Storie della tua vita, di Ted Chiang

Ted Chiang è un autore atipico, le sue opere si contano con il contagocce. In ventisei anni di carriera ha pubblicato solamente quattoridici racconti e un romanzo breve, troppo poco persino per considerarlo uno scrittore di professione. Eppure un numero così esiguo di scritti gli sono valsi un bottino di ben quattro Hugo e altrettanti Nebula, per non dimenticare i tre Locus e svariati premi minori. Da queste premesse è facile intuire che il lavoro di Chiang si distingue per la qualità che l’autore preferisce evidentemente alla quantità, come del resto ha dimostrato rifiutando nel 2003 la candidatura al Premio Hugo per un suo racconto che non riteneva adeguato agli standard del premio. Insomma Ted sembra decisamente uno scrittore particolare.
Dopo aver letto e apprezzato il suo ottimo Il Ciclo di Vita degli Oggetti Software ho iniziato una disperata ricerca dell’antologia di cui parlerò oggi: Storie della Tua Vita. In italiano ne esiste una sola traduzione, pubblicata da Stampa Alternativa & Graffiti nel 2008 e oggi praticamente introvabile anche nel giro dell’usato. Sono riuscito a procurarmene una copia e non nascondo che ho iniziato la lettura con una certa ansia dovuta alle aspettative forse eccessivamente elevate e al timore che fossero brutalmente deluse.

La raccolta è composta da otto racconti, sette dei quali pubblicati tra il 1990 e il 2001 mentre l’ultimo, che completa la raccolta, va per la prima volta in stampa proprio in questa antologia.
Diamo una veloce occhiata ai racconti:
Torre di Babilonia è ispirato all’omonimo mito biblico ed è una storia sul posto dell’uomo nella creazione e sui limiti della stessa.

Capire è al contrario una storia sulle potenzialità della mente e sull’uso che di tale potere può essere fatto.

Divisione per zero racconta di come una dimostrazione sull’incoerenza della matematica possa cambiare radicalmente la visione del mondo e sconvolgere la vita di una persona.

Storia della tua vita è il racconto più famoso di Chiang ed è quello che presta il nome all’antologia. Si tratta di una storia sulla comunicazione, su come il linguaggio influenzi e sia influenzato dalla biologia e dalla visione della realtà. È la toccante storia di una madre e del suo rapporto con la figlia.

Settantadue Lettere risveglia il mito dei golem per riutilizzarlo in chiave scientifica, cercando una soluzione al declino riproduttivo dell’umanità.

L’evoluzione della scienza umana, pubblicato su Nature, è uno scenario in cui gli uomini “normali” sono ormai superati da una nuova umanità notevolmente più intelligente. Sembra inevitabile abbandonarsi alla disperazione e al declino che coglie coloro i quali si accorgono di essere rimasti indietro nella corsa all’evoluzione, ma Chiang trova un motivo per non mollare.

L’Inferno è l’assenza di Dio è la triste storia di un uomo che desidera ardentemente guadagnarsi il paradiso per potersi ricongiungere con la moglie rimasta tragicamente uccisa. È una storia sulla giustizia, sulla devozione e sull’amore.

Il piacere di ciò che vedi: un documentario chiude la raccolta. In una società in cui è possibile spegnere i neuroni che distinguono un viso “bello” o “brutto” la decisione di utilizzare o meno questa tecnologia può influenzare pesantemente la nostra vita e quella degli altri.

Queste brevi descrizioni non rendono ovviamente giustizia a storie ben più complesse e suggestive. Chiang dimostra di essere padrone dell’arte e di avere un bagaglio culturale che trasuda da ogni pagina. Ogni racconto è una domanda, o più di una, che viene rivolta al lettore. Non ci sono risposte o, quando presenti, sono comunque poco rassicuranti come nel caso de “l’inferno è l’assenza di Dio”.
Chiang parla dell’uomo, del suo posto nel mondo, del suo rapporto con l’universo. Racconta dei limiti umani e del bisogno di superarli, di opporsi ad essi e andare oltre. Scrive del rischio di rinunciare a una parte di noi per proteggersi dall’uso improprio che ne può derivare. Storie della tua vita è, in definitiva, una antologia sulla consapevolezza umana che si interroga su ciò che siamo e che vogliamo essere. In fondo, è quello che fa la buona letteratura.

Leggendo questi racconti non ho potuto fare a meno di paragonare l’antologia alle due famosissime raccolte di Greg Egan (Axiomatic e Lumonous). Per la vastità delle tematiche e lo spirito con cui sono trattate i Chiang mi ricorda molto Egan, almeno per quanto riguarda la narrativa breve. È però mia opinione che quest’ultimo gli sia superiore, se non altro per una caratterizzazione emotiva più marcata (ben evidente nei racconti dell’australiano) che a Chiang sembra ancora far difetto. Non che le sue storie ne siano prive, al contrario, ma danno l’impressione che l’autore non sia riuscito a descrivere pienamente quell’empatia che i suoi racconti meriterebbero. Nonostante “Storia della tua vita” e “L’inferno è l’assenza di Dio” condividano ad esempio una trama che molto offre dal punto di vista emotivo, sembra che ci sia un potenziale in questo che Chiang non riesce a sviluppare appieno, lasciando una sensazione di incompletezza, come se di fronte alla bellezza dell’idea mancasse un qualcosa che permetterebbe di calarsi ancora di più in una storia straordinaria e farebbe fare un salto di qualità che, seppur minimo, separa l’eccellenza dall’immortalità di un’opera.

In parole povere, nonostante una narrativa che non disdegna di descrivere emozioni e pensieri dei suoi protagonisti, rimane una sensazione di freddezza come se Chiang guardasse la sua creazione da lontano, con distacco.

Sono considerazioni che nulla tolgono al valore di uno scrittore che dimostra, con ogni suo nuovo racconto, di meritare un posto tra i più grandi scrittori degli ultimi decenni. Storie della tua vita merita una lettura e probabilmente potrà essere maggiormente apprezzato da chi vi dedicherà una rilettura, perché storie così ben caratterizzate possiedono il dono di raccontare qualcosa di nuovo a ogni nuova lettura. Provare per credere.