Profilo di Tzvetan Todorov

Il 7 febbraio è morto il grande filosofo Tzvetan Todorov (Цветан Тодоров).

Storico, critico strutturalista e sociologo, nonché celebre teorico della letteratura e studioso di grande originalità dei temi dell’alterità, dello spaesamento e dei totalitarismi, Todorov nasce il primo marzo 1939 a Sofia, in Bulgaria. Laureatosi in filologia, nel 1963 si trasferisce a Parigi, dove inizia il dottorato, studiando con il semiologo e linguista Roland Barthes (1915-1980). Cinque anni dopo diventa ricercatore presso il Centro Nazionale francese della Ricerca Scientifica. Di lì inizia la sua proficua attività accademica e saggistica.

Una delle sue opere più famose è “La paura dei barbari” (La Peur des barbares: au-delà du choc des civilisations, 2008), in cui Todorov teorizza il rischio della deriva violenta della civiltà occidentale: a causa del clima di paura e tensione perenni, il rapporto con l’altro può diventare sempre più difficile. A questo proposito, diceva tempo fa in un’intervista a Repubblica, subito dopo l’attentato di Nizza: “Dobbiamo evitare di diventare anche noi dei ‘barbari’, di diventare torturatori come quelli che ci odiano. Il multiculturalismo è lo stato naturale di tutte le culture. La xenofobia, le pulsioni sull’identità tradizionale non sono destinate a durare. Una cultura che non cambia è una cultura morta”.

Il rapporto con l’altro in precedenza era già stato analizzato da Todorov, ad esempio nello studio “La conquista dell’America” (La Conquête de l’Amérique: la question de l’autre, 1982), incentrato sulle modalità di comprensione da parte degli invasori spagnoli delle civiltà indigene d’America tra il XV e il XVI secolo.
Tra i suoi scritti non si può non ricordare anche “La letteratura fantastica” (Introduction à la littérature fantastique, 1970) un importantissimo saggio che in dieci capitoli affronta il fantastico in letteratura, con tutte le sue diramazioni e sfaccettature.