Cronache di Mondo9: alcune note

Forse queste note arrivano un po’ in ritardo, ma mi sembra doveroso dire qualcosa perché è la prima volta che viene pubblicato un Millemondi riservato a uno scrittore di fantascienza italiano, e non è un fatto che possa passare sotto silenzio nel nostro blog. Inoltre, avendo curato (non da solo, beninteso) un intero numero speciale di Science-Fiction Studies sulla fantascienza italiana, e avendo anche scritto qualcosa su autori italiani in questo illustre blogghe, non posso stare alla finestra a guardare in attesa che qualcuno si alzi e dica che ne pensa. Mi sento tenuto a dire la mia.

Ovviamente “la mia” non posso dirla da semplice lettore che legge solo per il gusto di farlo (beato lui!). Sono un critico e resto tale, quindi non me la posso cavare con una dichiarazione di gradimento o di mancato gradimento. Se cercate stellette, “mi piace/non mi piace”, “lo amo/me fa schifo”, allora lasciate stare. Qui non troverete niente del genere.

Su Mondo9 se ne potrebbe scrivere parecchio. Ma non voglio annoiare nessuno. Inoltre, avendo letto solo questo “romanzo” di Dario Tonani (le virgolette le spiego dopo), non mi sento qualificato per fare un discorso più ampio. Tonani non ha scritto solo Cardanica e Mechardionica (le due parti del Millemondi, rispettivamente una raccolta di racconti assemblati e un romanzo, ed ecco perché le virgolette precedenti), e ci vorrebbe qualcuno più ferrato nell’opera completa dell’autore per scrivere un saggio esaustivo; io mi limiterò a una serie di note di lettura. In inglese sarebbero definite “notes towards…”, ma restiamo in Italia.

Pere e mele. Dunque, prima cosa: non venite a seccarmi (o non andate a seccare Tonani) colla solita lamentela “questa non è fantascienza”. Già si disse che d’ibridi ce ne sono tanti, nella storia del genere; ma oggi sembra essere una tendenza piuttosto generalizzata: scrittori che vengono dal “mondo esterno” che infilano idee fantascientifiche nei loro romanzi e racconti, scrittori che pubblicano su collane e riviste di fantascienza romanzi e racconti dove non tutto appartiene al genere definito in modo restrittivo. Ma se Mondo9 non è fantascienza allora non lo sono neanche il ciclo di Eymerich e nemmeno la trilogia di Bas-Lag di Miéville; e se qualcuno nota che in Mondo9 c’è parecchio horror (e c’è) gli farò notare che c’era in Lovecraft e pure, andando a guardare bene, nei romanzi di due straclassici della fantascienza come Pohl & Kornbluth.
Inoltre: nel Millemondi Tonani (chiamiamolo così) c’è molto surrealismo, varietà Brussolo. Certo che sì, ma perché, a parte Brussolo, ma nei classici più classici di Van Vogt non c’è un’atmosfera decisamente surreale? E non è proprio quella a costituire il fascino strampalato (a tratti) di Van Vogt? (E non ho neanche fatto due nomi di autori che mi stanno particolarmente a cuore, sennò certa gente si convincerà che non sono “esperto di X e Y”, ma “uno che ha letto solo X e Y”…)
In altri termini: nella fantascienza ci sono le mele, tanto amate da un nostro simpatico amico fruttarolo, ma spesso ci sono ibridi tra mele e pere nei quali le due componenti non si possono separare col coltello. E la tendenza attuale è quella del new weird e dello slipstream, due termini che (assieme ad “avantpop”, che ora va di meno) servono solo a indicare che le cose più interessanti si stanno verificando ai confini dei generi, nelle zone di intersezione, di contatto, di contaminazione (sarà una coincidenza, ma queste tre parole sono tutte fondamentali nel lessico della fantascienza, che parla spesso di intersezioni tra universit, contatti con alieni, contaminazioni biologiche…).
Tonani new weird? E perché no? Secondo me anche la camicia steampunk unta d’olio gli va stretta. E new weird sia.
(E poi scusate, ma un intero mondo alieno popolato di creature aliene non è più fantascienza? Da quando?)

Discontinuità. Tonani spiega come nasce il Millemondi: e si sente già leggendolo. Cardanica è una raccolta di racconti indipendenti. Hanno in comune Mondo9, ma non i personaggi né l’azione. Mechardionica è un romanzo a tutti gli effetti, anche se ha la cadenza di una storia a puntate, e l’autore stesso ne è ben consapevole. Qui s’ingenera un piccolo problema, a mio modesto avviso: quei lettori che non amano i racconti (e da noi ce ne sono mica pochi…) potrebbero mollare la lettura prima di arrivare alla seconda parte. Certo, Tonani ha cercato di assemblare, come prima si diceva, i racconti, e nella seconda parte fa occasionalmente riferimento ad essi; però temo che non basti per convincere una parte di lettori a continuare. Io non ho di questi pregiudizi, ma ripeto, non è questione dei miei gusti personali, ma di descrivere Mondo9 per quel che è. Non ci si meravigli quindi se tanti hanno lasciato perdere dopo qualche decina di pagine. Ovviamente si potrebbe dire a questi lettori che anche la Trilogia di Asimov funziona così, la prima parte è un montaggio di racconti evidentemente indipendenti, e anche un po’ traballanti (cosa che a Tonani non accade, anche se ai suoi personaggi sì), poi il Dottore trova il fiato per articolare qualcosa di più ampio e complesso. D’altro canto si potrebbe dire che Tonani avrebbe fatto bene a saldare in modo più organico le parti di Cardanica. Io constato che ha fatto una scelta coraggiosa, e non c’è niente da fare, il coraggio lo apprezzo sempre.

Infodump. Non tutto è spiegato, in questo ciclo. Lo dice Tonani stesso, e lo ha detto spesso in scambi di opinioni su FB. Però vorrei fargli notare che la discontinuità tra i racconti di Cardanica, unita al fatto che talune cose non vengono mai spiegate, può ingenerare nella mente del lettore una tal confusione e una tal tenebra che quello alla fine molla tutto e passa a leggersi qualcos’altro. Anch’io sono contrario all’infodump bulimico, al fatto che nel bel mezzo di un’azione la vicenda s’interrompa e arrivino due o tre pagine di spiegazioni del perché e del percome. Però a mio modestissimo avviso Dario è stato un po’ troppo parsimonioso. Qualche accenno in più, qualche raggio di luce in più ci sarebbe voluto. Ripeto, il fatto che certe caratteristiche di interni, esterni, mechardionici, umani non vengano mai spiegate del tutto non mi ha impedito di arrivare alla fine, ma sicuramente mi ha fatto penare un po’ in certi punti, dove proprio non capivo cosa stava succedendo e perché; orbene, io sono abituato a procedere al buio, o con pochissima luce, e non mi spavento, ma certi lettori a quel punto chiudono il libro.

(Sia chiaro, non ritengo affatto che i mechardionici si possano o si debbano spiegare scientificamente; mi sta bene anche la magia, o una versione tonaniana della taumaturgia alla Miéville; però ancora non ho capito bene da dove sono usciti fuori e cosa possono o non possono fare; e un po’ mi dispiace, perché sono tra le invenzioni più peculiari in Mondo9, di quelle che restano impresse.)

Globalizzazione anamorfica. Surreale, sicuramente, magico a tratti, allusivo, enigmatico, ma Mondo9 non sta tra le nuvole, anche se alla fine le navi imparano a volare. Mentre leggevo pensavo a quei disgraziati in Africa che smontano navi spiaggiate perché ormai inutilizzabili, senza precauzioni e protezioni, rischiando pelle e salute, per riciclare metalli e altri materiali di cui quelle carcasse sono fatte. Rischiano? Ma certo che sì, e rischiano perché qualcun altro faccia i soldoni; rischiano in modo folle e assurdo come i membri degli equipaggi delle navi che viaggiano senza posa su Mondo9. Insomma, per me questo è un romanzo della globalizzazione a tutti gli effetti, e se lo si guarda in controluce la sua assurdità (criticata da molti) non è più insensata del mondo in cui viviamo, dove di gente che deve fare lavori letali e devastanti ne gira anche troppa.

Not for everybody. Ci sono romanzi che piacciono pressoché a tutti e romanzi che piacciono a pochi. Diciamo i “classici” e quelli “di nicchia”. Mondo9 secondo me non appartiene a nessuna delle due categorie. Vogliamo dire che è un’opera controversa? Preferirei qualificarlo come romanzo “o-lo-ami-o-lo-odi”. Tonani ha delineato un mondo strano, surreale, brutale, eccessivo, senza compromessi. E quando uno non fa compromessi inevitabilemente piacerà a certi e non ad altri. L’ho verificato in diverse conversazioni su FB e fuori FB: ci sono gli appassionati di Mondo9 che lo difendono a spada tratta e quelli che neanche vogliono sentirne parlare. Come le Camel di una volta, probabilmente Mondo 9 è “not for everybody”. Be’, il mio consiglio all’autore, in vista di una terza parte che pare essere stata già scritta, è: “continua per la tua strada”. Hai convinto il 48% dei tuoi lettori e respinto un altro 48%? Probabilmente se “ammorbidirai” le asperità di Mondo9, il suo lato horror, scontenterai i fautori e comunque non convincerai i detrattori.
(Però a chi non lo ha ancora provato dico: “cosa aspettate a leggerlo?” Se per caso fate parte di quel 48% di lettori che saranno catturati dalle pagine di Mondo9, perché farne a meno?)

Inoltre… Mi pare di essere San Paolo che spedisce epistole, ma perché no? Alla Chiesa di Segrate dico (ma sì, voglio dirlo a Giuseppe Lippi): avete fatto trenta, perché non fate trentuno? Finalmente un Millemondi di uno scrittore italiano; perché non un bel Millemondi di Evangelisti? Di Catani, anche? E mi spingo a sognare un Millemondi colla trilogia ucronica di Brizzi e coi tre romanzi più fantascientifici di Avoledo. Lo so, sono sogni, ma a volte s’avverano pure, eh?