandole, le scelte di Dun-Cadal.

Nonostante tutti questi inviti alla riflessione, il ritmo si mantiene buono e costante e la concentrazione non viene fuorviata. Scarne e superficiali sono le descrizioni; Antoine Rouaud è più scrittore di fatti e azioni che di descrizioni che, senza dubbio, avrebbero creato maggior coinvolgimento e più forza all’impianto narrativo.

Quello che a mio giudizio rappresenta una debolezza in questo volume è lo stile, semplice e abbastanza immediato, ma non abbastanza forte, incisivo. L’utilizzo eccessivo dei punti di sospensione, poi, rende poco energica la comunicazione, penalizzandola. L’impressione che ho avuto è che in alcune parti sfuggisse all’autore il punto focale della situazione, trasmettendo una sensazione di incompletezza e creando a tratti insoddisfazione, sebbene non manchino dei punti di luce che affascinano con il loro afflato poetico e che si connettono direttamente all’elemento magico: “La terra… il mondo intero è come l’aria che va e viene. Il Soffio… il respiro del mondo. Tutti lo possono ascoltare, ma sentirlo? Controllarlo? È più difficile, bisogna stare in ascolto. Concentrati… Senti il Soffio, sii il Soffio”.

Tirando le somme, l’altalenarsi di intrattenimento e riflessione, avventura, magia e intreccio politico rendono il libro comunque piacevole, senza però conferirgli il dono glorioso di trafiggere l’animo del lettore e appassionarlo in modo viscerale.

 

Autore: Antoine Rouaud

Titolo: La via della collera

Editore: Bur, 2015

Pagg. 469, € 14,90