Profilo di Clifford D. Simak

Uno dei miei più grandi amori in campo fantascientifico, CLIFFORD D. SIMAK (3 agosto 1904 – 25 aprile 1988) fu un autore fondamentale quando mi accostai a questo genere di narrativa, più di altri maggiormente decantati, caduto purtroppo nel dimenticatoio ai nostri giorni. Anche perché le sue opere sugli scaffali delle librerie mancano da tanto, troppo, tempo.
Negli anni ’80 ho avuto la fortuna e il piacere di far parte del club CITY, che per anni è stato uno dei maggiori circoli culturali del fantastico, milanese e italiano, il cui nome non era casualmente dedicato a lui visto che abbiamo avuto anche il piacere di una sua lettera in cui ci ringraziava per la scelta e ci dava la sua approvazione.
Scrittore e, soprattutto, giornalista, debutta sulle scene SF con IL MONDO DEL SOLE ROSSO (The World of the Red Sun, 1931). Nel 1932 smette di scrivere fino al 1938, se non per IL CREATORE (The Creator) del 1935. Spinto anche da John W.Campbell, pubblica su Astounding SF il suo primo romanzo, INGEGNERI COSMICI (Cosmic Engineers, 1939), una classica storia della SF di quell’epoca, che oggi ci può sembrare ingenua e datata. Il vero successo e la notorietà arrivano comunque con City (1944) e Huddling Place (1944), che sono le prime due parti di CITY, non un vero romanzo ma un fix-up di otto racconti, che verrà pubblicato nel 1952. Vincerà un International Fantasy Award e nel 1973 un racconto finale, EPILOGO (Epilog) si aggiungerà alla serie in The John W.Campbell Memorial Anthology. Attenzione che non tutte le edizioni italiane lo contengono.
In CITY iniziamo a trovare il vero Simak, empatico, sentimentale, proiettato verso un’esistenza pastorale e blandamente tecnologica, con le indimenticabili presenze dei suoi robot e dei suoi cani.
Nel 1952 è la volta di OLTRE L’INVISIBILE (Time and Again), una vicenda di viaggi nel tempo. Il 1953 vede la comparsa di una delle sue opere migliori, L’ANELLO ATTORNO AL SOLE o MONDI SENZA FINE (Ring Around the Sun), Terre parallele in cui una società segreta di mutanti trama contro l’economia mondiale e in cui riafferma la sua predilezione per un mondo rurale, lontano dalle città.
Anche qui attenzione alle edizioni italiane, la prima, pubblicata da Urania, è tristemente tagliata, meglio orientarsi su quella della Libra.
Simak è stato anche un ottimo scrittore di racconti, purtroppo delle sue antologie qui non ne sono comparse molte, LA MACCHINA DEI SOGNI (Worlds Without End, 1964), STRANIERI NELL’UNIVERSO(Strangers In the Universe, 1956), ETERNITA’ PERDUTA (The Best of Clifford D.Simak, 1975) e SETTE OMBRE AZZURRE (Skirmish, 1977), più svariati racconti apparsi qua e là. Tra questi vorrei ricordare il bellissimo IL CYTHA (The World That Could Not Be, 1958), che rappresentò il mio primo, fulminante, incontro con questo autore. Racconto purtroppo praticamente introvabile ora in Italia, uscì su un’antologia lontana nel tempo e nel ricordo.
Escono quindi con cadenza regolare PESCATORE DI STELLE (Time Is the Simplest Thing, 1961), CAMMINAVANO COME NOI (They Walked Like Men, 1962), LA CASA DALLE FINESTRE NERE (Way Station, 1963), una delle sue opere migliori che vincerà anche il Premio Hugo nel 1964, IL VILLAGGIO DEI FIORI PURPUREI (All Flesh Is Grass, 1965), INFINITO(Why Call Them Back From Heaven?, 1967) e L’OSPITE DEL SENATORE HORTON (The Werewolf Principle, 1967), tutti romanzi di buon livello, ma in cui Simak inizia a mostrarsi un po’ ripetitivo.
Nel 1968 vira più decisamente verso il fantasy con LA RISERVA DEI FOLLETTI o TEMPO SENZA TEMPO (The Goblin Reservation). Le opere che seguiranno secondo diversi lettori rappresentano il suo declino come scrittore, solo squarci del suo antico splendore, romanzi in cui si ripeterà sempre più stancamente. Questo dice anche la critica del tempo, però io ci ho trovato opere ancora molto apprezzabili e commoventi come un romanzo che amo moltissimo, LA BAMBOLA DEL DESTINO (Destiny Doll, 1971), piacevoli anche I GIORNI DEL SILENZIO (Cemetery World, 1973) e PELLEGRINAGGIO VIETATO (Enchanted Pilgrimage, 1975). Di livello superiore LA SCELTA DEGLI DEI (A Choice of Gods, 1972). Arrivano quindi il singolare IL PIANETA DI SHAKESPEARE (Shakespeare’s Planet, 1976) ed EREDITA’ DI STELLE (A Heritage of Stars, 1977), in quest’ultimo CDS ribadisce i temi fondamentali della sua precedente narrativa.
Siamo ormai verso la fine della sua carriera, pubblica ancora un buon numero di romanzi, anche se non particolarmente memorabili, da ricordare direi almeno LA COMPAGNIA DEL TALISMANO (The Fellowship of the Talisman, 1978), IL PAPA DEFINITIVO (Project Pope, 1981) e IL CUBO AZZURRO (Special Deliverance, 1982), che però poco aggiungono alla sua produzione.
Il suo ultimo romanzo è del 1986, LA STRADA DELL’ETERNITA’(Highway of Eternity) e due anni dopo ci lascia.
Tra alti e bassi, con un periodo d’oro, con il declino, dovuto anche all’età e alle condizioni di salute, che peraltro ha toccato anche tutti gli altri grandi scrittori, Simak, in ogni caso, nel campo della SF ha lasciato una vera Eredità di Stelle, con la speranza e l’augurio che venga degnamente riproposto a chi ancora non ha avuto il piacere e l’onore di incontrarlo.