Nove inframondi, a cura di Hartwell e Cramer

1595prevBrevissima recensione dell’Urania in edicola a giugno, Nove inframondi a cura di Hartwell e Cramer, prima parte della quattordicesima edizione della raccolta dei migliori racconti dell’anno (in questo caso il 2008) a detta dei curatori, che hanno prescelto soprattutto opere di fantascienza tradizionale.

Riporto di seguito l’indice della raccolta, ottimamente tradotta dall’esperta Flora Staglianò:

1) ARKFALL (Arkfall) di CAROLYN IVES GILMAN
2) ARANCIONE (Orange) di NEIL GAIMAN
3MEMOCANE (Memory Dog) di KATHLEEN ANN GOONAN
4)  LA POMPA SEI (Pump 6) di PAOLO BACIGALUPI

5) BOOJUM (Boojum) di ELIZABETH BEAR / SARAH MONETTE
6)  ESPIRAZIONE (Exhalation) di TED CHIANG
7) TRADITRICE (Traitor) di MARY RICKERT
8) QUELLO CHE MI RENDE DEBOLE E STRANO VERRA’ RIMOSSO CON L’INGEGNERIA (The Things That Make   Me Weak and Strange Get Engineered Away) di CORY DOCTOROW
9)  VIAGGIO SU OBLIVION (Oblivion: A Journey) di VANDANA SINGH

I racconti migliori sono, come spesso accade, i più lunghi.

Arkfall, della Gilman, rientra di diritto nella fantascienza più classica di stampo spaziale  e mostra una società umana ambientata in un mondo di oceani, dove la civiltà è ancorata alla vita all’interno di “arche”, strutture tecno/biologiche che permettono la sopravvivenza nelle profondità dei mari. Angoscioso e opprimente, mostra con l’empatia tipica delle autrici della scuola LeGuin gli interessanti rapporti umani di questo mondo estremamente difficile.
Pompa 6 di Paolo Bacigalupi, è una delle opere migliori di questo nuovo e validissimo autore: in un futuro abbastanza vicino la civiltà  va gradualmente degradando nell’indifferenza totale dei cittadini, impegnati ormai solo in una sopravvivenza giornaliera legata al disimpegno dalle responsabilità, alla fuga dalla realtà attraverso droghe e sesso a più non posso. Con uno humor cupo e dissacrante, che ricorda (come dice giustamente Hartwell) quello tipico di Cyril Kornbluth, Bacigalupi ci racconta la vita di un addetto alla manutenzione delle pompe delle fogne cittadine, in una città dove non esistono più ingegneri nè tecnici della manutenzione degni di questo nome.
Il romanzo breve di Cory Doctorow è un altro pezzo forte di questa raccolta: anche qui siamo in un futuro abbastanza vicino, dove l’informatica è sfruttata dalla Security nazionale per controllare in maniera sistematica tutti i cittadini. In un mondo che fa impallidire anche quello del Grande Fratello di Orwell, Doctorow narra la storia di un esperto informatico che vive in un ordine monastico e deve confrontarsi con un problema troppo al di sopra delle sue possibilità.
Un altro pezzo gradevole e divertente è BOOJUM, che,  scritto a quattro mani dalla Bear e dalla Monette, ricorda un po’ come stile le vecchie avventure dei pulps degli anni d’oro della fantascienza americana: a bordo di astronavi senzienti, un gruppo di pirati del lontano futuro va a caccia di prede tra le orbite dei pianeti del sistema solare.
Gli altri racconti, per un verso o per l’altro, mi hanno colpito di meno. La speculazione tecno-filosofica di Ted Chiang in Espirazione non mi è parsa convincente come in altre occasioni, mentre il racconto di Gaiman è decisamente insignificante.
Il futuro miticamente “indiano” della Singh, infine,  con la sua rielaborazione dell’epica del Ramayana, è troppo schematico e poco approfondito: la storia della vendetta del protagonista rimane stentata e superficiale. Peccato, perchè l’idea di partenza era decisamente buona.

 

Se volete informazioni sugli altri volumi della serie “Year’s Best SF” curati da David G. Hartwell potete consultare la scheda “Le Grandi Antologie della Fantascienza – Anno per Anno Pt. 2 (1964 – 2012)”