Skin Medicine, di Tim Curran

Incipit:

Territorio dello Utah, 1882.

La luna si alzò dal cielo.

Scivolò da una tomba lucida e battuta dal vento.

Salì sulle montagne come un enorme occhio scintillante intento a scrutare l’orizzonte nebbioso. La luce pallida cercava e toccava rocciose corna seghettate, ammiccava a cumuli di neve e pervadeva abeti e pini di un’atmosfera spettrale. Il vento soffiava e gli alberi si piegavano, le loro ombre trasudavano dalle fronde in circoli contorti, trovando terreno scosceso e strisciando attraverso il paesaggio come viscidi vermi neri, riempiendo della notte cavità e valli e luoghi oscuri e segreti.

 

Sinossi:

Un male indicibile sta perseguitando i Territori. Veterano della Guerra Civile e cacciatore di taglie, Tyler Cabe sta dando la caccia a uno spietato assassino, ma si troverà ad affrontare qualcosa che va oltre l’immaginazione di ogni uomo vivente.

Dal retro di copertina:

“Skin Medicine è il figlio bastardo dell’unione sotto una cattiva stella tra un Louis Lamour fulminato e un Bentley Little strafatto.

È divertente nello stile di classici cinematografici sopra le righe come Re-Animator, Dog Soldiers e Tremors.”

 

Da bambini, siete mai stati appassionati di film western? Onestamente mi piacevano molto, e quando li trasmettevano in televisione iniziavo subito a fare il tifo per i soldati, gli indiani o i cowboys. Un mondo rude, selvaggio, fatto di avventure a cavallo, sparatorie, dormite sotto le stelle e inseguimenti. Un mondo visto con gli occhi dei registi fino a un giorno ben preciso, ovvero quando la lettura di un romanzo di Louis Lamour mi fece capire che esistevano pure i libri western. Bastò poco per ricreare il selvaggio West anche sotto le coperte, con un libro in mano.

Con il passare degli anni le letture hanno preso pieghe diverse, lasciando le storie western alle spalle, fino al momento in cui scorrendo il catalogo della Dunwich Edizioni, ho visto una cover di grande impatto, realizzata da Carolina Fiandri: Skin Medicine. Un romanzo horror-western del 2009 firmato Tim Curran. La sinossi è breve ma interessante. La casa editrice romana mi è già nota, avendo letto in passato alcuni libri in ebook, oltre all’edizione cartacea (molto apprezzata) di A volte si muore di Claudio Vergnani (autore da leggere, sempre).

Quando ci s’imbatte in romanzi formati da una commistione di generi letterari, c’è sempre un fattore di rischio: dosare bene i generi, saperli gestire entrambi, non è cosa facile; anzi, è qualcosa di complicato e delicato. Spesso capita che l’autore sia dotato in un genere e meno in un altro, facendo così scadere la lettura e il giudizio generale sul libro. Nel caso di Tim Curran e del suo Skin Medicine questo, per fortuna, non accade. L’autore statunitense è molto bravo con la trama, i personaggi e l’ambientazione, senza tralasciare il pathos. Aveva in mano tutti gli elementi per scrivere un ottimo romanzo, e ci è riuscito alla perfezione.

I personaggi sono ben caratterizzati, sia nell’aspetto che nel carattere. Curran sa come farli muovere e parlare, variandone caratteri e modi. Ci sono 3-4 personaggi principali, ma bisogna dare atto che anche quelli di contorno hanno il loro spessore e sono tutti ben impiegati.

La storia è semplice: un cacciatore di taglie, Tyler Cabe, sta dando la caccia a uno spietato assassino di prostitute. Un “bastardo” direbbe lui. Purtroppo per Cabe non tutto va per il verso giusto, e a volte accadono imprevisti o si incontrano persone che fanno cambiare i piani. L’evoluzione del racconto porta il cacciatore di taglie in una cittadina dove pensa di trovare finalmente l’assassino. Incontra però un vecchio nemico, ora sceriffo. E da qui si sviluppano due trame. Senza scadere nello spoiler, Curran accelera con l’elemento horror, riuscendo a creare uno stato di tensione perfettamente integrato con la trama.

 

Adesso Clay si spinge oltre Freeman. “È così? Ebbene, signor fottuto cacciatore di taglie dell’Arkansas… e se fossi io quel tipo? Cosa faresti? Mi consegneresti? Moriresti nel tentativo. Magari mi diverto a fare a pezzi le puttane e magari tu non hai proprio niente da ridire. Magari mi piacerebbe che ci provassi.”

Cabe lo guardò platealmente dall’alto in basso. “Figliolo”, gli disse. “Cago stronzi più grandi di te.”

 

La scenografia è quella del classico western, ed è facile immaginarla aiutati dalle descrizioni.
A queste, l’autore aggiunge ulteriori elementi che aumentano l’esperienza di immersione nell’ambiente, descrivendo gli odori, gli effluvi, le consistenze dell’aria (e non solo).

 

All’esterno, la tempesta ululava come una bestia assetata di sangue, gettandosi contro gli edifici fatiscenti e facendoli scricchiolare, gemere e oscillare sulle loro fondamenta in decomposizione.

C’era una puzza forte e sgradevole che aveva poco a che fare con il legno marcio o gli escrementi di animali. Era un odore penetrante e violento che entrò nella testa di Graybrow e gli fece pensare a macelli e fosse comuni e manicomi… luoghi pieni di morte, di dolore, orrore e follia.

 

L’ambientazione, la tensione e l’humus narrativo, in certi momenti, fanno pensare che l’autore abbia voluto omaggiare in primis H. P. Lovecraft, ma senza calcare troppo la mano.

Politicamente scorretto, il romanzo a volte è crudo, pur senza scadere nell’eccesso; il risultato finale è comunque una lettura partecipata e avvincente. Un plauso e un ringraziamento alla Dunwich Edizioni: Skin medicine è un piccolo gioiello. Particolarmente riuscita l’illustrazione in copertina ma si nota una grande cura in tutta l’edizione.

Chi scrive sicuramente tornerà in futuro a leggere qualcos’altro di Tim Curran.

Nota finale: i villains della storia sono perfetti e sono sicuro che almeno uno di loro farà strada…

 

L’autore:

Tim Curran vive nel Michigan con la moglie e i tre figli. Appassionato di horror fin da ragazzo, è un autore di genere molto prolifico. Recentemente i suoi lavori sono stati pubblicati anche in Italia, Germania e Giappone. Fra i romanzi più noti: Dead Sea (2007), Cannibal Corpse M/C (2012), Long Black Coffin (2012), Nightcrawlers (2014).

 

Dunwich Edizioni Pag. 302

Cartaceo € 14,90 – ebook € 4,99

Cover di Carolina Fiandri