Robot 69

Il panorama italiano offre oggi ben poco all’appassionato di fantascienza, ragion per cui è in un certo senso semplice seguire almeno le principali uscite nazionali.
Fra le riviste che spiccano, sia per cura editoriale che per contenuti, vi è sicuramente Robot. Fondata da Vittorio Curtoni sulle ceneri della Robot degli anni settanta, come l’araba fenice è rinata offrendo articoli e racconti di altissima qualità a tutti i fantamaniaci come il sottoscritto.

Negli anni passati ha proposto autori stranieri di grande prestigio e alcuni fra i migliori scrittori italiani, pubblicando i nomi storici della fantascienza tricolore e dando spazio anche ai nuovi alfieri della sf made in Italy.

Il numero 69 della rivista, uscito in estate, è sostanzialmente l’ennesimo numero di qualità, capace di alternare ottimi racconti ad articoli che spaziano dalla fantascienza letteraria a quella ludica, passando per il grande schermo, senza tralasciare temi che sono cari appassionati di science fiction, come l’astronautica e l’esplorazione spaziale.

Sfogliando le pagine troviamo subito un bell’editoriale di Silvio Sosio che è in soldoni una chiamata alle armi per tutti i fan della fantascienza: a noi spetta l’arduo compito di diffondere il verbo e far conoscere questo straordinario genere ai profani.

Troviamo poi vari articoli che potranno stuzzicare i fan di questo o di quell’autore: Salvatore Proietti ci parla di Vance e Banks, paragonandoli per la loro capacità di inventare universi, mentre Giuseppe Lippi intervista Michael Bishop. Poi la penna è nelle mani di Frederik Pohl che ci racconta la sua esperienza alla Worldcon del 1976, mentre Alessandro Fambrini affronta il ciclo del vuoto di Peter F. Hamilton, pubblicato in quattro volumi da Urania in anni recenti.

Poi c’è l’angolo delle polemiche: torna Urania con Giuseppe Lippi che parla della collana che ci ha dato così tante gioie, ma anche qualche dolore, e soprattutto Roberto Taddeucci coglie l’occasione dell’uscita nelle sale del film tratto dal romanzo di Card, Ender’s game, per raccontarci della polemica relativa alla sua posizione contro il matrimonio delle coppie non eterosessuali.

Per finire troviamo la solito rubrica videoludica e, soprattutto, Paolo Aresi che ci racconta di Valentina Tereshkova, la prima donna nello spazio, in un saggio-intervista alla figlia Alenka.

E se tutto questo anche non dovesse bastarvi vi sono ovviamente i racconti, che in questo numero la fanno da padrone occupando più di cento pagine:

La riunione al Mile-High , bellissimo e divertente racconto di Frederik Pohl;

Cenere alla cenere, un racconto di Giovanni De Matteo che racconta di viaggiatori nel tempo alle prese con alcuni dei momenti più oscuri della storia italiana;

Un terzo di felicità, altra presenza sulla rivista per Vittorio Catani, alle prese con un ministero della felicità ben diverso da quello di Orwell;

L’esenzione, racconto di Giuseppe Pederiali, cupo e opprimente ma che tratta bene il tema della sovrappopolazione e della sofferenza di colui che viene ritenuto inutile.

Il labirinto delle realtà, Valentina Barbera ci lancia in una storia fatta di scelte e di conseguenze spesso poco prevedibili;

Il lungo cammino verso casa, di Jay Lake. autore quasi sconosciuto in Italia, nonostante i premi vinti, che ci offre un bellissimo racconto di un viaggio solitario su di un pianeta di coloni improvvisamente privato di tutti gli esseri umani.

Nel desolante panorama italiano Robot non può che spiccare come un prodotto di alto livello. Non si può inoltre non apprezzare la scelta dell’editore di permettere l’acquisto degli arretrati in qualunque momento. Per chi fosse interessato è infatti possibile acquistare tutti i numeri dal 41 in poi, direttamente dal pc di casa.
Insomma, Robot non può mancare alla vostra collezione, e soprattutto alle vostre letture.