Resoconto dei nostri inviati alla Starcon

Quasi tutti sapranno che la settimana scorsa si è conclusa la StarCon 2015, convention italiana di fantascienza allestita nel Palacongressi di Bellaria Igea Marina.

Una delegazione di Cronache di un sole lontano è atterrata sulla piccola cittadina romagnola per sondare il terreno e verificare che ogni cosa andasse contro la regolare  normalità quotidiana.

Appena arrivati ci siamo distratti un secondo e due di noi avevano già cambiato le loro banali orecchie umane sostituendole con delle orecchie a punta vulcaniane. Da quel momento abbiamo realizzato di trovarci in un mondo parallelo.

Mai avremmo pensato di fare ritorno a casa avendo la possibilità di scrivere un resoconto su ciò che abbiamo veduto con i nostri stessi occhi. All’ingresso si innalzava un planetario gonfiabile di colore blu intenso come le nostre magliette personalizzate, nel quale si accedeva attraverso un triplice, gommoso wormhole, al di là del quale si veniva proiettati in uno spettacolare viaggio a bordo di un’astronave aliena; adulti e bambini si sfidavano insieme attorno a giochi da tavola indescrivibili, fuori dalla portata di chi non è sufficientemente folle da abbandonare i suoi beni terrestri per lanciarsi in quelle straordinarie avventure che solo l’immaginazione ti può donare; persone di ogni età gareggiavano sul palco della sala Sol III travestite da personaggi del cinema e delle serie tv, riuscendo miracolosamente a dar loro vita propria, dimenticando se stessi per farsi possedere dai Guardiani della galassia o dal comandante Spock; discussioni notturne tra scrittori, astrofisici e appassionati vertevano sulle ultime frontiere della comunicazione istantanea e della ricerca di vita extraterrestre; folletti vestiti da persone saltavano da un panel all’altro per fare le domande più sconvolgenti, scatenando infinite discussioni ed elucubrazioni tra i presenti.

L’avventura di cui ci siamo resi particolarmente protagonisti è stata quella in sala Jupiter, nella quale ci si dilettava in dissertazioni visionarie tra buchi neri e universi pensanti. Un incontro affascinante ai confini della scienza e della fantascienza, con un pubblico che a volte costituiva la vera attrazione e domande che avrebbero fatto impallidire il famoso Pensiero Profondo di Douglas Adams.

Il bene più prezioso della convention, comunque, erano le persone. Individui in carne e ossa con i quali si prende contatto ogni giorno attraverso un computer, si amministra insieme un blog e un gruppo facebook, e non di rado si cazzeggia come se non ci fosse un domani. Ecco, rivedere quelle persone, alcune di loro per la prima volta, mentre altre non le si vedeva dalla convention dell’anno scorso, è qualcosa che emoziona a dismisura. Poi ci sono gli sconosciuti, quelle persone che non si sono mai viste né sentite prima di allora ma che sanno di aver intrapreso lo stesso viaggio di tutti gli altri partecipanti. Rimane un po’ di rammarico per non avere avuto il tempo di intrattenersi con ognuno di loro.

Il grosso dell’equipaggio di Cronache di un sole lontano (Tiziano, Fabio e Flavio) è partito sabato sera o domenica mattina a bordo di una capsula regionale. Antonello e Vincenzo sono rimasti fino alla fine del viaggio, il tempo di fare una visitina a uno degli ospiti d’onore della convention.

Infatti, domenica dopo pranzo, in una atmosfera malinconica dovuta ai tanti che hanno già abbandonato Bellaria, è arrivato alla Starcon Norman Spinrad.

Lo scrittore americano, che risiede da alcuni anni a Parigi, aveva l’aria confusa e perplessa. Ad accogliere il suo intervento vi erano ben pochi appassionati: l’intera sala contava solo dodici persone, compreso Spinrad, Annarita Guarnieri nel ruolo di interprete, e Armando Corridore che faceva da presentatore e moderatore. La prima domanda l’ha posta lo scrittore al suo pubblico: «come mai siete così pochi»? A rispondere è stato proprio Corridore che ha spiegato come per vari motivi è venuta a mancare in Italia un’intera generazione di lettori che va dai 15 ai 25 anni e che il mercato editoriale si trova in un momento di crisi. Quando gli è stato detto che non ci sono libri di fantascienza in libreria perché i giovani non li comprano, Spinrad, suscitando qualche sorriso tra il pubblico, ha risposto: «e come fanno a comprarli se non li trovano in libreria?».

La discussione si è spostata sul numero impressionante di gadget venduti a prezzi spropositati al piano di sopra, che stride enormemente se paragonato al triste panorama della sala dedicata alla Italcon, quasi sempre deserta.
Dopo aver illustrato la sua opinione sulla paccottiglia in vendita al piano di sopra, Spinrad ha illustrato al pubblico la sua opinione su cosa sia fantascienza e cosa non lo sia. L’autore, fra gli altri, di Il Signore della Svastica e Tra due Fuochi, ha fatto una netta distinzione tra ciò che è fantascienza e ciò che invece è solo guerra colorata di fantascienza. Su questa scia ha posto una chiara e precisa distanza tra “Star Trek” e “Star Wars”, attirando qualche risata tra il pubblico, e ha raccontato un aneddoto sulla proiezione del primo film della saga di George Lucas. Spinrad ha svelato al pubblico di aver assistito alla proiezione insieme ad Isaac Asimov, il quale a un certo punto sarebbe uscito schifato dalla sala.
Tornando a quella che definisce la «vera fantascienza» lo scrittore ha spiegato che il futuro è nell’astronomia, nel numero incredibile di pianeti che la scienza scopre ogni mese trasformando quella che ieri era fantascienza in scienza vera e propria.

Nel complesso lo scrittore americano è sembrato essere un cauto ottimista sulle potenzialità dell’uomo e sulla sua capacità di costruire una società sempre migliore ricordando che, solo trecento anni fa, per esempio, l’avere degli schiavi era considerato normale mentre oggi la sola idea ci causa un moto di ribellione.
In definitiva, nonostante abbia trovato un ambiente non esattamente caloroso, lo scrittore americano non ha mancato di esprimere ottimismo per il futuro della fantascienza, ricordando il suo importante ruolo come forma di espressione artistica e di indagine sociale, sottolineando come la science fiction sia soprattutto speculative fiction. Certo sarebbe stato molto meglio se le sue parole fossero state apprezzate da un pubblico numericamente degno dell’importanza dell’autore. Per la cronaca: alla fine dell’incontro i partecipanti hanno raggiunto la mirabile cifra di 15 unità.

 

Flavio Alunni e Vincenzo Cammalleri