Necroville di Ian McDonald

https://marcwelder.it/bibliografia-marc-welder/“È il due novembre 2065: Il Giorno dei Morti. A Necroville i morti stanno organizzando una festa… e tutti sono invitati. Perché nel ventunesimo secolo la nanotecnologia ha rivoluzionato le leggi della nascita, della morte e dell’entropia. I morti risorti costituiscono circa un terzo della popolazione mondiale, e sono la spina dorsale della sua forza-lavoro. Hanno la loro cultura, i loro costumi… e í loro ghetti, la Necroville. E stanotte è la loro notte. A Necroville giungono cinque giovani per tener fede a una promessa, e sono tutti in cerca di qualcosa che neppure loro stessi conoscono. Quando i loro sentieri s’incrociano, ed essi si scoprono attratti sempre più in profondità nei misteri della vita dopo la morte, ognuno si ritroverà irrimediabilmente cambiato. “

 Ian McDonaldQueste sono le premesse di Necroville di Ian McDonald (Desolation Road, Il Fiume degli Dei, La Terra Infranta), romanzo nominato nel 1994 come Best Novel al BSFA Award. L’idea di fondo è che, come suggerito da Watson, quando le nanotecnologie diventeranno concrete il primo desiderio dell’umanità sarà la ricerca dell’immortalità.

Così, grazie a una fervida inventiva e al suo talento, McDonald cammina durante il giorno dei morti sulla linea tra i vivi e i morti, affrontando il tema dell’essere e del non essere.

Attraverso una prosa ricca, l’autore dipinge la realtà di Necroville in modo vivido e credibile, un mondo variopinto, esotico, a tratti psichedelico al punto da sembrare intinto nell’acido di una fantascienza distopica e post-cyberpunk.

Necroville - Ian McDonald - Terminal CafèL’opera (nota anche come Terminal Cafè) è infatti impregnata di ventaglio di idee brillanti a cominciare dalla morte della morte stessa, con i morti che rinascono grazie alla nanotecnologia, per proseguire con l’incontro di prostitute non-morte, lupi mannari, dinosauri e un’invasione della Terra da parte di operatori spaziali risorti.

Per quanto il romanzo non sia troppo lungo, tanti sono i personaggi, tanti gli elementi, tante le sfumature, tanti gli elementi tecnici e quelli linguistici. Tutto tanto, forse troppo, in un romanzo così denso da essere a tratti disorientante.

Questo non vuol dire che non sia un buon libro, ma che parliamo di un’opera che trasuda preparazione, ingegno e idee e che non si presta per essere letta prima di andare a dormire poiché necessita della giusta dose di attenzione.

Buona lettura da Marc Welder