Naufragio sul pianeta Darkover, di Marion Zimmer Bradley

Copertina firmata dall’artista croato Željko Pahek (classe 1954)

Sul mondo delle quattro lune scese la notte; il sole scuro tramontò in un crepuscolo stranamente limpido e apparvero le rare stelle.

Una dopo l’altra le quattro lune si arrampicarono nel cielo: la luna grande e luminosa color viola, i dischi verde pallido e azzurro simili a gemme, la luna piccola simile a una perla bianca. Nella radura dove la grande astronave, estranea a quel mondo, giaceva imponente, bizzarra e minacciosa, i terrestri respiravano il vento alieno e il polline alieno trasportato sul suo respiro, e strani impulsi lottavano e irrompevano nel loro cervello.

(trad. di Nicoletta Vallorani)

 

Marion Zimmer Bradley (1930-1999), scrittrice che si è dedicata a fantasy, fantascienza, romanzi gotici e storici, è nota principalmente per le serie, come quelle di Avalon, di Lythande, e soprattutto per il monumentale ciclo di Darkover. Sfilza di libri science-fantasy (oltre trenta titoli, contando anche le antologie e le collaborazioni con altre autrici), la saga ha tenuto impegnata la scrittrice di Albany (New York) dal 1962 sino alla sua scomparsa. Le storie raccontate in questi romanzi coprono un arco temporale di millenni e descrivono la nascita e lo sviluppo della civiltà umana sul mondo di Darkover, il lungo isolamento di questa comunità di origine terrestre e infine la sua riscoperta.

Copertina firmata dall’artista statunitense Jack Gaughan (1930-1985)

Naufragio sul pianeta Darkover (Darkover Landfall, 1972, settimo volume della serie scritto dall’autrice) ha la caratteristica di poter essere letto autonomamente, anche perché si colloca temporalmente agli albori dell’epopea: la Zimmer Bradley racconta l’arrivo di un gruppo di circa duecento terrestri sul mondo che, un secolo dopo, prenderà il nome di Darkover. Un arrivo drammatico e non pianificato, risultato di un disastroso naufragio.

Il pianeta viene presentato al lettore attraverso gli occhi, colmi di meraviglia, dei sopravvissuti: un mondo vasto, dal rigido inverno, ricco di foreste, montagne e ghiacciai, i cui giorni sono illuminati da un pallido sole rosso e le notti sono rischiarate da quattro lune simili a gioielli. Già nelle prime settimane di permanenza, quando la speranza di un ritorno nello spazio non è stata ancora accantonata, gli umani vengono a conoscenza di alcune caratteristiche di Darkover, particolarità che tanta importanza avranno nei secoli a venire. Per la prima volta i coloni sperimentano sulla propria pelle “i giorni del vento”: polline trasportato dalle brezze che, inspirato, provoca allucinazioni, follia momentanea, allenta i freni inibitori e soprattutto scatena in alcuni soggetti facoltà paranormali, come la telepatia. Si assiste ai primi incontri con le specie senzienti autoctone, che subito vanno oltre il semplice contatto visivo. Non meno importante per gli sviluppi futuri è l’acquisizione delle primissime “pietre matrici”.

Da quanto detto è facile immaginare la curiosità che il romanzo in questione susciti negli appassionati dell’universo di Darkover. In questa creazione infatti caratteristiche tipiche del fantasy, in primis una società feudale e medievaleggiante, retta da un ferreo codice dell’onore e mantenuta a un basso livello tecnologico a causa della penuria di metalli (reminiscenza del Big Planet di Jack Vance), si miscelano con elementi prettamente fantascientifici, come la presenza di astronavi e imperi galattici, che diventano importanti quando la civiltà di Darkover riallaccia i contatti con l’ecumene umana.

Anche affrontando Naufragio sul pianeta Darkover come lettura singola, slegata dal resto della serie, le abilità narrative della Zimmer Bradley emergono nella loro interezza. Il romanzo non solo è gremito di idee, molte delle quali di assoluta originalità ed espresse tutte con stile semplice e scorrevole: è anche un intrecciarsi di storie personali, delle differenti reazioni alle prove che l’ambiente alieno sottopone ai terrestri; ci parla delle insidie, dei pericoli e delle scelte che i membri di una società tecnologicamente avanzata sono costretti a compiere per dare una speranza di vita alle generazioni future.

I personaggi, tutti principali in una coralità che non conosce voci secondarie, si muovono e agiscono partendo dal proprio bagaglio culturale e dalla propria sensibilità, a cominciare dal geologo MacAran, passando per il capitano Leicester, sino ad arrivare alla studiosa Lovat che, fra tutti, vivrà l’esperienza più coinvolgente e traumatica. Ciascuno ha le proprie motivazioni, ciascuno tenta di giustificare le proprie azioni, finché le severe leggi imposte da Darkover assumeranno un carattere di fatalità e renderanno coscienti i protagonisti, quelli che riusciranno ad adattarsi, di un destino da cui non si potrà sfuggire.

 

Edizioni italiane:

NAUFRAGIO SUL PIANETA DARKOVER, trad. di Nicoletta Vallorani, Editrice Nord, collana Fantacollana (n. 63), pp. 206, 1985.

“Naufragio sulla terra di Darkover” in DARKOVER, trad. di Nicoletta Vallorani, Editrice Nord, collana Narrativa Nord (n. 15), 1991.

NAUFRAGIO SULLA TERRA DI DARKOVER, trad. di Nicoletta Vallorani, Editori Associati, collana TEADue (n. 1047), pp. 220, 2003.