Robot 76

Con le feste natalizie e la fine dell’anno è arrivato nelle vostre case il numero 76 di Robot. L’uscita invernale della rivista edita da DelosBooks presenta firme autorevoli e racconti di pregio.

Come d’abitudine apre il volume un racconto premiato con lo Hugo: Il giorno che il mondo si mise a testa in giù di Thomas Olde Heuvelt, una storia originale seppur forse troppo lineare nello sviluppo. Degno di nota è anche Henriettadi Paolo Aresi, autore che ci ha abituato a storie in cui il mito dell’esplorazione spaziale ha un ruolo centrale e il fascino della scoperta e della frontiera trasuda da ogni pagina. In questo caso Aresi ci racconta di una scoperta che potrebbe cambiare le sorti dell’umanità. A seguire Massimo Soumaré si avventurà nei deserti di Mondo 9 in Kareena, mentre ne I vagoni di Trainville ventiracconti brevissimi (una pagina) si calano nelle atmosfere del mondo creato dall’immaginazione di Alain Voudì. Chiude il volume lo splendido Timbuctù, l’ora dei Leonidel grande Robert Silverberg, già pubblicato nella collana BDUSL, un pittoresco affresco ucronico in un’Africa che siede alla pari con le potenze mondiali al tavolo del potere.

Abbandonata la narrativa troviamo l’interessante intervento di Aliette de Bodarda Stranimondi e l’intervista ad Aldo Katayanagi, l’illustratore di Delos, che merita una menzione per una copertina fortemente evocativa. A seguire Umberto Rossici spiega perché la trilogia di Valis è (anche) fantascienza, mentre Sandro Pergameno accompagna il notevole racconto di Silverberg con un profilo d’autore sulla figura del grande scrittore.
Tirando le somme anche questo numero di Robot merita di stare nella vostra libreria, sia per una sezione saggistica che contiene, come in ogni numero, almeno un paio articoli di pregevole livello, sia per i soliti due o tre racconti meritevoli di menzione. Se da un lato l’idea di omaggiare le creazioni di autori della scuderia Delos con racconti brevissimi potrebbe alla lunga rivelarsi noiosa, dall’altro non si può non considerare che Delos continua a pubblicare diversi racconti vincitori dei principali premi internazionali. Se possiamo leggerli in italiano è grazie a Robot. Certo, non sempre tali racconti sono meritevoli e a volte ci si chiede come possano aver vinto premi così importanti, ma questo, oltre a non essere responsabilità di chi li traduce e li pubblica in Italia, non toglie che senza queste traduzioni rimarrebbe preclusa la possibilità ai lettori italiani di farsi un’idea su quello che viene considerato il meglio del panorama internazionale.