Multiverse ballad, di Andrea Atzori e Tim D. K.

Il Multiverso è un concerto, l’opera di un’orchestra infinita dove i musicisti sono possibilità. Uno scienziato al lavoro su un software, una classe di sognatori pronta a fuggire, il guidatore di una Cadillac in mezzo al deserto deciso ad aiutare gli altri, un mago ben più capace del semplice illusionismo, sono gli strumenti che danno vita alla sua sinfonia. Ogni cosa può trovare posto in Multiverse Ballad, e ogni cosa lo trova. Una raccolta di racconti, tanti tasselli di un unico mosaico che si svela come tale soltanto quando lo si guarda da lontano, e che muta appena si distoglie l’occhio. “La Verità è complessa, non complicata.” Scrisse Leopold Van Tussel prima di impazzire. E Multiverse Ballad vi porterà proprio là, oltre i confini confusi del presente, del passato e del futuro, della vita e della morte, del sonno e della veglia, delle ere e dei mondi.”

Fix-up di venticinque tra racconti e preludi a opere più vaste, MULTIVERSE BALLAD descrive il futuro dell’umanità mediante la tecnica del mosaico: dalla crisi profonda e inarrestabile del XXI secolo si passa al collasso definitivo della civiltà tecnologica, che sancisce l’inizio di un nuovo Medioevo e, con esso, un mutamento nelle leggi fisiche del mondo che conosciamo. Inquietanti varchi si aprono (o si riaprono) con altre realtà. Il lettore di volta in volta viene scaraventato in situazioni e scenari quanto mai diversi, dove prevalgono le tinte fosche e apocalittiche, pur non mancando intermezzi fiabeschi e onirici. L’ordine cronologico, nella sequenza dei racconti, non è rispettato: ciò consente alla coppia di autori di creare una specie di giostra divertente e spericolata. Uno zapping che se da un lato può confondere il lettore meno avvezzo al continuo cambio di genere – dal realismo magico all’horror passando per il cyberpunk – dall’altro permette costruzioni letterarie tanto ardite quanto affascinanti.

Innumerevoli in ogni storia i riferimenti e i richiami. Subito saltano all’occhio quelli a Jorge Luis Borges, William Gibson, Stephen King, H.P. Lovecraft. Chi scrive ha trovato affinità anche con la novella “Specchi irriflessi” (The Tain, 2002) di China Miéville: medesime realtà urbane spettrali e diroccate, città distrutte non da un’invasione aliena, ma da un nemico ancora più sfuggente e misterioso. La lettura si trasforma così in un gioco, in una sfida al lettore nel riconoscere tutte le influenze che hanno avuto il loro peso. Non mancano cenni a opere di altri media, come dimostra l’omaggio a “La città incantata”, lungometraggio del 2001 di Hayao Miyazaki.

La qualità delle storie è alta, eccellente in diversi casi; la lettura piacevolmente scorrevole. Se un appunto si vuole fare, è quello di aver messo tanta carne al fuoco: c’è materiale per almeno una dozzina di romanzi. Dispiace che alcuni racconti siano troppo brevi, e ci sono (non pochi) personaggi di cui si sarebbe voluto leggere e sapere di più.

MULTIVERSE BALLAD, che si avvale anche dell’accattivante prefazione di Luca Tarenzi e di un interessante “invito all’ascolto” finale, si è aggiudicato il premio Nuove Chimere del 2015, “dedicato a tutte le opere fantastiche a commistione di generi”.

Chi volesse approfondire l’universo creato da questa promettente coppia di giovani scrittori – il cagliaritano Andrea Atzori (nella foto), già noto al pubblico, e il romano Tim D.K., al suo esordio – ha a disposizione la pagina Facebook

https://www.facebook.com/multiverseballad

nonché il sito

http://www.andrea-atzori.com

 

Andrea ATZORI – Tim D.K., MULTIVERSE BALLAD, Edizioni Origami, 290 pp., 2014, prezzo 13,00 € (ebook 4,99 €).