Profilo di Robert Silverberg

Robert Silverberg, americano classe 1935, è uno dei massimi autori della SF e direi non solo di quella per alcuni romanzi, responsabile di più di 100 opere di fantascienza (nella sua recente comparsa a Stranimondi online ha lui stesso dichiarato di non sapere quante sono), più molte opere non di narrativa (in genere non col suo nome), un numero di romanzi erotici che sfiora il 200 (come Don Elliott) e ha collaborato, da solo o con altri, alla pubblicazione di più di 70 antologie.
Inizia a scrivere mentre studia alla Columbia University ed è già attivo nel fandom, il suo primo racconto uscito a livello professionale è Gorgon Planet nel febbraio del 1954, ma la sua prima vera opera venduta è The Sacred River nel 1952 per una piccola rivista, The Avalonian. Il suo primo romanzo è curiosamente uno YA, LA PATTUGLIA DELLO SPAZIO (Revolt On Alpha C, 1955). Nel 1956 pubblica ben 49 racconti, che gli consentono di vincere il premio Hugo (categoria con cui, tristemente e inspiegabilmente non avrà grande fortuna in seguito) come nuovo autore più promettente e nei seguenti anni lavora sempre più in campo SF per Amazing, Stories, Fantastic, Science Fiction Adventures e Super Science Fiction, utilizzando anche nomi differenti.
Per una parte di quel periodo scrive con Randall Garrett usando i nomi comuni Robert Randall, Gordon Aghill e Ralph Burke. Nel corso di quegli anni ne userà tantissimi altri, una parte di quei lavori viene raccolto in A Little Intelligence (2009), con Randall Garrett. Molti di quei primi racconti usciranno in svariate antologie, ma Silverberg non consentirà mai una pubblicazione unica e completa del tutto.
Molte raccolte escono tra il 1962 e il 1973, tutte inedite in Italia. Più avanti da ricordare Beginning: Tales from the Pulp Era (2006) e i numerosi volumi di The Collected Stories of Robert Silverberg, 6 libri in una prima serie tra il 1992 e il 2000 e una seconda serie di 9 libri tra il 2006 e il 2014, non facile destreggiarsi tra tutta la mole della sua produzione, ma tanto in Italia di tutto questo non è arrivato nulla…
Tornando a quegli anni, le sua opere di maggiore rilievo sono PADRONE DELLA VITA, PADRONE DELLA MORTE (Master of Life and Death, 1957), sulla lotta al sovrappopolamento, INVASORI TERRESTRI (Invaders from Earth, 1958), corruzione politica nella colonizzazione di Ganimede, ANONIMA RESURREZIONI (Recalled to Life, 1958). Con Randall Garrett (come Robert Randall) fa uscire la serie di Nidor, IL PIANETA NASCOSTO (The Shrouded Planet, 1956) e LA LUCE DELL’ALBA (The Dawning Light, 1957), invasione aliena vista dalla parte del popolo dei Nidoriani, ma gli alieni siamo noi…
Seguono, tra i tanti, INVASORI TERRESTRI (Invaders from Earth, 1958), INVASORI SILENZIOSI (The Silent Invaders, 1958). In quel periodo il mercato della SF entra in crisi e Silverberg abbandona il campo a partire dal 1959 per alcuni anni.
Pubblica opere non di narrativa come ALLA SCOPERTA DELL’EL DORADO (The Golden Dream, 1967) e Mound-Builders of Ancient America (1968), ben scritti e che dimostrano un’accurata ricerca storica.
Con l’arrivo del 1967 in un periodo che durerà fino alla metà degli anni ’70, Silverberg entra in una nuova fase di produzione di SF, nella quale rivelerà un nuovo fulgore narrativo. Una sessantina di racconti e 23 romanzi pubblicati in questo lasso di tempo (anche se alcuni saranno di routine, ma non dimentichiamo che pure gli scrittori migliori scrivevano anche per mangiare), ce lo mostrano come l’autore di più alto livello finora visto nel genere.
Le sue storie sono estremamente variate e in apparenza dissimili, ma sul suo filo conduttore è utile leggere il racconto SCHWARTZ IN MEZZO ALLE GALASSIE (Schwartz Between the Galaxies, 1974) che è molto rappresentativo, un uomo solitario, intrappolato in un mondo complesso, che percepisce in modo retrospettivo, con conseguenze sul suo senso di identificazione. Tranne alcune eccezioni, tutto quello che avviene nelle narrazioni del periodo d’oro di Silverberg avviene “troppo tardi”.
Tra i titoli importanti di quegli anni ricordiamo BRIVIDO CRUDELE (Thorns, 1967), alienazione e vampirismo psichico, BASE HAWKSBILL (Hawksbill Station, 1967, in versione espansa nel1968, anche come The Anvil of Time, 1969), prigionieri politici vengono inviati indietro nel tempo, fino al Cambriano in un apposito campo di prigionia. La versione più lunga mostra differenze significative rispetto al romanzo breve iniziale, negli USA verranno ripubblicate entrambe nel 2002, con note dell’autore, col titolo Hawksbill Times Two. E’ quindi la volta diLE MASCHERE DEL TEMPO(The Masks of Time, 1968, comeVornan-19, 1970), su un misterioso viaggiatore del tempo, lo stupendo, secondo me una delle sue opere migliori, L’UOMO NEL LABIRINTO o LA CITTA’-LABIRINTO (The Man in the Maze, 1968), romanzo sull’alienazione, basato sul mito greco dell’arciere Filottete, con la comparsa di poteri telepatici. Nel 1968 è il turno del lirico e poetico ALI DELLA NOTTE (Nightwings), un racconto breve che vince il premio Hugo e farà parte di un fixup col medesimo titolo nel 1969, sulla conquista di una Terra ormai antica da parte degli alieni. Sui viaggi nel tempo e i paradossi spazio-temporali arriva IL PARADOSSO DEL PASSATO (Up the Line, 1969), poi VERTICE DI IMMORTALI (To Live Again, 1969) e un altro capolavoro come MUTAZIONE (Downward to the Earth, 1970), una storia di pentimento e di rinascita, con echi del Cuore di Tenebra di Conrad. TORRE DI CRISTALLO (Tower of Glass, 1970) riprende tematiche religiose con la costruzione di una Torre di Babele e il tentativo degli androidi di emanciparsi dagli esseri umani. IL TEMPO DELLE METAMORFOSI (Time of Changes, 1971), vincitore del premio Nebula, dipinge una società dove l’egoismo è un peccato capitale, IL FIGLIO DELL’UOMO (Son of Man, 1971), secondo me non molto riuscito, è un fantasy surreale, MONADE 116 (The World Inside, 1971) è un fixup distopico che parla della sovrappopolazione, IL SECONDO VIAGGIO (The Second Trip, 1972) è invece un romanzo psicologico sui problemi che si rivelano tra una ragazza telepatica e un uomo la cui identità viene ricreata nel corpo di un criminale a cui viene cancellata la memoria.
Altro romanzo notevolissimo è VACANZE NEL DESERTO o IL LIBRO DEI TESCHI (The Book of Skulls, 1971), una singolare e affascinante ricerca dell’immortalità da parte di un gruppetto di giovani. Ma nel 1972 irrompe quella che forse è la sua opera migliore, l’immenso MORIRE DENTRO (Dying Inside), una commovente e forte storia di un telepate che sta perdendo i suoi poteri, a cui corrisponde anche una dolorosa perdita della gioia creativa. Il romanzo ottiene oltre che nel campo SF anche notevole attenzione e apprezzamento al di fuori del genere.
Curiosamente (e tristemente) Vacanze nel Deserto e Morire Dentro arriveranno entrambi in finale al premio Hugo, ma non lo vinceranno, scavalcati da Isaac Asimov con Neanche gli Dèi, e secondo me in modo decisamente immeritato. Non ho mai capito bene per quale ragione Silverberg venne così snobbato agli Hugo, specialmente se guardate cosa ha scritto lui e cosa invece ha poi vinto.
Nel 1975 viene pubblicato L’UOMO STOCASTICO (The Stochastic Man) su un uomo che acquisisce il potere di prevedere il futuro. L’ultimo romanzo di questa lunga ed impressionante sequenza è SHADRACH NELLA FORNACE (Shadrach in the Furnace, 1976). In quegli anni aveva vinto, magra consolazione, il Nebula nel 1971 per il racconto breve BUONE NOTIZIE DAL VATICANO (Good News from the Vatican) e un altro Nebula nel 1974 per il romanzo breve NATI CON LA MORTE (Born with the Dead).
Dopo il 1976 Silverberg smette di scrivere per 4 anni, anche per una certa disaffezione sul comportamento del mercato delle pubblicazioni SF e la delusione per gli scarsissimi riconoscimenti ricevuti a fronte di una produzione di indiscutibile eccellenza. Probabilmente i lettori dell’epoca non erano ancora pronti per una storia intensa e disperata come quella contenuta in Morire Dentro. Negli anni ’70, come già detto prima, ebbe anche una rigogliosa pubblicazione di racconti con le conseguenti antologie e raccolte, in gran parte da noi inedite.
Alla fine dei ’70 ritorna con IL CASTELLO DI LORD VALENTINE (Lord Valentine’s Castle, 1980), il primo della serie di Majipoor, vincitore di un Locus. Il romanzo è un fantasy e la cosa all’epoca fece storcere abbastanza la bocca a molti puristi della SF, certamente ci troviamo di fronte a un Silverberg più disincantato, più sereno e meno impegnato rispetto al suo periodo aureo. Nella serie compariranno diversi altri titoli, tra romanzi brevi e lunghi, in Italia però usciranno solo CRONACHE DI MAJIPOOR (Majipoor Chronicles, 1982) che è una raccolta, IL PONTIFEX VALENTINE (Valentine Pontifex, 1983), e il romanzo breve, in una altra raccolta, ma non tutta sua, IL SETTIMO SANTUARIO (The Seventh Shrine, 1998). I restanti 5 romanzi più 2 brevi, pubblicati tra il 1995 e il 2013, sono ancora tristemente inediti da noi.
Seguiranno altre opere come GILGAMESH (Gilgamesh the King, 1984), che avrà un seguito, vincitore di un Hugo, nel romanzo breve GILGAMESH ALL’INFERNO (Gilgamesh in the Outback, 1986), il gradevole L’ASTRO DEI NOMADI (Star of Gypsies, 1986), un bel romanzo breve SALPARE PER BISANZIO (Sailing to Byzantium, 1985) premio Nebula, e il racconto premio Hugo CREA UN SOLDATO, POI CREANE UN ALTRO (Enter a Soldier. Later Enter Another, 1989).
Opere più recenti includono la serie dello New Springtime, ALLA FINE DELL’INVERNO(At Winter’s End, 1988, come Winter’s End, 1990) e LA NUOVA PRIMAVERA (The Queen of Springtime, 1989, come The New Springtime, 1990).
Da dimenticare l’inutile versione trasformata in romanzo dello stupendo Nightfall (1941) di Isaac Asimov, NOTTURNO(Nightfall, 1990).
Pubblica ancora tanto, cose come IL VOLTO DELLE ACQUE (The Face of the Waters, 1991), ROBOT NDR-113 (The Positronic Man, 1992) con Isaac Asimov, che diventerà il film L’Uomo Bicentenario nel 1999, DOMANI L’APOCALISSE (Hot Sky at Midnight, 1994, un fixup) e ROMA ETERNA (Roma Eterna, 2003), una raccolta di racconti tra loro collegati, storia alternativa su un Impero Romano ancora esistente, dalla durata infinita. E Roma ha sempre affascinato Silverberg, tanto da comparire spesso nella sua narrativa. Una parte della sua narrativa breve del periodo esce nell’ottima antologia OCCHI DAL FUTURO (The Conglomeroid Cocktail Party, 1984).
Nel periodo 1967-1968 è presidente della SFWA, nel 1999 entra nella Science Fiction Hall of Fame e nel 2004 riceve lo SFWA Grand Master Award.
Nella sua recente apparizione per Stranimondi online, un lucidissimo e simpaticissimo Silverberg ha dichiarato di avere smesso di scrivere definitivamente, perché “troppo vecchio”, affermando che in oltre 60 anni di carriera ha prodotto abbastanza e in effetti se guardate cosa ha scritto nel suo periodo migliore direi che basterebbe per la carriera di una decina di autori. Uno scrittore che è riuscito ad innalzarsi al di sopra di un genere SF abbastanza standardizzato, fino a raggiungere una narrativa di alta qualità e che probabilmente meriterebbe di essere annoverato tra i livelli più alti della narrativa americana, come Bradbury e Vonnegut.