Profilo di Philip J. Farmer

Ovviamente fra i profili dei grandi scrittori di fantascienza non può mancare quello dedicato al vulcanico Philip J. Farmer. Anche questa introduzione, pensata in origine per il gruppo Facebook “Best Sagas”, è opera dell’instancabile “master” Claudio Battaglini. Ringraziando gli amici Claudio e Sebastiano Brocchi auguriamo quindi buona lettura, con la speranza che questo profilo possa invogliare i lettori ad approfondire l’opera dello scrittore dell’Indiana.
La redazione.
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Philip José Farmer (26 gennaio 1918 – 25 febbraio 2009) in una foto scattata nel 1979

A volte Wolff guardava oltre l’oceano azzurro, dalla bianca spuma, verso la catena montuosa, chiamata Thayaphayawoed. Forse il Signore viveva lassù. Forse valeva la pena di tentare di attraversare l’oceano, e poi di scalare quella montagna, nella speranza che alcuni dei misteri di quell’universo venissero svelati.

Ma più tentava di valutare l’altezza della Thayaphayawoed, meno riusciva ad averne un’idea, seppur vaga. Le cime oscure si levavano sempre più in alto, fino a che l’occhio non si stancava e la mente arretrava, confusa. Nessun uomo avrebbe potuto vivere lassù in cima, perché non ci sarebbe stata aria da respirare.
IL FABBRICANTE DI UNIVERSI (The Maker Of Universes, 1965, traduzione di Ugo Malaguti)
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Ho letto tanto, ma credo che nessun altro romanzo mi abbia mai più ammaliato e fatto sognare come questo. E Farmer alla mia esperienza di lettore avrebbe assestato non pochi altri colpi di stupore.
Autore americano, pur iniziando a scrivere relativamente tardi, proseguirà nella sua carriera per una cinquantina d’anni. La sua prima storia, non fantastica e di non grande rilevanza appare nel 1946, O’Brien and Obrenov. Studente part time alla Università Bradley, si laurea in inglese nel 1950 e due anni dopo fa uno sfolgorante debutto nella SF col notevole UN AMORE A SIDDO (The Lovers, 1952) su Startling. La pubblicazione è avversata da diverse traversie e inizialmente viene rifiutata da John W.Campbell Jr. per Astounding e da H. L. Gold per Galaxy SF, ma dopo ottiene un grande successo e gli fa vincere un Premio Hugo nel 1953 per il più promettente nuovo autore. Un’appassionante e sconvolgente per l’epoca storia di sesso, parassitismo e xenobiologia, tematiche che ritroveremo ancora in seguito nelle sue opere posteriori.
Farmer diventa scrittore a tempo pieno dopo la pubblicazione di interessanti racconti come SALPA! SALPA! (Sail On! Sail On!, 1952) e MADRE (Mother, 1953).
Arrivano due seguiti, molto relativamente però, avendo poche connessioni reali, di The Lovers, GLI ANNI DEL PRECURSORE (A Woman a Day, 1953, poi uscito anche come The Day of Timestop, 1968 e Timestop!, 1970) e RASTIGNAC IL DIAVOLO (Rastignac the Devil, 1954).
I due romanzi seguenti furono accettati per la pubblicazione, ma non videro la stampa per problemi vari se non anni dopo, UNA QUESTIONE DI RAZZA (Dare, 1965) e I Owe for the Flesh, il cui manoscritto andò perso per anni e che formò la base comunque per la serie di Riverworld. Purtroppo per queste avversità, anche finanziarie, non gli fu pagato il premio vinto causa fallimento della casa editrice e obbligarono Farmer ad abbandonare il campo di scrittore a tempo pieno fino al 1969.
Fortunatamente riuscì a scrivere storie decisamente valide come la serie di Padre Carmody per The Magazine of Fantasy and Science Fiction, che sfocerà nel volume NOTTE DI LUCE (Night of Light, 1957, in versione espansa nel 1966) col racconto migliore della raccolta che ha lo stesso titolo. Altri racconti davvero notevoli, ma piuttosto osteggiati per i loro contenuti in quegli anni, andranno a formare la raccolta RELAZIONI ALIENE (Strange Relations, 1960) e comprendono il già citato MADRE, PADRE (Father, 1955), FIGLIA (Daughter, 1954), FIGLIO (Son, 1954) e IL FRATELLO DI MIA SORELLA (My Sister’s Brother, 1960), quest’ultima una delle sue opere migliori tra le sue biologie fantastiche.
Il suo primo romanzo vero e proprio a raggiungere la pubblicazione è PIANETA IN VIA DI SVILUPPO (The Green Odyssey, 1957), dove un terrestre sfugge alla sua prigionia in un pianeta alieno dalle complesse consuetudini medievali e probabilmente con L’ODISSEA DI GLYSTRA (Big Planet, 1952) di Jack Vance pone le fondamenta per creare un ponte nel Planetary Romance, dagli inizi gloriosi di Leigh Brackett e altri fino a Roger Zelazny e Gene Wolfe.
Altri suoi romanzi su questa falsariga saranno più avanti ROGER TWO HAWKS (The Gate of Time, 1966, in versione espansa come Two Hawks from Earth, 1979), SI SVEGLIA IL DIO DI PIETRA (The Stone God Awakens, 1970) e PIANETA D’ARIA (The Wind Whales of Ishmael, 1971), una singolarissima continuazione SF del Moby Dick di Melville.
Visto che il buon Farmer già sguazzava abbastanza nel sesso arriva la Essex House a proporgli di scrivere tre romanzi fantastici erotici, ed ecco che appare la trilogia dell’Esorcismo di Erald Childe, dalle parti dell’horror gotico, ma preso in modo ironico, con L’IMMAGINE DELLA BESTIA (The Image of the Beast, 1968), NELLE ROVINE DELLA MENTE (Blown, or Sketches Among the Ruins of my Mind, 1969) e PRIMO CONTATTO (Traitor to the Living, 1973) che non fu pubblicato dalla Essex.
Nel romanzo IL FIGLIO DEL SOLE (Flesh, 1960) Farmer presenta una società matriarcale orgiastica; ma anche L’INFERNO A ROVESCIO (Inside – Outside, 1964) non scherza come impatto: una grottesca e forte storia sulla vita dopo la morte.

Nella prestigiosa antologia DANGEROUS VISIONS di Harlan Ellison (1967) compare l’originalissimo racconto IL SALARIO PURPUREO (Riders of the Purple Wage) che gli varrà il premio Hugo nel 1968.

Copertina della prima edizione di The Maker of Universes (ACE Books 1965), firmata dall’artista Jack Gaughan
Nel 1965 intanto era comparso il mio amatissimo IL FABBRICANTE DI UNIVERSI (The Maker of Universes) che sarà il primo della serie THE WORLD OF TIERS, un memorabile viaggio attraverso lo strepitoso mondo a livelli, con la progressiva riscoperta della memoria da parte del protagonista Robert Wolff e l’apparizione dell’alter ego farmeriano Kichaha (Paul Janus Finnegan, stesse iniziali…), che appariranno anche in altri romanzi.
La saga dei Signori, semidei dalle incredibili tecnologie, e degli universi tascabili continuerà con I CANCELLI DELL’UNIVERSO (The Gates of Creation, 1966), UN UNIVERSO TUTTO PER NOI (A Private Cosmos, 1968), LE MURAGLIE DELLA TERRA (Behind the Walls of Terra, 1970) e IL MONDO DI LAVALITE (The Lavalite world, 1977); più avanti uscirànno LA RABBIA DI ORC IL ROSSO (Red Orc’s Rage, 1991) e LA MACCHINA DELLA CREAZIONE (More Than Fire: A World of Tiers Novel, 1993), entrambi con influenze junghiane.
Purtroppo, come capiterà anche per il ciclo di Riverworld, i romanzi perderanno via via di mordente e di fascino, un difetto spesso riscontrabile nella narrativa di Farmer, che stenta nel mantenere sempre un adeguato livello nelle sue saghe, anche se le opere restano comunque di piacevole lettura.
PJF si crea anche una sua particolare mitologia, basata sul fatto che un meteorite caduto presso Wold Newton nello Yorkshire del 18° secolo, provoca mutazioni in diverse donne in cinta e fa nascere dei superuomini. La serie della Wold Newton Family comprende diverse opere più o meno collegate tra loro, molte tuttora inedite in Italia, tra cui FESTA DI MORTE (A Feast Unknown: Volume IX of the Memories of Lord Grandrith, 1969) primo romanzo della serie Lord Grandrith / Doc Caliban, un tributo di fantasie sado-maso alle opere di Edgar Rice Burroughs e Lester Dent. Lord Grandrith è Tarzan e Doc Caliban è Doc Savage e entrambi combattono contro i Nove, una società segreta di immortali. La figura di Tarzan o di un simil-Tarzan apparirà ancora in altri romanzi, LORD TYGER (Lord Tyger, 1970), Tarzan Alive: A Definitive Biography of Lord Greystoke (1972), poi L’ULTIMO DONO DEL TEMPO (Time’s Last Gift, 1972), un preludio a Wold Newton sull’antica Africa, con riferimenti a Burroughs e H. Rider Haggard, OPAR LA CITTA’ IMMORTALE (Hadon of Ancient Opar, 1974) e FUGA A OPAR (Flight to Opar, 1976).
Altro materiale in merito a Wold Newon comprende Tarzan Lives: An Exclusive Interview with Lord Greystoke (1972), The Obscure Life and Hard Times of Kilgore Trout (1971), DOC SAVAGE: UNA BIOGRAFIA APOCALITTICA( Doc Savage: His Apocalyptic Life, 1973), IL DIARIO SEGRETO DI PHILEAS FOGG (The Other Log of Phileas Fogg, 1973), DOPO LA CADUTA DI KING KONG (After King Kong Fell, 1973) e altre cose inedite da noi.
Nel 1975 esce il divertente VENERE SULLA CONCHIGLIA (Venus on the Half-Shell), inizialmente a firma Kilgore Trout, noto personaggio che compare in alcuni romanzi di Kurt Vonnegut, che in effetti non apprezzerà molto la cosa.
Cosmo Argento #8 (Editrice Nord 1971), traduzione di Gabriele Tamburini

Il maggiore successo a livello di popolarità Farmer però lo raggiunge con la serie di Riverworld, il Mondo del Fiume, che comprende IL FIUME DELLA VITA (To Your Scattered Bodies Go, 1965-66, come fixup nel 1971), ALLE SORGENTI DEL FIUME (The Fabulous Riverboat, 1967-71, come fixup nel 1971), IL GRANDE DISEGNO (The Dark Design, 1977), alcuni racconti apparsi da noi nelle antologie IL MONDO DI P. J. FARMER (Riverworld And Other Stories, 1979) e GLI AVVENTURIERI DI RIVERWORLD, tre racconti usciti tra il 1992 e il 1993, IL LABIRINTO MAGICO (The Magic Labyrinth, 1980), GLI DEI DEL FIUME (The Gods of Riverworld, 1983) e River of Eternity (1983), una riscrittura riscoperta del lontano e sfortunato I Owe for the Flesh.

Il mondo percorso da un fiume di lunghezza inimmaginabile, lungo le cui rive resuscitano misteriosamente tutti gli esseri umani, dove possiamo seguire le avventure di personaggi storici come Sir Richard Burton, la Alice di Lewis Carroll, Mark Twain e svariati altri, ci porterà dall’iniziale difficile acclimatamento dei nostri eroi, fino alla ricerca del mistero che sta dietro tutto. Negli anni ’80 l’uscita degli ultimi volumi suscitò un’attesa incredibile anche in Italia. Il primo romanzo vince il premio Hugo nel 1972, ma, come detto più sopra per i Fabbricanti di Universi, anche qui dopo i primi due splendidi libri, la serie cala di intensità e di valore, disperdendosi, diventando caotica e non riuscendo più ad avere il colpo d’ala dei fulgidi inizi. Riverworld ebbe anche nel 2003 e nel 2010 due tristissimi, per non dire tragici, tentativi di trasposizione sullo schermo come film per la tv, sui quali stendo appunto un pietoso velo.
Dopo IL DISTRUTTORE (The Unreasoning Mask, 1981), una bella space opera, Farmer scrive la trilogia sul tema della sovrappopolazione di Dayworld, un’affascinante idea sul nostro mondo, dove gli abitanti suddivisi in sette gruppi, possono vivere un solo giorno alla settimana da svegli, restando “pietrificati” per i restanti. I tre romanzi sono IL SISTEMA “DAYWORLD” (Dayworld, 1985), IL RIBELLE DI DAYWORLD (Dayworld Rebel, 1987) e LA CADUTA DI DAYWORLD (Dayworld Breakup, 1990); anche qui dopo un buon inizio si andrà via via peggiorando come qualità.
Altre opere da ricordare, anche se non al livello delle sue migliori , sono IL SEGRETO DEL TEMPO (Cache from Outer Space, 1962), IL TEMPO DELL’ESILIO (Tongues of the Moon, 1964), CRISTO MARZIANO (Jesus on Mars, 1978), IL SOLE NERO (Dark Is the Sun, 1969). Negli USA usciranno anche due importanti e ampie raccolte retrospettive, The Best of Philip José Farmer (2006) e Pearls from Peoria (2006), quest’ultima comprendente anche materiale mai prima pubblicato.
Nel 2001 riceve lo SFWA Grand Master Award e il World Fantasy Award.
Scrittore multiforme e poliedrico, tanto da non riuscire spesso a stare efficacemente dietro a quanto scriveva, grande amante dei libri, come si arguisce dalle sue rielaborazioni di personaggi famosi di altri autori, dotato di una capacità di inventiva che ancora oggi trova pochi eguali nel fantastico, va preso coi suoi tanti pregi e anche con i suoi non pochi difetti, che comunque vengono bene assorbiti tutto sommato nella sua intera opera. A mio parere una delle maggiori figure della SF, uno degli scrittori da me più amati, un altro di cui attualmente sugli scaffali delle librerie si trova pochino.
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«Chi è Podarge?»
«È, come me, uno dei mostri del Signore. Anche lei, una volta, viveva sulle coste dell’Egeo; era una fanciulla bellissima. Questo accadde quando il grande re Priamo e il divino Achille e lo scaltro Ulisse vivevano. Li ho conosciuti tutti; essi sputerebbero sul cretense Ipsewas, una volta coraggioso marinaio e abile lanciere, se adesso potessero vedermi. Ma stavo parlando di Podarge. Il Signore la portò nel suo mondo e fabbricò un corpo mostruoso e mise in esso il suo cervello.
Vive lassù, non so dove, in una caverna sulla montagna. Lei odia il Signore; odia anche ogni essere umano normale, e lo divora, se non ci pensa prima una delle sue pupille. Ma sopra ogni cosa, lei odia il Signore.»

IL FABBRICANTE DI UNIVERSI (The Maker Of Universes, 1965, traduzione di Ugo Malaguti)