Sopravvissuti, di Richard K. Morgan

Se un uomo che sapete essere sano di mente vi dice che sua madre, morta di recente, ha appena cercato di arrampicarsi nella sua camera da letto attraverso la finestra e di mangiarselo, avete due sole opzioni. Potete sentirgli l’alito, tastargli il polso e controllare le pupille per vedere se ha ingerito qualche sostanza letale, o potete credergli.

(trad. di Maria Antonietta Struzziero)

 

Dalla seconda di copertina:

Ringil Eskiath è un invincibile guerriero distintosi nella celebre e cruenta battaglia di Gallows Gap. Ripudiato dalla nobile famiglia a causa della sua omosessualità, Ringil riceve la visita inattesa della madre, che gli chiede di ritrovare sua cugina Sherin, rapita e ridotta in schiavitù. Ringil comincia una ricerca irta di pericoli, imboscate e tradimenti, in costante contatto con un mondo abbrutito dalla corruzione. Incontrerà, così, i suoi antichi sodali: Lady Archeth, consigliere di Jhral, il vizioso Imperatore di Yhelteth, ed Egar, capoclan nomade dalle vedute troppo moderne.

Intanto la pace duramente conquistata cede il posto al desiderio di potere e di conquista riaccendendo l’antica tensione tra la Lega del Nord e l’Impero Yhelteth, e una minaccia ancora più terribile si profila all’orizzonte: i Dwenda, un formidabile popolo guerriero, più veloce, agile e feroce di qualsiasi altro nemico che memoria ricordi…

 

Richard K. Morgan (Londra, 1965) è conosciuto dagli appassionati di fantascienza per i romanzi distopici di stampo cyberpunk. Merito della casa editrice Gargoyle se ora possiamo leggere in Italia la sua produzione fantasy, di cui Sopravvissuti (The Steel Remains, 2008) è solo il primo capitolo della serie A Land Fit for Heroes.

Scelta coraggiosa, quella della Gargoyle. Sopravvissuti infatti è una storia fantasy controversa. Debitore nei confronti di scrittori come David Gemmel e soprattutto Michael Moorcock, il romanzo è per certi versi inconsueto ma solido e coerente, migliore di altre opere del genere cappa e spada che pretendono di essere di livello raffinato ma ripropongono, senza alcuna innovazione e originalità, tematiche e situazioni di cui si è abusato nella letteratura fantasy. Senza anticipare troppo, la trama è strutturata in tre vicende che corrono parallele, per poi ricongiungersi in un rocambolesco finale.

Molte le cose interessanti in Sopravvissuti, a partire dal mondo in cui si svolge la storia, ricco di elementi presi in prestito dalla fantascienza. Non una terra al di fuori del tempo e dello spazio ma il nostro pianeta di un futuro remoto, dove la Luna si è sgretolata trasformandosi in un anello simile a quelli di Saturno.

In questa cornice agiscono non solo umani ma anche umanoidi, come i neri Kiriath, alcune caratteristiche dei quali ricordano da vicino quelle degli elfi di tolkieniana memoria, e i minacciosi e sfuggenti Dwenda. Ci sono poi creature intelligenti simili a lucertole, il cosiddetto “Popolo delle Squame”, nonché un insieme di oscure creature soprannaturali che fanno la loro comparsa qua e là, intervenendo nella vita dei protagonisti. Non mancano, nei panni dei misteriosi “Timonieri”, entità meccaniche e senzienti insieme che sembrano uscite da una storia sulle intelligenze artificiali.

Sporco e cruento, politicamente scorretto e capace di spiazzare il lettore, Sopravvissuti abbonda di sangue e scene di sesso, specialmente gay. Volutamente eccessive e apparentemente gratuite, queste hanno in realtà un ruolo preciso nell’economia della storia, un tassello senza il quale non sarebbe facile comprendere la natura tormentata del protagonista, lo spadaccino Ringil dalla mente non sempre lucidissima per l’abuso di stupefacenti.

Le avventure di Ringil e dei suoi amici non meno problematici, lady Archeth Indamaninarmal, ultima esponente al mondo di sangue Kiriath anch’essa tossicomane, e il nomade Egar, “Rovina del Drago”, divertono e non annoiano dalla prima all’ultima pagina.

Volendo parlare dell’edizione, questa della Gargoyle è sostanzialmente buona, anche se avrebbe potuto essere ottima, per non dire eccellente, con un piccolo sforzo in più per quanto riguarda la traduzione. Nulla da eccepire sulla copertina: la spada raffigurata richiama subito alla mente “Amica dei Corvi”, l’arma del protagonista che, in un crescendo di combattimenti, darà il meglio di sé nella grandiosa e sanguinolenta battaglia finale.

 

Richard K. MORGAN, SOPRAVVISSUTI (The Steel Remains, 2008), trad. Maria Antonietta Struzziero, Gargoyle, collana Gargoyle Extra, 489 pp., 2012.