Se ne va anche Gianfranco Viviani

Dopo una battaglia di alcuni anni contro un tumore ai polmoni, è mancato Gianfranco Viviani, una delle persone più importanti nella storia della fantascienza in Italia, forse la più importante. Viviani era nato il 3 maggio del 1937, a Milano, e ,come tanti validissimi esponenti di questa città, dopo essersi fatto le ossa (come grafico, se ben ricordo) presso la casa editrice Mursia, aveva intrapreso una sua attività editoriale alla fine degli anni sessanta, fondando l’Editrice Nord. Dopo alcuni tentativi (poco riusciti) in altri generi decise quasi subito di dedicare la casa editrice a quella che fin da ragazzo era stata la sua passione, la fantascienza. Nascono così le due collane Cosmo Argento e Cosmo Oro, che, affiancate poi dalla Fantacollana, dalla Narrativa d’Anticipazione e dai volumi delle Grandi Opere, avrebbero pubblicato per vari decenni il meglio della science fiction e del fantasy nazionale e soprattutto internazionale. Si trattava finalmente, come osserva anche l’amico Silvio Sosio su Fantascienza.Com, di traduzioni integrali, edizioni molto curate, libri di pregio: la fantascienza, fino ad allora abituata soprattutto a edicole e tascabili, arrivava nelle librerie con pubblicazioni di qualità e di prestigio.

I lettori italiani dell’epoca (e ce ne sono ancora molti attivi in circolazione) ricordano lo stupore e la gioia con cui ci si recava in libreria ad acquistare le ultime uscite della Nord (affiancate all’epoca dalle altrettanto valide collane della Fanucci, e dai bei libri editi da Ugo Malaguti con la sua Libra Editrice). Personalmente ricordo quel periodo con grande nostalgia: erano gli anni dell’università, del primo club di fantascienza a Roma, delle prime discussioni sui massimi sistemi e sui migliori autori del nostro genere, gli anni della scoperta delle opere più importanti di autori come Silverberg, Farmer, Dick, Vance. Erano anche gli anni dei miei primi articoli per le fanzine, delle mie prime traduzioni per Fanucci e per gli amici Sebastiano Fusco e Gianfranco De Turris, erano gli anni in cui la mia passione di lettore si andava trasformando in un interesse più forte per la fantascienza, che da sempre era stata il sostegno della mia vita adolescenziale.

La svolta che avrebbe cambiato definitivamente la mia vita (o almeno quella professionale) arrivò nel 1976. Quello è l’anno in cui io e il mio amico Maurizio Nati riuscimmo, per conto dell’editore di fumetti Ennio Ciscato, a realizzare tre numeri (un successo date le condizioni finanziarie in cui eravamo costretti a lavorare) di una rivista di grosso formato dedicata alla narrativa breve fantascientifica, condita di rubriche e articoli scritti sostanzialmente da noi due.

La rivista, chiusa improvvisamente per la irreperibilità dell’editore, rimane un ricordo bellissimo in un periodo personale assai travagliato e triste, e contribuì comunque a farmi apprezzare nel mondo della sf. Viviani soprattutto, che avevo conosciuto di persona a Ferrara nel corso del primo SFIR (credo almeno fosse il primo: ricordo la presenza mitica di John Brunner e Theodore Sturgeon), rimase molto colpito e impressionato in maniera positiva, come anche il buon Riccardo Valla, all’epoca curatore appunto delle collane della Nord.

E quando Valla decise di aprire una libreria a Torino, specializzata soprattutto nella fantascienza, Viviani si trovò a dover scegliere un nuovo curatore: su consiglio anche di Riccardo, Gianfranco mi telefonò e mi chiese se ero interessato a far parte della famiglia della Nord. Ovviamente non ci pensai un attimo. Con grande gioia ed entusiasmo intrapresi questa nuova avventura, che sarebbe durata, in vari modi, per una decina d’anni.

Era la fine degli anni settanta, e il mondo era assai diverso da quello attuale. Non c’era il web e non c’era la posta elettronica. Si lavorava col telefono e la corrispondenza tradizionale, e con i corrieri privati. Ricordo la gioia che provavo quando, più o meno una volta al mese, mi arrivava un pacco da Milano con le richieste di Gianfranco, le traduzioni da rivedere e i libri inviatici dalle agenzie letterarie. Ma ricordo soprattutto gli epici viaggi da Roma a Milano per le nostre riunioni trimestrali, per i programmi dell’anno, per la scelta dei titoli e degli autori. Ricordo le alzatacce la mattina presto prendere l’Espresso (il Rapido costava troppo..) che mi avrebbe portato a Milano: sette/otto ore di viaggio, prima di arrivare alla mitica Via Rubens, dove Viviani mi aspettava con cortesia e affetto. La sera poi mi portava a cena in qualche ristorante dove aveva combinato con gli altri personaggi di spicco dell’epoca (ricordo anche una sera in cui mi ritrovai a fianco del mitico Karel Thole, che non smetteva di trangugiare birra). Ricordo la serietà e la professionalità di Viviani, un vero signore, in un mondo dove regnava la legge del più furbo. Ma ricordo soprattutto la grande stima reciproca che esisteva tra me e Gianfranco: quasi sempre si fidava ciecamente delle mie scelte, e aderì con entusiasmo alla mia iniziativa di dedicare i volumi delle Grandi Opere alle storie (soprattutto inedite) incentrate sui grandi temi della fantascienza (i robot, i mutanti, la colonizzazione dello spazio, ecc.). Quei mastodontici volumi neri sono ancora lì nella mia biblioteca a ricordare un periodo bellissimo della mia vita , legata soprattutto a questo signore che purtroppo non frequentavo più ormai da molti anni, e che ormai ci ha lasciato definitivamente. Addio Gianfranco, mi dispiace davvero di non averti potuto più incontrare, ma la tua figura e l’Editrice Nord me le porterò sempre appresso qui nel mio cuore.