Lo scriba macabro, di Thomas Ligotti

Venite, dunque, e chiudetemi gli occhi. Uccidete le creature nelle quali i miei occhi sono stati strascinati. E poi chiudete gli scuri delle vostre menti meglio che potete davanti all’abisso che è dimora della follia delle cose.

(trad. di Armando Corridore)

 

Dalla quarta di copertina:

Nelle forme che si nascondono dietro la realtà, nelle scuole frequentate da strani studenti, nei riti antichi dimenticati, la Sua voce ci parla degli orrori che ci circondano e che non vogliamo vedere. Orrori nascosti nel buio e nella luce, nei cinema in sfacelo e nelle antiche case desolate, nelle illustrazioni scellerate di strani libri di preghiera, nei sobborghi di città decadenti e viziose, nelle nebbie crudeli di una primavera precoce. E’ la voce di Grimscribe, lo scriba macabro, cantore e custode di ogni orrore.

 

Chi scrive vuole iniziare con un plauso all’Elara di Ugo Malaguti e Armando Corridore, per aver pubblicato i racconti di Thomas Ligotti, scrittore nato a Detroit il 9 luglio 1953.

Edgar A. Poe, Arthur Machen, Algernon Blackwood, H. P. Lovecraft da sempre sono apprezzati nel nostro paese: letti, studiati, assimilati nonché emulati (nel limite del possibile). In quest’ottica non può non raccogliere consensi la mossa della casa editrice bolognese di presentare due antologie dell’autore italo-americano, considerato da molti uno dei maestri del weird contemporaneo, grazie al suo stile raffinato con cui descrive incubi e inquietudini. Ligotti, persona schiva e riservata, è conosciuto e stimato in patria, tanto da aggiudicarsi vari Bram Stoker Awards. Non è un caso se lo sceneggiatore Nic Pizzolato, per i monologhi di un protagonista della serie tv True Detective (2014), si sia ispirato all’opera dello scrittore di Detroit.

Dopo I canti di un sognatore morto (Songs of a Dead Dreamer, 1989) nel 2007, la Elara ha presentato nel dicembre del 2015 Lo scriba macabro (Grimscribe: His Life and Works, 1991), raccolta il cui titolo italiano è stato concordato con l’autore statunitense, al fine di conservare l’asprezza fonetica dell’originale inglese.

I racconti, che si presume vomitati dalla penna di un folle scribacchino, sono cupi, evocativi, inquietanti, miscela di sogno e realtà. Spesso la trama è semplice, a volte quasi assente: un incontro, una passeggiata, un insieme di visioni, l’ingresso in una sala cinematografica di un quartiere periferico. Ricorrente è un processo degenerativo, riconoscibile dal marciume imperante e da onnipresenti ragnatele, che coinvolge indistintamente persone, oggetti e ambienti. Le pagine di Ligotti descrivono paesaggi da incubo, mondi spettrali abitati da creature normalmente celate alla nostra vista ma con le quali conviviamo e che talvolta ospitiamo, ignari, nei nostri corpi. Emerge così una realtà occulta ma influente, fatta di cosmogonie, di demoni, di organismi rivoltanti e di spaventapasseri che preannunciano la fine del mondo, di vetri stregati e di biblioteche maledette, elementi che tanto sarebbero piaciuti al solitario di Providence. Le architetture bizzarre descritte da Ligotti, formate da monumenti angolari e sfaccettati, da edifici sghembi e cumuli montagnosi di pietre muscose, da cimiteri nebbiosi, da pozzi senza fondo, da torri che sfuggono alla geometria euclidea ricordano da vicino la R’lyeh lovecraftiana. Con una differenza rilevante: se la città della mitologia cthulhuniana ha una collocazione spaziale e temporale ben precisa, gli agglomerati urbani di Ligotti passano facilmente dal reame onirico a quello della veglia, e viceversa, compenetrando il tessuto della realtà quotidiana.

Inutile dire che nella visione esistenziale di Ligotti l’essere umano è solo un misero spettatore, nella migliore delle ipotesi, quando non è vittima impotente di poteri cosmici irraggiungibili e incomprensibili.

Una lettura non semplice, viscosa, intrisa di pessimismo e nichilismo. Ma se si riesce a entrare in sintonia con lo stile e, soprattutto, con le atmosfere oscure e angoscianti, si viene trascinati in una spirale di orrori difficilmente dimenticabili.

Lo scriba macabro è stato inserito all’interno della collana Libra Fantastica, che esce in edicola. Dopo febbraio sarà possibile acquistare il volume direttamente dal sito www.elaralibri.it.

 

Thomas LIGOTTI, LO SCRIBA MACABRO (Grimscribe: His Life and Works, 1991), trad. di Armando Corridore, Elara, collana Libra Fantastica (#11), pp. 223, 2015, prezzo di copertina 16,50 €.