Queste Oscure Materie, di Philip Pullman

In questo abisso selvaggio, grembo della Natura e forse tomba,

che non ha mare né spiaggia, né aria né fuoco,

ma tutte queste cose frammiste e confuse nelle loro cause

che si mantengono sempre pregnanti, costrette a lottare

eternamente se il Fattore Altissimo non le costringe,

oscuri materiali [his dark materials], a ordinarsi creando nuovi mondi,

in questo abisso selvaggio lo scaltro Avversario

si soffermò sull’orlo dell’inferno ad osservare,

e meditò sul viaggio; poiché non era più un piccolo varco

quello che avrebbe dovuto superare…

John Milton, Paradiso perduto, libro II, 910-920 (trad. di Roberto Senesi)

 

Qualsiasi elenco delle grandi opere del genere fantasy dovrebbe includere, ai primi posti, il poema epico Paradiso perduto (Paradise Lost), di John Milton (1608-1674), con il suo oscuro signore, l’albero della conoscenza, le schiere di demoni contrapposte alle cavallerie angeliche in armatura. Impossibile sottovalutarne l’importanza nell’ambito della letteratura anglosassone.

Eppure molti scrittori contemporanei di fantasy, specie quelli che si cimentano con il cosiddetto epic fantasy, sembrano aver seguito le orme di Tolkien piuttosto che quelle di Milton, prediligendo la mitologia norrena e celtica a scapito delle ambientazioni bibliche e del passato classico.

Fra le eccezioni va annoverato Philip Pullman, inglese di Norwich (classe 1946). Chiaramente influenzato dall’opera di Milton, Pullman nella trilogia Queste Oscure Materie (His Dark Materials) fa proprie tematiche presenti nel poema, come il fato e la predestinazione. Egli però si spinge oltre, toccando argomenti particolari come gli universi paralleli e le particelle subatomiche, miscelandoli con altri, tipici del fantasy e altrettanto importanti: l’amore, l’amicizia, la lealtà, gli affetti familiari e l’onore.

La bussola d’oro (The Golden Compass in origine Northern Lights, 1995), La lama sottile (The Subtle Knife, 1997) e Il cannocchiale d’ambra (The Amber Spyglass, 2000) formano un’unica, monumentale storia. Si fatica a credere che quest’opera sia catalogata nella letteratura per ragazzi, categoria in cui ha vinto non pochi premi, come la Carnagie Medal nel 1995. La saga è godibile a ogni età ma, per le tematiche toccate, è pienamente apprezzabile da un pubblico adulto.

La bussola d’oro introduce il lettore al mondo di Lyra Belacqua, vivace orfana che vagabonda per le strade di Oxford. Non la Oxford che conosciamo, bensì di un universo parallelo, simile al nostro sotto molti punti di vista ma differente sotto altri, innanzitutto per l’esistenza dei daimon. Alter ego animali che accompagnano ogni essere umano nel corso della propria vita, i daimon assumono una forma definitiva solo con la pubertà della persona cui sono legati, per poi svanire quando essa muore. La natura di queste singolari creature è strettamente legata alla trama dell’intera trilogia.

Quando Lyra decide di liberare il giovane amico Roger Parslow, caduto nelle grinfie di oscuri rapitori di bambini noti come Ingoiatori, si ritrova coinvolta in una rocambolesca avventura che la porterà dalla sua casa, il Jordan College, sino ai ghiacci artici, sulle orme di Lord Asriel. Uomo forte ed energico, Lord Asriel da anni studia la Polvere, una sostanza invisibile che unisce tra loro gli infiniti universi.

Sempre in compagnia dell’inseparabile daimon Pantalaimon, Lyra godrà dell’appoggio e dell’amicizia dei marinai “gyziani”, delle streghe volanti del Nord, di orsi parlanti (e corazzati) e del simpatico Lee Scoresby, un aeronauta texano. Sarà però seguita da spie meccaniche per poi essere rapita da cacciatori samoiedi al soldo del Magisterium, la chiesa dedicata al culto dell’Autorità, l’entità suprema, che mira al dominio universale. L’ambigua e affascinante Marisa Coulter, che riveste un ruolo cruciale nell’Intendenza Generale per l’Oblazione, organo del Magisterium dietro il quale si nascondono gli Ingoiatori, è al centro di ogni intrigo e si rivelerà, a sorpresa, madre di Lyra, nata da una relazione extraconiugale con Lord Asriel.

Per tutto il tempo Lyra è guidata nelle sue azioni dall’aletiometro, la “bussola d’oro”, uno strumento che funziona grazie alla Polvere e che ha il potere di rivelare sempre la verità. Solo Lyra però è capace di decifrarne i simboli e quindi leggerlo correttamente.

Dalle streghe del Nord, guidate dalla regina Serafina Pekkala, è stato profetizzato che dalle decisioni di Lyra dipenderà il futuro di tutti i mondi esistenti.

In La lama sottile l’azione comincia nel nostro universo. Will Parry è un normale dodicenne d’oggi, se non fosse per una madre mentalmente instabile e un padre sparito durante una spedizione nell’Artico. Accidentalmente Will uccide un uomo che si è introdotto in casa sua. Sconvolto dall’accaduto, fugge finendo per scoprire casualmente una finestra nell’aria, quasi invisibile a occhio nudo, che conduce a una misteriosa città, Cittagazze. In questo posto, simile a una cittadina mediterranea, si aggirano degli spettri che, in cerca di anime da predare, hanno fatto fuggire tutti gli abitanti, tranne i bambini che non hanno ancora sviluppato del tutto la coscienza, di cui gli spiriti si nutrono. A Cittagazze Will e Lyra s’incontrano e fanno amicizia. I due si mettono alla ricerca di una lama, piccola ma potente, in grado di ritagliare una finestra nel tessuto che separa i mondi. Will, che perde due dita nel tentativo di strappare il coltello al precedente possessore, ne diventa il nuovo portatore ufficiale.

La volontà di scoprire cosa è realmente accaduto al padre, da parte di Will, e la ricerca della verità sulla Polvere, da parte di Lyra, condurranno i due ragazzi in un turbine di avventure attraverso più mondi. Sulla scena compare Mary Malone, una scienziata inglese ed ex suora, che ha scoperto che la Polvere non solo esiste ma è consapevole di sé.

Il cannocchiale d’ambra è la degna conclusione della trilogia, probabilmente il libro più corposo e pregno di significati dell’intero ciclo.

Imminente è la guerra tra il Regno, governato dal Reggente, l’angelo Metatron, che ha preso il posto di un’Autorità senile e indifferente, e la Repubblica dei Cieli di nuova fondazione, sotto il comando di Lord Asriel. Una volta riuniti, dopo varie vicissitudini, Lyra e Will, armati con l’aletiometro e la lama sottile, s’imbarcano in una missione che scuoterà le fondamenta di ogni mondo. Scortati da due piccoli e coraggiosi gallivespiani a cavallo di libellule, si recano nell’oltretomba per annullare un torto, e così facendo liberano le anime dei defunti e cambiano il corso della storia. Nell’Armageddon finale, l’eroismo di Lord Asriel e il pentimento della signora Coulter sanciranno la sconfitta di Metatron. E non appena l’infanzia dei due ragazzi svanisce e si afferma la maturità, Lyra e Will si vedono l’un l’altro sotto una nuova luce, quella dell’amore. Purtroppo saranno costretti a fare un sacrificio doloroso per salvare l’universo. La storia si conclude con Will che torna nella sua Oxford assieme a Mary Malone, che lo aiuterà a curare la madre, mentre Lyra rientra nel suo Jordan College. Il romanzo prende il titolo dallo strumento, il cannocchiale d’ambra per l’appunto, che la Malone costruisce durante il suo soggiorno nel mondo dei bizzarri mulefa e che le consente di vedere le particelle della Polvere.

Il lavoro di Pullman ha suscitato molte polemiche, specie da parte di alcuni gruppi cristiani. Non è difficile capirne il motivo, considerando come questo geniale autore descriva l’Aldilà, la lotta tra Bene e Male, l’oscurantismo del Magisterium, nonché l’esistenza e l’importanza dei daimon. I quali, bisogna specificare, non devono essere identificati con i demoni bensì essere correlati ai “δαίμονες” della mitologia greca: spiriti della Natura, di norma benigni. Tuttavia, mentre i protagonisti lottano contro una chiesa oppressiva e disposta a sacrificare la vita di bambini innocenti per i suoi fini, non combattono tanto il Creatore – l’Autorità – quanto la corruzione del suo messaggio originale e il male che ne è derivato, incarnato nell’inquietante figura dell’angelo Metatron.

In superficie, la serie sembra raccontare la storia di due bambini e del loro fantastico viaggio, il loro cammino verso una meta incerta, i loro incontri con una serie di personaggi variopinti, umani e no, in terre a volte lontane ed esotiche, a volte straordinariamente simili alla nostra realtà. Sotto la superficie, invece, Pullman pone una serie di domande su moralità, senso della vita, dovere, amore.

Oltre a Milton, altra fonte d’ispirazione importante va trovata in Dante e nella sua Divina Commedia. Il tema del viaggio nell’oltretomba, elemento comune a molte tradizioni mediterranee e vicino-orientali, è un riferimento palese, e anche il cognome di Lyra, Belacqua, deriva da quello di un personaggio che s’incontra nel quarto canto del Purgatorio.

In definitiva, si può dire che pur nella drammaticità dei temi toccati, le pagine di Queste Oscure Materie vivono di sfumature delicate, di scenari grandiosi e sorprendenti, di un senso idillico e musicale che ne fanno un’opera di straordinario fascino. Soprattutto, Pullman ha creato una trilogia di una modernità incredibile e insuperabile, in primis per l’umanissima visione dei tanti protagonisti, compresi quelli sovraumani come l’Autorità o Metatron. Non è sorprendente quindi il gran numero di discussioni che l’opera ha suscitato o se molti lettori non hanno colto l’importanza e la portata del progetto di Pullman: come è successo con l’illustre Paradiso perduto, il tempo renderà onore a questo capolavoro della letteratura. La corposa bibliografia di lavori critici dedicati a Queste Oscure Materie, già dimostra l’interesse suscitato fra gli studiosi inglesi di letteratura.

In Italia la trilogia è stata pubblicata, a più riprese, dalla casa editrice Salani. Ancora inediti nel nostro paese ci sono due racconti lunghi di Pullman che condividono la stessa ambientazione dei volumi principali: Lyra’s Oxford (2003) e Once Upon a Time in the North (2008). Altre uscite sono state annunciate per il futuro.

Del 2007 è la versione cinematografica de La bussola d’oro, con un cast di alta qualità: Daniel Craig nel ruolo di Lord Asriel, Nicole Kidman in quello di Marisa Coulter, Eva Green come Serafina Pekkala e Christopher Lee nei panni del capo del Magisterium. Nonostante gli attori, la fedeltà alla storia originale e i buoni incassi, il progetto che prevedeva la realizzazione anche del secondo e terzo capitolo della saga è stato sospeso, causa crisi economica del 2008 della casa produttrice – la New Line Cinema – secondo alcune voci, causa pressioni di certi movimenti cristiani (più volte smentite) secondo altre.

Da segnalare anche adattamenti radiofonici (di particolare successo quello della BBC del 2003, con Terence Stamp che ha dato la voce a Lord Asriel) e persino teatrali.