The Strain, di Guillermo Del Toro & Chuck Hogan

“Un aereo atterra al John F. Kennedy International Airport con le luci spente e le porte sigillate. L’epidemiologo Ephraim Goodweather e la sua squadra vengono chiamati a investigare. A bordo dell’aereo trovano centinaia di morti e solo quattro sopravvissuti. La situazione peggiora quando i corpi cominciano a scomparire dagli obitori. Goodweather e un piccolo gruppo di volontari si ritrova a combattere per proteggere non solo i loro cari, ma la città intera, da un antico male che minaccia l’umanità.”

Che la trilogia scritta da Chuck Hogan e Guillermo del Toro sia una delle migliori sorprese horror presenti su piazza è fuor di dubbio. Composta da La progenie, La caduta e Notte eterna, la trilogia è stata capace di ridare dignità ai vampiri, epurandoli da stucchevoli romanticherie e aspetti effeminati (e sono stato gentile), riportando il vampiro a quello che è: un mostro brutto e schifoso.
Per scelta, la serie non è stata realizzata fino al termine dei romanzi, per evitare influenze dei network sulla trama, anche se da tempo le major gli erano con il fiato sul collo. Forse perché l’idea originale era proprio una serie e non dei romanzi sui quali i due autori hanno dovuto ripiegare. La garanzia dei due autori, però, ha fatto sì che l’opera non venisse stravolta e, nonostante alcune differenze rispetto ai romanzi, vedere lo straordinario immaginario horrorifico di Del Toro, probabilmente erede di Blade 2, è sempre un piacere.
“Sangue chiama sangue” direbbe qualcuno, e non manca mai, che possa essere rosso o quello bianco dei vampiri.
Ovviamente non stiamo parlando di una serie capolavoro, ma di un buon prodotto per chi, come me, ha sete di pratical effect e di quel gusto horror anni ’80 perso nel tempo. Del Toro, di questo è maestro e, aggiungendo una buona dose di action, attori perfetti in ruoli originali, dà vita a un indagine corale sull’epidemia di vampirismo che sta cercando di colonizzare l’america e che si scoprirà essere stata architettata da molto, molto tempo…
I libri non sono seguiti fedelmente, forse anche per problemi di bilancio, qualche trama viene aggiunta a qualcun’altra cambiata, ma non necessariamente è un male. Semplicemente si è cercato di rendere la storia più funzionale al formato differente dal cartaceo. Certo, ogni tanto c’è qualche calo o qualche trama meno interessante, ma se vi piace lo stile di Guillermo non ne rimarrete delusi. Degne di nota, a parer mio, la scelta degli attori che interpretano Setrakian, Palmer e Eichorst.
Attualmente sono state distribuite solo le prime due stagioni, abbastanza aderenti ai primi due romanzi, mentre il terzo si presta a una trasposizione in più stagioni per un totale previsto di 39-65 episodi.

Queste le parole di Del Toro:
«In pratica sto cercando di fare quello che faccio con i miei film, ovvero di mostrarli in modo realistico, ma un realistico stilizzato. Non è come CSI o The Wire, è reale ma sembra un po’ stilizzato. Ma il modo in cui la macchina da presa si muove sarà molto realistico. Vogliamo ottenere uno stile da documentario nonostante i libri non abbiano questo stile. Il look dello show è molto curato. Lo stile della camera e della narrazione sarà molto libero. Partirà da quella sensazione di realtà, e pian piano vogliamo che si evolva in uno stile più elegante e horror che richiede dei movimenti di camera morbidi, più suspense e momenti basati sull’atmosfera che si respira, quindi sarà un mix di vari stili. Non penso che si sia visto spesso in TV un mix così.» (12/11/12)

Buona visione da Marc Welder